Il Museo Nacional del Prado di Madrid riapre dopo i mesi di chiusura imposti dalla situazione pandemica e lo fa con una mostra dedicata alla discriminazione sessuale in Spagna tra il XIX e XX secolo. Uninvited Guests. Episodes on Women, Ideology and the Visual Arts in Spain (1833-1931) unisce centotrenta opere, molte mai esposte, in un dialogo tra dipinti di artiste donne e di uomini pittori, da cui emerge il loro modo di ritrarre le donne, come volgari, streghe o schiave. La mostra sarà visitabile fino al 14 marzo 2021.
Uninvited Guests è il titolo della mostra con cui il Museo del Prado si impegna a perpetuare il suo ruolo di portavoce di artiste donne e del loro ruolo nella società dei due secoli appena passati. Il museo spagnolo, negli anni passati, ha tenuto due mostre, nel 2016 e nel 2019, dedicate la prima alla pittrice tedesca Clara Peeters e la seconda alle italiane Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana. In questo senso si inserisce l’attuale mostra, ancora una volta focalizzata sulle artiste donne – con dipinti provenienti dalla collezione del Prado e dagli archivi di altre istituzioni – e sul modo in cui invece artisti uomini ritraevano le donne dell’epoca, in un’indagine critica del loro lavoro.
Come tutto in fondo, anche questa situazione di marginalità vissuta dalle donne spagnole tra il 1800 e il 1900 è conseguenza della storia. La società patriarcale imponeva dei limiti esistenziali per le donne: non era loro concesso accedere all’educazione ufficiale ed erano escluse dalle accademie d’arte poiché la loro prima responsabilità era la cura della casa. Nei pochi casi di giovani artiste che accedevano alle scuole di pittura, oltre a dover passare prima per il permesso del padre o del marito, esse erano costrette a delle limitazioni di tempo e genere – i “soggetti femminili” erano la natura morta, il ritratto e la miniatura.
Come in un viaggio tortuoso pieno di ostacoli, accedere all’accademia e accontentarsi dei pochi “soggetti femminili” era solo la prima meta, poiché poi occorreva farsi conoscere e ottenere il consenso per esporre. Ma come era possibile farlo se la stampa ne ignorava crudelmente l’identità, nominandole con nomignoli come muchachas e señoritas? Spesso fu utile lasciare la Spagna per Parigi, culla dell’arte moderna.
Così, nonostante le poche probabilità, ci furono brillanti ed entusiaste artiste spagnole che riuscirono ad affermarsi nel panorama artistico internazionale. È il caso di María Luisa de la Riva, trasferitasi a Parigi dove fu libera di creare ed esporre; Elena Brockmann, prima donna a presentare un dipinto all’Esposizione nazionale del 1895. O ancora Julia Alcayde y Montoya, vincitrice del secondo premio dell’Esposizione nazionale; o María Roesset Mosquera il cui dipinto Full Body Self-portrait (1912) dialoga e risponde audacemente al dipinto Crisálida (Chrysalis) (1897) del pittore Pedro Sáenz Sáenz: alla spettinata, infantile, passiva e compiacente adolescente da lui ritratta in posa su un letto, indifferente ai giochi da bambini – come urgente risposta al bisogno maschile di controllo e influenza sul corpo femminile – fa da contraltare il monumentale e rispettabile autoritratto della Roesset Mosquera, che guarda determinata lo spettatore, sfidandolo a comprenderla.
Uninvited Guests, – dove gli ospiti poco graditi sono le artiste donne, sicuramente tra il XIX e il XX secolo, meno oggi – esponendo opere della collezione poco note, dà visibilità a lavori non sempre accessibili al pubblico, inserendoli in una nuova narrativa, oltre a portare avanti un’attività critica a favore delle artiste donne spagnole e non solo, sia come artiste sia come soggetti dell’arte.
Informazioni
Museo Nacional del Prado, Madrid
Uninvited Guests. Episodes on Women, Ideology and the Visual Arts in Spain (1833-1931)
Fino al 14 marzo 2021