Fino al 2 maggio 2021 le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano, nella sede di Palazzo Barberini, la mostra Plasmare l’idea. Pierre-Étienne Monnot, Carlo Maratti e il monumento Odescalchi, a cura di Maurizia Cicconi, Paola Nicita e Yuri Primarosa.
Un prezioso frammento di quella Roma secentesca movimentata dalle ariose, lambiccate visioni del cosiddetto stile barocco, ma non dimentica della bellezza classica eternata dai grandi maestri del Rinascimento, ci attende in un’ampia sala di Palazzo Barberini.
Vogliamo parlare della mostra Plasmare l’idea curata da Maurizia Cicconi, Paola Nicita e Yuri Primarosa, pensata per celebrare il recente acquisto da parte dello Stato – a favore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica – di un complesso e sontuoso modello policromo in legno e terracotta – di proprietà della famiglia Odescalchi – realizzato dallo scultore francese Pierre-Étienne Monnot (Orchamps-Vennes1657- Roma, 1733) per il cenotafio di Papa Innocenzo XI nella Basilica di San Pietro, su incarico del principe Livio Odescalchi, grande mecenate e collezionista, e su progetto grafico del celebre Carlo Maratti (Camerano, 1625 – Roma, 1713).
Un monumento in miniatura finemente lavorato, prodigo di dettagli, docile alle lusinghe della luce che, carezzandolo con voluttà, ne plasma e ne varia i contorni frastagliati e lo inonda di sfumature iridescenti. Lo troviamo associato a un secondo bozzetto, in terracotta, di poco anteriore, realizzato per lo stesso progetto ma differente nell’assetto compositivo e nel tono decisamente meno solenne e ieratico.
Si avverte nella mano di Monnot una chiara flessione berniniana, come si può constatare volgendo appena lo sguardo verso una parete laterale. Infatti anche Gian Lorenzo Bernini (Napoli,1598 – Roma,1680), forse il più autorevole esponente della cultura barocca, viene qui omaggiato con il busto in marmo del papa Clemente X, predecessore di Innocenzo XI. Scrutiamo ammirati la resa dinamica del piviale, scolpito con minuzia a simulare, con straordinaria maestria, la qualità tattile del tessuto.
Le tre pregevoli sculture sono attorniate da otto grandi tele – sette dipinte a olio da Carlo Maratti e l’altra, sempre a olio, dal suo maestro Andrea Sacchi (Roma, 1599 – Roma, 1661) – facenti parte di un ciclo dedicato ai dodici apostoli, commissionato dai Barberini. Simili a statue dipinte, le sacre figure, occupando la gran parte del perimetro del quadro, si offrono allo sguardo nella loro sobria, misurata imponenza.
Un esempio emblematico, questo, di un connubio stilistico non raro negli artisti di quell’epoca, di un sentimento della forma che guarda con ammirata emulazione alla ancor vitale maniera classica ma agitato – spesso con la complicità di un inquieto fondale atmosferico – da una tribolazione animica tutta secentesca.
Informazioni
Fino al 2 maggio 2021
Plasmare l’idea. Pierre-Étienne Monnot, Carlo Maratti e il monumento Odescalchi
a cura di Maurizia Cicconi, Paola Nicita e Yuri Primarosa
Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane 13, Roma