112 partecipanti provenienti da 46 Paesi, 63 partecipazioni nazionali, sei mesi di apertura fra Giardini e Arsenale. Architettura protagonista a Venezia
“La Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia aprirà il 22 maggio”. Ha esordito così, dichiarato il Presidente della Biennale Roberto Cicutto, nel presentare l’attesa rassegna che resterà visitabile fino al 21 novembre 2021. Ed è in effetti la notizia più importante, visto che la mostra era programmata per lo scorso anno. Poi rinviata a causa di una pandemia che ancora oggi non offre troppe garanzie. “Apriamo i Giardini e l’Arsenale con una consapevolezza ancora maggiore di quanto il lavoro della Biennale sia specchio del mondo contemporaneo, che viene qui interpretato e talvolta anticipato dalle proposte dei curatori e di quanti vi partecipano con le proprie opere”, ha aggiunto il presidente.
“Paolo Baratta, che ringrazio per aver accettato di accompagnare questa edizione dopo averla affidata al curatore Hashim Sarkis, scrive nella sua presentazione: ‘Abbiamo confermato che tra gli scopi di una Mostra Internazionale c’era anche quello di sollecitare desiderio di Architettura’. E vorrei aggiungere che mai come oggi c’è necessità di Architettura”, ha affermato Cicutto. E a soddisfare questa necessità proverà una Mostra Internazionale che comprende opere di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi. Organizzata in cinque “scale” (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet. Parte della mostra è anche How will we play together?, contributo di 5 architetti internazionali partecipanti, autori di un progetto dedicato al gioco allestito a Forte Marghera e aperto alla cittadinanza.
63 partecipazioni nazionali animeranno gli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Con 4 paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan. Il Padiglione Italia all’Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività contemporanea, è a cura di Alessandro Melis. Non mancheranno, come sempre, progetti speciali che coinvolgeranno le arti visive, con protagonisti del calibro – per fare solo qualche esempio – di Olafur Eliasson, di Giuseppe Penone, dell’artista israeliana Michal Rovner.
“L’attuale pandemia globale”, ha spiegato il curatore della mostra Hashim Sarkis, “ha senza dubbio reso la domanda posta da questa Biennale ancora più rilevante e appropriata, seppure in qualche modo ironica, visto l’isolamento imposto. Può senz’altro essere una coincidenza che il tema sia stato proposto pochi mesi prima della pandemia. Tuttavia, sono proprio le ragioni che inizialmente ci hanno portato a porre questa domanda – l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo e le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche, tra le altre – a condurci verso questa pandemia e a diventare ancora più rilevanti”.
Particolare attenzione, tanto il presidente quanto il curatore, hanno riservata al Leone d’oro speciale alla memoria assegnato a Lina Bo Bardi. “La sua carriera di progettista, editor, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore (convener)”, ha ricordato Sarkis, “nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna inoltre la tenacia dell’architetto in tempi difficili. Siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza”.
https://www.labiennale.org/it/architettura/2021