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Santi, poeti, panettieri e curatori fai-da-te: gli incontri online di Palazzo Grassi, Venezia

Museo e Centro d’arte di Punta della Dogana, Venezia
Museo e Centro d’arte di Punta della Dogana, Venezia

La quarantena avanza e tra Challenge e dirette Instagram tutti – ma proprio tutti – sembrano voler utilizzare i social media come porta e connessione sul mondo esterno, “così lontano così vicino”.

Il mondo dell’arte non si è mostrato da meno: tour virtuali, sfide a colpi di hashtag e video-pillole sono infatti solo alcuni dei mezzi scelti dagli attori del settore per rimanere vicini alle proprie audience. L’isolamento è tale per tutti, e ora più che mai ci si rivolge al digitale per cercare di colmarne il vuoto; nulla di strano se non fosse che la cultura, perlomeno in Italia, ha sempre faticato ad adeguarsi – e soprattutto a integrarsi – con i nuovi media, mostrandosi spesso timida, impreparata o, semplicemente, poco originale.

Vanno quindi accolti con favore i tentativi da parte delle istituzioni di aggirare il gap, anche se un po’ banali o compromessi da difficoltà tecniche e tecnologiche. Gli eventi eccezionali di questi mesi sapranno forse insegnarci qualcosa in tal senso, ma non è questo il momento di tirare le somme:  è invece il momento di premiare coloro che, più che limitarsi a sfruttare canali già esistenti come mere piattaforme di visibilità, hanno saputo piegarli ad esperienze curiose e interessanti, stimolando forme diverse d’interazione.

Da annoverare tra queste l’iniziativa della Pinault Collection veneziana, che con l’open lab #palazzograssiatyours invita il pubblico a partecipare alla versione digitale dei propri laboratori.
Grazie alla collaborazione con ospiti d’eccezione –  accomunati dall’attività nei diversi ambiti della creatività contemporanea – il museo di Palazzo Grassi e Punta della Dogana ha infatti lanciato una singolare serie di workshop sui propri social media, con lo scopo di instaurare un dialogo con il proprio pubblico e, soprattutto, di stimolare punti di vista inediti sulla propria quotidianità. Quattro incontri, quattro personalità e quattro settimane – quelle del mese di aprile – per coinvolgere la propria audience in un’esperienza intrigante e interattiva.

Il primo appuntamento del mese è stato quello con Olimpia Zagnoli, illustratrice, che nel corso della “sua” settimana ha sfidato i partecipanti a trovare combinazioni cromatiche insolite osservando due o più oggetti domestici: ogni giorno un accostamento, ogni giorno un aneddoto o una storia, ogni giorno un invito a guardare al proprio ambiente domestico da un’altra angolazione. Le indicazioni sono semplici, la realizzazione anche, ma il processo stimola nuovi modi di vedere: tutti quegli oggetti che sfioriamo senza attenzione diventano elementi di una relazione nuova, e l’osservazione diventa esplorazione e interrogazione.

Protagonista della seconda settimana – in corso – è Giulio Iacchetti, designer, che con il suo Timidi piccoli e fragili percorsi espositivi domestici invita a impersonare il ruolo del curatore, progettando piccoli percorsi espositivi in casa. Partendo – appunto – da sei piccoli oggetti di uso quotidiano, Iacchetti spinge i partecipanti a creare la propria piccola mostra, casalinga in tutti i sensi, con tanto di piccoli espositori fai da te. L’esortazione è quella a cercare la poesia nelle piccole cose di tutti i giorni, e spinge ancora una volta ad analizzare l’ambiente domestico e ad interrogarsi sulle relazioni che intercorrono in esso.

C’è chi fa il pane, c’è chi si allena e c’è chi gioca a fare l’artista o il curatore: ci si mette in gioco, si sperimentano nuovi svaghi e si impara a guardarsi intorno con intenzione e intensità diverse. Insomma, sarà pure un passatempo, ma è un passatempo divertente, ed è curioso vederne declinazioni e interpretazioni. “Curiosi” – e in senso positivo –  anche i numeri: più di 500 post condivisi sotto l’hashtag ufficiale del lab, innumerevoli storie e un pubblico di aficionados che sta seguendo l’intero ciclo di programmazione.

Per le “piccole e fragili” mostre c’è tempo fino al 19 aprile; prossimo appuntamento Perché si mangia?, in compagnia della scrittrice Ryoko Sekiguchi.

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