“Il quadrante sdrucciolevole”, prima esposizione virtuale di Collective, a cura di Denis Isaia, in scena dall’11 maggio al 28 giugno 2020 sul sito dell’associazione. I soci raccontano la propria quarantena scavando nella loro collezione, facendo emergere il personale vissuto costellato di ansie, attese, angosce…
La quarantena dalla prospettiva psicologica del collezionista. Raccontare la personale percezione di vita sospesa subita negli spazi del lockdown, attraverso lo svolgersi delle opere in collezione, riflesso della propria essenza. Vetrinizzare la dimensione intima dei collezionisti, cambiando i saturi paradigmi della classica esposizione online sorta in questi mesi e dilagata sul mezzo digitale. Lavorare sul materiale già in essere, chiedendo di condividere la memoria collettiva fisica-visiva appesa alle pareti. Nasce così Il quadrante sdrucciolevole, prima mostra virtuale dell’associazione Collective. Denis Isaia, il curatore, ha raccolto 60 opere cadenzandole in stanze temporali, in bilico tra i confini sempre più labili e sfumati del giorno e della notte. Una danza sospesa tra le ombre dei collezionisti.
Il progetto della mostra e l’identità di Collective nelle parole di Maria Adelaide Marchesoni, presidente del comitato direttivo.
Collective, chi siete.
Collective è un’associazione di collezionisti nata su iniziativa di Andrea Fustinoni, Managing Director del Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure, di Silvia Anna Barrilà e Maria Adelaide Marchesoni, giornaliste e Nicola Zanella, manager culturale. Nella primavera dello scorso anno abbiamo iniziato a sviluppare il progetto, partendo dal presupposto che il sistema dell’arte italiana non esisterebbe senza il collezionismo privato. E’ stato costituito un comitato direttivo in carica per 3 anni, da me presieduto e formato da sette membri. Il fatto di essere gruppo consente di sviluppare più facilmente iniziative e guardare al futuro del collezionismo privato, favorendo anche la nascita di una nuova generazione di collezionisti italiani, alimentata dalla passione, senza imposizioni dettate dai trend e dalla speculazione.
La presentazione dell’associazione e il lancio del sito Collective -una piattaforma dedicata alle collezioni dei soci e in più interviste a collezionisti internazionali- è avvenuto il 9 novembre 2019 al Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure.
Ai Soci Collective offre una serie di vantaggi tangibili e intangibili. Quelli intangilbili, più nobili sono il dialogo, il confronto e l’appartenenza per chi lo desidera a un gruppo di persone che condivide la stessa passione. Quelli tangibili sono molteplici e forniscono un supporto al collezionista che lo richiede nei vari aspetti dalla creazione alla gestione di una collezione, offrendo una serie di servizi definiti con accordi in partnership. In questi mesi sono state avviate diverse collaborazioni, tra cui l’accesso gratuito alla banca dati di artprice, il software di archiviazione delle opere d’arte Archeto, agevolazioni sui servizi per l’arte di Open Care, per citarne alcune.
Nella mostra appena inaugurata avete fatto lavorare i collezionisti, facendoli scavare nella loro collezione privata e soprattutto nella loro intima dimensione. Risultato?
Mauro De Iorio, vice presidente di Collective, ha voluto condividere la propria esperienza di questo difficile periodo che stiamo attraversando. Le sensazioni di disagio, ansia, paura dell’isolamento le ha ritrovate in alcune opere della sua collezione. Insieme a Silvia Barillà ne abbiamo discusso e in seguito abbiamo coinvolto Denis Isaia per un supporto curatoriale. L’idea di Mauro De Iorio è stata estesa a tutti i soci Collective e Denis Isaia li ha invitati formalmente a partecipare a un gioco dove non solo l’arte, ma anche una frase, un’immagine, un pensiero potevano essere parte di “un racconto singolare in un momento singolare”.
“Il quadrante sdrucciolevole”: titolo della mostra, ed emblema del precario tempo ed equilibrio che stiamo vivendo. In quante fasi temporali (sezioni) si sviluppa la mostra e com’è concepita per la vetrina virtuale?
Il quadrante sdrucciolevole è diviso in due stanze, una diurna, dalle 08:00 alle 20:00 ed una notturna, dalle 20:00 alle 08:00. Vuole esprimere il susseguirsi del giorno e della notte che è un dato di fatto, eppure in epoca di Covid-19 i confini si sono fatti ancora più sfumati, la notte bussa alle porte del giorno e viceversa. Nelle due gallery sono esposte 60 opere dei Soci di Collective che Denis Isaia ha scelto dopo aver richiesto ad ognuno di loro di inviare un limitato numero di opere o riflessioni che potessero raccontare la propria quarantena. Alcune opere sono accompagnate dalle riflessioni del collezionista.
Il quadrante sdrucciolevole 08:00-20:00
Il quadrante sdrucciolevole 20:00-80:00
Lo spunto da cui si sviluppa l’esposizione è il termine “nattività”, neologismo coniato per l’occasione dal curatore Denis Isaia che vuole circoscrivere una condizione in bilico tra lo stato attivo e quello inattivo. Se foste voi chiamati in causa, aveste delle opere (non per forza in collezione) che rappresentano questo stato (personale o della squadra Collective)?
Non c’è un’opera che rappresenti la squadra Collective, ciò che ci rappresenta è la mostra stessa, fatta da una coralità di voci che dialogano. Siamo un gruppo in cui non c’è una prima donna, ma un collettivo di amici o di persone accomunate dallo stesso interesse che desiderano incontrarsi e stare insieme. In qualche modo abbiamo cercato di farlo anche in questo momento di distanziamento sociale, siamo stati “nattivi” nonostante l’impossibilità di vederci fisicamente che speriamo possa avvenire presto.
Futuro e obiettivi di Collective, prossimi progetti.
Continuare a crescere nel numero di associati e ampliare l’offerta di servizi agli associati in partnership con operatori dell’arte. Proseguire nel progetto di valorizzazione delle collezioni dei soci, attraverso il dialogo con direttori e curatori, con pubblicazioni e mostre non solo virtuali ma anche dal vivo. Proseguire nel programma di incontri e visite alle collezioni private in Italia e, quando si potrà tornare a viaggiare, anche all’estero in occasione di biennali, fiere in aree geografiche periferiche, alla scoperta di nuovi scenari d’arte. Per esempio erano in programma Tbilisi e Riga nel mese di maggio, saltate per l’emergenza sanitaria.