La Procura di Bellinzona ha disposto il sequestro degli Archivi Modigliani. Con oltre seimila documenti, bozzetti, studi, foto, expertise, disegni originali di Modigliani e appunti della figlia Jeanne
Esattamente un anno fa, nel luglio 2019, pubblicavamo un articolo intitolato Perché l’Italia sta “uccidendo” Amedeo Modigliani? Prendendo atto del fatto che avvicinandosi il centenario della morte del grande artista livornese, nulla si stesse muovendo a nessun livello per celebrarlo degnamente. E notando che “il deserto di iniziative volte alla valorizzazione di Modigliani lascia che a dominare le cronache e l’immaginario collettivo legato all’artista siano gli ultimi eventi che l’hanno visto protagonista. Che nella fattispecie non sono propriamente edificanti”. Mostre sequestrate, accuse di falsificazioni, processi: tutto l’armamentario utile a distruggere l’immagine di un personaggio che al contrario meritava di essere “salvato”, e valorizzato.
Poi il centenario è arrivato, il 24 gennaio 2020, e come da noi maledettamente preconizzato è passato sotto un assordante silenzio, rotto solo da una lodevole seppur piccola mostra tenutasi a Livorno. Ora, ahinoi, si compie anche un altro passo nella direzione del nostro funesto vaticinio. Perché la Procura di Bellinzona, in Svizzera, ha disposto il sequestro degli Archivi Modigliani. Con gli oltre seimila documenti, bozzetti, studi, schizzi, foto, expertise, disegni originali di Amedeo Modigliani e appunti della figlia Jeanne.
La notizia, ha commentato in una nota e sul suo profilo Facebook Margherita Corrado, senatrice del M5S che in merito ha presentato ben due interrogazioni (entrambe inascoltate) al titolare del MiBACT Dario Franceschini, “mi riempie di soddisfazione e di speranza, anche se mi auguravo potesse trattarsi di un’iniziativa dell’autorità giudiziaria italiana. […] La controversia sulla proprietà degli Archivi per cui la polizia elvetica ha eseguito il sequestro presso il Porto Franco di Ginevra sarebbe quella che oppone Christian Parisot e Mariastellina Marescalchi. Una mera questione di affari tra privati, insomma, con accuse reciproche di truffa, e non l’inchiesta della Procura di Asti sull’uscita degli Archivi dall’Italia. Un’esportazione illecita, quest’ultima, se si prendesse atto della cessione allo Stato di quei circa 6000 ‘reperti’, nel 2006, da parte della figlia di Jeanne Modigliani”.
Ma la Corrado si spinge oltre al contingente: “Il sequestro è comunque un’ottima notizia per lo Stato italiano. Sempre che il Ministero voglia finalmente assumere su di sé l’onore e l’onere di un’eredità molto importante sul piano culturale. Per la quale mi sono permessa di suggerire che la città di Livorno dovrebbe assumere il ruolo di protagonista, ma rilevantissima soprattutto sul piano economico. Il valore potenziale del marchio Modigliani, che gli Archivi consentono di gestire (la facoltà di autenticazione delle opere ha molto a che vedere con il fiorentissimo mercato dei falsi Modì), è infatti stimato in 100 milioni di euro”.