“L’arte che guardiamo è fatta da solo pochi eletti. Un piccolo gruppo crea, promuove, acquista, mostra e decide il successo dell’Arte. Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno realmente voce in capitolo.”
Banksy
L’attuale stato del mercato dell’arte contemporanea delle aste risulta in crescita, florido e dinamico.
Lo conferma il più recente report stilato da Artprice[1], 21° Contemporary Art Market Report 2019, che registra tra luglio 2018 e giugno 2019 un volume del fatturato globale – generato specificamente dal segmento delle aste di arte contemporanea – pari a $1.89 miliardi, cifra raddoppiata negli ultimi dieci anni.
Tra i risultati più interessanti: il numero record di opere d’arte contemporanea vendute, 71.400, in media 195 lotti al giorno, (un valore che è aumentato del + 480% negli ultimi venti anni). Di queste, 284 hanno raggiunto risultati a 7 cifre (244 erano dipinti), seppur la metà delle opere sia passata di mano per meno di $1.000. Più che raddoppiato anche il numero di artisti contemporanei coinvolti: circa 22.000 rispetto ai 10.000 di dieci anni prima. Anche se oltre la metà del fatturato globale (64%) dipenda e sia generato da soli 50 artisti che, in termini finanziari, rappresentano gli investimenti più competitivi e sicuri.
Un settore quello della Contemporary Art che rappresenta il 15% del mercato secondario mondiale (nel 2000 era solo il 3%) dietro la Modern Art (43%) e la Post-War Art (24%). Molto più dinamico dell’arte del XIX secolo (10%) e del segmento degli OldMasters(8%), il mercato dell’arte contemporanea si rivela una terra di scoperte inesauribili, costantemente alimentata da nuove opere.
In questo contesto si inserisce la street art.
Movimento artistico di recenti origini, la street art riscuote dagli anni 2000 un successo crescente che la porta ad essere attualmente al centro dell’attenzione di gallerie, case d’asta, musei e collezionisti, nonché di un pubblico insolito – data la sua matrice evasiva nei confronti della legalità – costituito dalla pubblica amministrazione. Negli ultimi dieci anni la street art si è trasformata in un “fenomeno mainstream” a cavallo tra cultura ‘alta’ e cultura pop (così la definisce la piattaforma online Artsy nel novero dei fenomeni artistici degli anni ‘10 del nuovo millennio) che solletica l’interesse dei collezionisti e appassionati, i quali oggi intravedono nelle opere degli streetartists potenziali strumenti di investimento a rischio variabile e ad alto dividendo estetico.
ThierryEhrmann, fondatore e CEO di ArtMarket.com, ha inquadrato la street art come nuova frontiera dei beni di lusso, tra le mire specialmente delle star del cinema hollywoodiano. Per comprendere quanto oggi la street art influenzi e domini il mercato dell’arte, basti osservare la classifica stilata da Artprice degli artisti contemporanei (ossia nati dopo il 1945) che hanno venduto il maggior numero di opere in asta su scala mondiale tra luglio 2018 e giugno 2019[2]: tra i primi cinque, quattro sono street artists.
Medaglia d’oro per ShepardFairey, meglio noto come Obey, (Charleston, 1970) con i suoi 660 lotti, seguito da Kaws (Jersey City, 1974) con 622, Banksy (Bristol, 1974) con 550 e Keith Haring (Reading, 1958 – New York, 1990) con 482.
Se poi si amplia la ricerca ai top 20, si trova il pioniere della street art ed emblema della vitalità creativa di un’era: Jean-Michel Basquiat (New York, 1960 – 1988). Le sue opere (98 lotti venduti nel periodo considerato) hanno generato ricavi per un controvalore di oltre $157 milioni confermando il suo ruolo di leader indiscusso del mercato ormai detenuto da oltre dieci anni. Il top lot del 2018 è stato Untitled (Pollo Fritto) (1982), battuto da Sotheby’s New York a novembre per $25.7 milioni: il risultato dell’aggiudicazione ha consentito all’artista newyorkese di mantenere una posizione predominante, qualificandolo primo tra i 500 artisti contemporanei più redditizi e quotati al mondo[3] e al secondo posto tra le migliori 100 performances di capolavori contemporanei venduti in asta[4] nell’ultimo anno. Fermo restando l’innegabile contributo nella promozione e nella valorizzazione del lavoro di numerosi artisti afro-americani emergenti, l’ultima vendita di successo del “Picasso nero” (così soprannominato per l’analogia tra i suoi risultati nelle aste contemporanee e quelli del pittore andaluso sul mercato di arte moderna) non ha replicato le cifre da capogiro degli anni precedenti – si ricorda, infatti, il record per Untitled (1982), venduto da Sotheby’s New York nel maggio 2017 per quasi $110.5 milioni, per una rivalutazione 5.300 volte superiore al valore d’acquisto nel 1984, all’imprenditore giapponese YusakuMaezawa.
L’asta newyorkese del 18 maggio 2017 ha avuto come protagonista indiscusso l’enfant prodige dell’arte americana; tuttavia, l’evento ha presentato complessivamente 50 lotti degni di nota, da Roy Liechtenstein a Lucio Fontana, da Edward Ruscha a Keith Haring. E proprio quest’ultimo, nell’asta serale, ha riportato il record personale di $6.5 milioni per Untitled (1982), tela monumentale di 308 x 301 cm dalla semplicità cromatica e figurativa del tutto caratteristica, rappresentativa di un vero e proprio brand d’artista che, esondando dai confini della graffiti art, viene riconosciuto globalmente (un anno prima, da Sotheby’s London, The last rainforest (1989) era stato battuto a oltre £4 milioni, doppiando la stima minima). Haring si riconferma anche quest’anno uno degli artisti contemporanei più richiesti e acquistati in asta (482 le opere vendute per un valore complessivo di oltre $41 milioni, un giro d’affari che lo conferma al 7° posto tra i primi 10 artisti contemporanei), sottolineando il ruolo di punta della scena newyorkese, tra gli anni ‘70 e ‘80, nel colmare il gap tra la strada e il mondo dell’arte.
In cima alla lista degli artisti più richiesti e più venduti al mondo nel segmento Contemporary Art ci sono gli streetartists: ShepardFairey e Kaws. Gli unici due quest’anno ad aver visto ‘martellare’ in asta più di 600 opere (ciascuno), grazie a una domanda totalmente globalizzata. Nel caso di Fairey, il 70% del suo turnover (circa $1 milione) è stato aggiudicato in Francia; Kaws, al contrario, piace molto al pubblico asiatico (il 58% delle sue opere sono state scambiate in Oriente) a seguire quello americano (16%) e francese (13%).
L’andamento di mercato di ShepardFairey (in arte Obey) degli ultimi dieci anni è positivo e in costante crescita, specie dopo il successo riscosso in seguito alla mediatizzazione della campagna elettorale di Barack Obama nel 2008 (con il manifesto Hope che riproduceva il volto stilizzato del futuro presidente americano in quadricromia) e la proclamazione a streetartist di celebrità internazionale. È, tuttavia, il 2013 a segnare l’anno di svolta per l’artista: le opere War is over del 2007 (stima €30.000 – €40.000) e Guns and roses del 2006 (stima €28.000 – €35.000) in sede d’asta superano di gran lunga la stima massima[5], confermando il continuo successo riscosso da Obey. L’ultimo record registrato è di €180.000 per l’opera Liberté, égalité, fraternité(2018) battuta a novembre 2019 da Artcurial – Urban & Pop Contemporary (stima €80.000 – €120.000).
Brian Donnelly – meglio noto come Kaws – ha segnato il 2019 con un’ascesa che difficilmente si potrà dimenticare, salendo di tre postazioni, in termini di lotti venduti, rispetto ai risultati del 2017/2018 (da 363 a 622 vendite) e incrementando nell’arco di un anno il proprio fatturato di $78.3 milioni, posizionandosi al terzo posto (dopo Basquiat e Koons) con $93.6 milioni.
Con il suo emblematico personaggio “Companion”, Kaws ha conseguito un progresso sensazionale coniugando street art e gusto pop, cavalcando strategicamente l’onda dei social networks (su Instagram ha 2,7 milioni di followers) e legandosi a collezionisti del tutto eccezionali come Pharrel Williams o Justin Bieber – sebbene il 58% dei suoi lavori venga venduto sul mercato asiatico, il che lo rende l’artista contemporaneo occidentale più sostenuto dagli acquirenti giapponesi e di Hong Kong. Ed è proprio sul mercato orientale che Kaws, con The Kaws Album (2005) ha polverizzato il record precedentemente fissato da Untitled (Fatalgroup), venduta nel novembre 2018 da Phillips per $2.9 milioni (stima $700.000 – $900.000). The Kaws Album, rilettura pop di una copertina dei Beatles per l’album Sgt. Pepper’sLonelyHearts Club (1967), era una delle 21 opere offerte all’asta “NIGOLDENEYE® Vol. 1” tenuta da Sotheby’s Hong Kong il 1° aprile 2019, nonché il top lot della vendita: stimata $760.000 – $1 milione, il valore della tela è aumentato di quasi quindici volte la stima alta e di oltre cinque volte il suo precedente record dopo la comparsa di un gigantesco Companion di 36 metri galleggiante nel porto di Hong Kong in occasione della kermesse fieristica Art Basel Hong Kong; l’opera è stata venduta per circa $14.8 milioni.
Abbandonando il suolo americano e dirigendoci verso l’Inghilterra, occorre menzionare un ultimo artista. Street artist di fama planetaria, noto per interventi urbani dissacranti (autodistruzione di un’opera subito dopo la sua aggiudicazione in asta) ed esposizioni non autorizzate (quadri affissi dall’artista sulle pareti della Tate Britain nel 2003, del Louvre nel 2004, del MET e del MoMa nel 2005 o alla più recente bancarella a Venezia), con 550 lotti venduti e un fatturato annuale di $17 milioni, quest’anno Banksy si riconferma un fenomeno artistico e mediatico ambito dalle più grandi case d’asta mondiali e da collezionisti internazionali (Art Review lo inserisce al 14° posto nella classifica dei 100 artisti contemporanei più influenti del 2019[6]).
Si pensi che dal 2006 ad oggi, Banksy vanta 2.705 passaggi in asta (1.128 solo nel 2018-2019) e oltre 35 gallerie che lo rappresentano, e questo significa che €100 investiti nel 2006 per una sua opera, oggi valgono in media €1.743![7]
Compare la prima volta sul mercato delle aste nel 2005 e da quel giorno i prezzi delle sue opere hanno continuato a crescere, raggiungendo il milione dopo soli tre anni con Keepitspotless (2007). Per molti collezionisti, sostiene ThierryEhrmann, l’arte di collezionare si impernia sull’“acquisto dell’opera giusta, del giusto artista, al momento giusto”: quando questi tre criteri convergono, il risultato è quello di una transazione storica, come lo è stata quella sottoscritta da Sotheby’sLondon il 3 ottobre 2019 alla vendita di DevolvedParliament (2009). Tela di grandi dimensioni (250 x 420 cm), stimata tra £1.5 – £2 milioni, è stata oculatamente venduta in contemporanea all’inaugurazione di Frieze London, un anno dopo la distruzione di Girl with Balloon, poi ribattezzata Love is in the Bin, garantendo alla casa d’aste la massima richiesta: l’opera, raffigurante i deputati della Camera dei Comuni di Westminster personificati da scimpanzé, è stata venduta per £9.9 milioni (in dollari, oltre 12 milioni) dopo una trattativa lunga dodici minuti che ha segnato la storia della major inglese e dell’artista stesso (che, a seguito della vendita, ha espresso pentimento per averla alienata nel 2011). Ad oggi, l’ignoto streetartist è il quarto artista preferito dagli inglesi dopo Leonardo da Vinci, van Gogh e Michelangelo.
Oggi a Banksy si affiancano altri nomi della street art che hanno ottenuto e continuano a registrare risultati importanti sul mercato come Osgemeos, Invader, Speedy Graphito, Richard Hambleton, l’Atlas e JR. Il fenomeno Banksy ha sicuramente incoraggiato un’intera generazione di giovani artisti che hanno ricevuto notevole supporto e spinta da gallerie e case d’asta che hanno incominciato a credere fortemente in questa “nuova” forma d’arte: tra le case d’aste, oltre a Tajan, Aguttes e Leclere, pioniera e leader del settore è la francese Artcurial che dal 2006 propone sessioni dedicate di Urban Art e oggi registra il 54% degli acquirenti in tutto il mondo. Tra i risultati più interessanti dello scorso anno: Space Invader, Vienna, (2008), venduta a quasi $400.000 e Banksy, Killmom?, (2003), passata di mano per $707.345, record per l’arte contemporanea in Francia. Anche Phillips si sta interessando alla street art, inaugurerà, infatti, la stagione 2020 con TenMonkeys and a Dolphin: Banksy& KAWS, la prima private sellingexhibition dell’anno dove collezionisti e appassionati d’arte potranno contendersi opere iconiche di Banksy e Kaws, oltre a dipinti rari, serigrafie, edizioni e sculture. Tra le gallerie italiane si ricordano la Wunderkammern Gallery e Deodato Arte.
La street art, dunque, non solo influenza l’andamento del mercato dell’arte contemporanea, ma ne è la protagonista, riuscendo ad attirare appassionati collezionisti e investitori da tutto il mondo.
Il presente contributo costituisce un estratto della rivista ART&LAW 1/2020 di Negri-Clementi Studio Legale Associato (https://negri-clementi.it/wp-content/uploads/2020/02/artlaw-120-ONLINE.pdf).
[1]Artprice è una società francese quotata in borsa e leader nell’informazione dell’art market.
[2]Top 500 Contemporary Artists, 21° Contemporary Art Market Report 2019 di Artprice.
[3]Top 500 Contemporary Artists, 21° Contemporary Art Market Report 2019 di Artprice.
[4]Top 100 Contemporary Artworks Auctions Performances, 21° Contemporary Art Market Report 2019 di Artprice.
[5]Sono state vendute rispettivamente da DigardAuction a €52.000 e da Artcurial a €63.395.
[6]2019 Power 100, This year’s most influential people in the contemporary artworld, ArtReview.
[7]Fonte: Artprice.com.