Osvaldo Licini torna nella sua città natale di Monte Vidon Corrado, Marche. È il Centro Studi Osvaldo Licini a dedicargli una mostra incentrata sulla sua opera paesaggistica. Dal 25 luglio all’8 dicembre.
Una mostra di ricerca, dall’intenso carattere riflessivo quella che attende l’estate marchigiana. La regione delle madri. I paesaggi di Osvaldo Licini inaugura il 25 luglio (per estendersi fino all’8 dicembre) a Monte Vidon Corrado, paese natale di Osvaldo Licini e promette di esplorare un tema caro all’artista, ma non ancora indagato a sufficienza.
Si tratta del rapporto tra Licini e il paesaggio marchigiano, la fascinazione per le vedute francesi, per quelle svedesi (pittrice svedese Nanny Hellstrom conosciuta a Parigi) e più in generale sulle dinamiche – e conseguenti soluzioni artistiche – con cui l’artista ha assorbito il dato naturale. In particolare la sua terra nativa – con i morbidi rilievi collinari, le montagne e il mare – si è sedimentato nella mente di Licini come un luogo idilliaco, a cui ritornare per attingere suggestioni o per operare artistiche variazioni su di esso.
Su queste, ovviamente, si concentrerà la mostra: 90 oli e trenta disegni, di cui 33 del periodo figurativo, 9 dipinti astratti degli anni Trenta e altri degli anni Quaranta e Cinquanta, provenienti da collezioni pubbliche italiane e straniere. Dunque, oltre alla qualità e alla quantità delle opere, grazie alla loro varietà abbiamo la possibilità di osservare le stesse forme e gli stessi luoghi mutare insieme allo stile dell’artista, celebre per il suo figurativismo fantastico.
Fondamentali in questa analisi anche le fonti pittoriche e letterarie a cui Osvaldo Licini si rifà, così come le descrizioni messe per iscritto nelle lettere a altri documenti che accompagnano il visitatori lungo la mostra. Del resto non c’è luogo migliore del Centro Studi Osvaldo Licini per approfondire la figura del grande artista novecentesco.