Bergamo e l’Ex Ateneo ospitano un omaggio all’artista bergamasco con 7 dipinti su tela di grande formato ed alcune piccole tele, a cura di Roberto Sala e Giuditta Ravasio
Bergamo e l’Ex Ateneo ospitano un omaggio a Luigi Ravasio, artista bergamasco, visionario e precorritore di molte istanze pittoriche, scomparso anzitempo nel 2018. S’intitola La libertà delle forme, a cura di Roberto Sala e Giuditta Ravasio, la personale dedicata al maestro Ravasio e che – dal 15 al 31 luglio 2021 – presenta 7 dipinti su tela di grande formato ed alcune piccole tele che ben raccontano il percorso geometrico e cromatico dell’artista bergamasco. Il dinamismo grafico di Ravasio – traccia e segno immediatamente riconoscibili della sua grammatica pittorica – prendeva avvio, in modo imprescindibile ed ancora oggi evidente, da un attento studio di forme e colori, testimoniato anche dall’infinità di schizzi, veri e propri progetti, che ha lasciato nella sua casa/studio invia Sant’Alessandro.
Nelle parole di Valentina Raimondo, storico dell’arte, è definita la traiettoria artistica di Ravasio, capace di saper intercettare i mutamenti della Storia per farne astrazione e visionaria costruzione: “All’interno del panorama artistico bergamasco, che ha conosciuto negli anni del secondo dopoguerra dei momenti di particolare vitalità, si inserisce la figura di Luigi Ravasio, artista che ha da sempre indirizzato il suo impegno in una ricerca formale improntata da una forte autonomia”. Se l’analisi della Raimondo procede evidenziando alcune delle principali dinamiche portate avanti dalla ricerca dell’artista – “Ravasio è uno dei promotori dell’astrattismo pittorico che trae spunto dalla connessione tra elemento geometrico e interpretazione costruttivista dell’universo creativo” e, ancora, quanto l’artista abbia creato “un linguaggio composto da forme geometriche e architetture che si connettono tra loro. Nelle sue tele Ravasio, infatti, costruisce uno spazio “altro” che talvolta assume un sentore vagamente metafisico” – essa determina uno spazio altro che sa, però, dialogare con ciò che è già noto e abitato da tutti noi. Forme, geometrie, colori, visioni, punti di fuga e messe a fuoco sono e saranno gli elementi principi di un incontro ex post di Ravasio con la sua Bergamo, con chi ne conosceva la spinta sperimentale ed anche la cura della costruzione formale; al contempo, sarà occasione unica per scoprire un universo tanto immenso quanto non troppo chiassoso che Ravasio non ha mai ostentato e che, oggi, nella sua città riprende posto tra il pubblico.
S’è parlato di doppia mostra ed infatti, a far da contraltare, o meglio, da ulteriore omaggio, in sincopato dialogo nella sala attigua a quella principale, un interessante confronto tra Luigi Ravasio e le fotografie di Roberto Sala, 5 scatti e 5 tele di medio formato che, in una sorta di amabile conversazione, generano il tentativo del docente dell’Accademia di Brera di raccordare l’inafferrabile e impalpabile energia che emerge dalle opere di Ravasio e di fermare i ricordi di un profondo affetto: Genesi di una astrazione spaziotemporale a cura di Azzurra Immediato. In questo percorso espositivo, tutto avviene in una azione che, nell’arco di decenni, scompone la rigidità semiotica del linguaggio pittorico e fotografico per inscenare mondi altri, laddove lo stravolgimento del già noto della pittura di Ravasio, ecletticamente vivida e animata da vibranti cromie, trova eco negli scatti di Sala, la cui trattazione del dato oggettivo, l’osservazione delle architetture urbane e di interni che lasciano molto più spazio alla fantasia, diviene sincronia retinica ed anche ontologica. Dinanzi al confronto diretto, promosso dalla mostra, osservante, tele e fotografie propongono un puzzle senza tempo, un tourbillon percettivo che se ipnoticamente attrae verso le opere di Luigi Ravasio, seducenti per energia uguale e contraria al nostro osservare e percepire con lo sguardo interiore, alla stessa maniera affascina di fronte alle fotografie di Roberto Sala, in cui ogni dettaglio, dall’allure perturbante, innesca un iconico cortocircuito, ove il reale, nella sua dimensione tangibile, si trasforma in tensione segnica, vettore, hic et nunc, di un riconoscimento ossimoricamente astraente. Il dialogo tra le due visioni, perciò, assurge alla definizione di un perimetro che trae dal reale la forza per deviarne le gabbie, per rendersi geometria variabile di inconscia e veridica costruzione di un immaginario duale dalla forza collettiva. La mostra, che inaugura il 15 luglio prossimo, aperta al pubblico sino al 31, è patrocinata dal Comune di Bergamo.
Ex-Ateneo, Bergamo
Piazza Reginaldo Giuliani
Dal 15 al 31 luglio 2021
orari di apertura
dal mercoledì al venerdì 17-21
sabato e domenica 10-13 / 16-21
Inaugurazione giovedì 15 luglio ore 18.30
Con il Patrocinio del Comune di Bergamo
www.luigiravasio.it