Quando artisti e gallerie cessano di collaborare, quali sono le implicazioni legali? Sempre più di frequente artisti di successo stipulano contratti non esclusivi con più gallerie. In questi casi la chiarezza fra artista e galleria diventa fondamentale.
Sebbene la relazione fra artisti e gallerie sia dal punto di vista umano simbiotica, a livello legale vige il rapporto “acquirente-venditore” o “mittente-destinatario”. Il modello acquirente-venditore prevede che la galleria acquisti un’opera dall’artista e la rivenda ai suoi clienti. Nel secondo caso invece, l’artista consegna le proprie opere in maniera esclusiva o non esclusiva alla galleria, con fini di esposizione e vendita. In questo caso inoltre, la titolarità resta in mano all’artista fino a quando la galleria non vende il lavoro e assume dunque il ruolo di agente; in questo modo si fa carico dei doveri fiduciari dell’artista come quelli di lealtà e trasparenza nei confronti di quest’ultimo.
Poiché spesso non esiste un accordo scritto fra artista e galleria, o se esiste solitamente non restituisce un’immagine veritiera dei rapporti che intercorrono fra le parti, o ancora esse non comprendono il significato delle implicazioni legali, allora possono sorgere delle difficoltà. Accade di frequente che mentre le gallerie cercano di assicurarsi l’esclusività degli artisti, questi combattono per trasparenza e pagamenti tempestivi. Non sempre questi rapporti di forza tra galleria e artisti sussistono, ma alcuni di questi esempi sottolineano quanto a volte sia fondamentale comprendere la relazione che intercorre fra le parti. Patti chiari e amicizia lunga, insomma, possono far risparmiare tempo e denaro.
Tre casi inglesi ci illustrano differenti situazioni in cui si può incappare:
Cessazione dei rapporti:
È capitato che un artista contemporaneo (britannico) abbia avuto bisogno di recidere il proprio contratto decennale con la sua galleria di fiducia. Quest’ultima non aveva effettuato i pagamenti all’artista dopo averne venduto alcune opere, pertanto anche i rapporti personali e la fiducia erano venuti meno. Le due parti non avevano alcun accordo scritto. Così è stato chiesto alla galleria di produrre la contabilità del denaro dovuto all’artista assieme ad un inventario delle sue opere. La galleria ha adempiuto alle richieste, ma ha sostenuto che l’artista avrebbe dovuto risarcire milioni di sterline di danni, ai sensi del regolamento inglese sugli agenti commerciali del Regno Unito (Direttiva del Consiglio) del 1993.
Il regolamento prevede che l’agente, in specifici casi, possa essere incaricato di negoziare per conto del direttore e reclamare l’ammontare del guadagno perso nel momento in cui i rapporti vengano recisi unilateralmente. Se questo regolamento viene applicato nel contesto di un rapporto fra artista e galleria, i tribunali inglesi non richiedono la verifica. Poiché la galleria aveva concluso svariate vendite e prodotto fatture a suo nome e non a quello dell’artista, si è potuto procedere in via extragiudiziale per concludere il diverbio. Se ci fosse stato un accordo scritto fra le parti, la procedura sarebbe stata senza dubbio più veloce. In questo modo entrambe le parti sarebbero state maggiormente tutelate in caso di cessazione dei rapporti. Tali accordi dovrebbero contenere i termini su durata, ambito geografico, esclusività, modalità di condivisione di profitti e costi, titolo, rischio di perdita, proprietà intellettuale, rappresentanza e garanzie, marketing, fine dei rapporti e così via.
Un altro esempio illustra il caso in cui una galleria internazionale debba gestire la decisione di un artista pluripremiato di abbandonare quest’ultima. La suddetta galleria non può di certo costringere l’artista a rimanere, ma necessita di proteggere le imminenti vendite multimilionarie precedentemente concordate. In questo caso il rapporto fra le due parti non era esclusivo, sebbene esistessero accordi tali per le opere consegnate alla galleria.
Sfortunatamente, questi accordi erano incompleti: alcune volte mancavano clausole importanti, come ad esempio norme sulla cessazione di rapporto e sulla giurisdizione competente, che sollevavano importanti dubbi riguardo la scelta di applicazione tra la legge inglese o americana. Entrambe le parti avevano una reputazione da difendere e spingevano per una risoluzione rapida della questione. Alla fine, le parti hanno raggiunto un accordo che ha permesso alla galleria di salvare le vendite imminenti senza impedire all’artista di procedere col proprio desiderio di terminare i rapporti con essa.
Questione di soldi:
Un artista di fama mondiale doveva recuperare i propri soldi da una galleria di importanza internazionale. La galleria aveva acquistato alcune opere dallo studio dell’artista ma dopo diversi mesi non gli aveva ancora pagato le ingenti somme, poiché verteva in una situazione difficoltosa e utilizzava il denaro per pagare i debiti pregressi. Era chiaro che la galleria non aveva ben compreso i termini di contratto con il proprio cliente. Dopo la minaccia di azioni legali, le parti hanno raggiunto un accordo.