Al nuovo festival cinematografico Genovese vuole affidare un momento di sintesi per tutta la filiera del cinema italiano. Dieci film in concorso a Todi
“La sua specificità vuole essere quella dell’incontro. Non è un festival del film giallo, o del noir, o della commedia. È fatto per far incontrare chi fa questo lavoro con il pubblico”. L’oggetto? È l’Umbria Cinema Film Fest, nuovo festival che ieri ha inaugurato a Todi la sua prima edizione. E a metterne a fuoco il carattere è il direttore artistico, il regista Paolo Genovese, che da marzo di quest’anno presiede anche la “rinata” Umbria Film Commission, promotrice della rassegna assieme alla Regione Umbria e al Comune di Todi. “Quindi”, puntualizza Genovese intervistato da ArtsLife, “al di là di una selezione di dieci film molto diversi tra di loro, ci siamo concentrati nel far venire più ospiti possibile e creare diverse occasioni di incontro”.
E il via non poteva essere di maggior incoraggiamento: dopo una prima giornata di proiezioni, con tre dei film in concorso, la prima serata è stata monopolizzata dallo straordinario one man show di Christian De Sica, titolo Una serata tra amici, in cui il celebre attore ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera. E fino al 19 settembre si dipana un fitto programma, con l’ambizione “di rappresentare un momento di sintesi per tutta la filiera del cinema italiano”. Scenari, alcuni dei luoghi più importanti e suggestivi della cittadina umbra: dalla Piazza del Popolo a Palazzo Pongelli, dal Teatro Comunale di Todi al Cinema Nido dell’Aquila.
Il cinema sarà il grande protagonista, con una selezione di film italiani usciti tra il 2020 e il 2021, a cui la giuria, formata dai membri del comitato d’onore, assegnerà cinque premi: Miglior film, Migliore attrice, Miglior attore, Miglior sceneggiatura e Miglior fotografia. Un premio speciale, intitolato ad uno dei maggiori interpreti del mondo dello spettacolo recentemente scomparso, Gigi Proietti, sarà il Premio Gigi Proietti alla Carriera, che ogni anno verrà assegnato ad uno dei migliori attori del cinema italiano.
I dieci i film in concorso? Da Maschile Singolare (di Alessandro Guida e Matteo Pilati), a Bastardi a mano armata (di Gabriele Albanesi), Occhi Blu (di Micaela Cescon), Fortuna (di Nicolangelo Gelormini), Il Cattivo poeta (di Gianluca Jodice). E poi Comedians (di Gabriele Salvatores), Ritorno al Crimine (di Massimilano Bruno), La stanza (di Stefano Lodovichi), Tutti per Uma (di Susy Laude) e Morrison (di Federico Zampaglione).
Tra i tanti eventi in programma per Umbria Cinema Film Fest, mostre fotografiche, tavole rotonde, incontri. E presentazioni di libri: da quello di Luca Barbarossa, con la sua biografia, arricchita da suoi racconti e canzoni, a Sempre tornare, nuovo romanzo di Daniele Mencarelli, giovanissimo vincitere due anni fa del Premio Strega giovani. Altre suggesioni, ce le dà l’intervista a Paolo Genovese…
Perché l’Umbria? Perché Todi?
L’Umbria perché mi ha accolto, in qualche modo. Nel momento in cui cercavo di scappare da Roma, ho trovato questa regione. Che peraltro è la regione dei miei nonni, dei miei genitori. E me ne sono innamorato…
Lanciare un nuovo festival è un segno di fiducia, verso un certo ambiente…
È un segno di fiducia nelle persone. Penso ci sia molto bisogno di festival: nonostante in questo ultimo periodo ci stiamo chiudendo sempre di più – e il lockdown ha accelerato questa cosa – in casa, a vedere un po’ in solitaria, negli schermi casalinghi, film, documentari e serie, in realtà dobbiamo abituarci a condividere. Per questo nascono i festival: per spronare e spingere le persone alla visione condivisa. Una visione di piazza, come in questo caso, ma anche all’interno di un cinema…
Che stato di salute vive, l’”oggetto” festival, oggi?
Vive un duplice stato di salute. Da un lato è molto difficile organizzare un festival. I fondi sono quelli che sono, organizzare un evento simile è costoso e molto complicato, servono molte risorse. Tutti i direttori di festival che ho conosciuto in questi anni sono veramente dei supereroi. Persone che lo fanno veramente per una grande passione, affrontando grandi difficoltà. Dall’altro lato c’è il gradimento del pubblico, che si manifesta quando poi i festival prendono vita. Apprezzati, pieni di gente, di spettatori che amano il cinema, lo conoscono e vanno via entusiasti. Perché arricchiti della conoscenza non tanto dei film – importante, ma potrebbe essere soddisfatta nelle sale -, ma dalla conoscenza delle persone che ci sono dietro. Quindi i racconti, la masterclass, le conferenze, gli incontri. Tutte quelle persone che animano il mondo del cinema, e riescono a trasmettere amore e passione per questo lavoro.