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Milano città del Futurismo. Al Museo del Novecento arriva la collezione Mattioli

Giacomo Balla, Mercurio passa davanti al sole 
Giacomo Balla, Mercurio passa davanti al sole

La collezione Mattioli – che vanta 26 opere futuriste – è stata affidata al Museo del Novecento. Un’annessione importante, che giunge in concomitanza con il rinnovamento del percorso allestitivo del museo milanese.

La città del Futurismo è sempre più futurista. A un secolo dalla nascita della prima (e a lungo unica) avanguardia italiana, a Milano prosegue la storia dell’iconico movimento fondato da Marinetti. A pochi giorni dall’inaugurazione (il 30 settembre) del nuovo allestimento dedicato agli artisti futuristi nella galleria lunga dell’Arengario, il Comune annuncia l’annessione della collezione Mattioli al già ricco percorso del Museo del Novecento.

Notificata dallo Stato nel 1973 come “insostituibile testimonianza di momenti capitali della pittura italiana” e di conseguenza dichiarata indivisibile, la collezione conta 26 opere. Tra questi importanti lavori di Boccioni, Balla, Carrà, Morandi e Modigliani. Il valore assicurativo è di 143 milioni. Con la sua annessione, il Museo del Novecento – con più di 60 opere del genere – diventa “il museo più importante al mondo sul futurismo” dice Anna Maria Montaldo, direttrice del Museo.

Tra i capolavori presenti si spiccano Mercurio passa davanti al sole di Giacomo Balla, Manifestazione interventista di Carlo Carrà, Bottiglie e fruttiera di Giorgio Morandi e Composizione con elica di Mario Sironi. Interagendo con la già vasta collezione del Museo, vengono inoltre a crearsi interessanti sinergie. Ballerina blu di Gino Severini, ad esempio, si aggiungerà alla Ballerina bianca già presente.

Gino Severini, Ballerina blu
Gino Severini, Ballerina blu

La concessione, che si declina in un comodato gratuito per 5 anni rinnovabili, segna un punto di svolta nella vicenda della collezione. Mattioli, che fu molto legato a Depero e frequentò Marinetti, si prodigò come mediatore di un ascito di sculture di Boccioni alla città di Milano da parte di un donatore torinese. Teneva in particolare che anche il nucleo di opere da lui collezionato rimanesse nella città dove il Futurismo si era sviluppato. Alla luce del legame di Mattioli con Fernanda Wittegens, storica direttrice di Brera, il luogo ideale per accogliere la collezione sarebbe stato Palazzo Citterio, polo moderno della Pinacoteca. Sua figlia, Laura Mattioli, si impegnò da subito in tal senso.

Peccato che ancora oggi – dopo decenni di incertezze, rimandi, errori nei restauri e precarietà architettoniche – l’apertura di Palazzo Citterio continua incredibilmente a slittare. Così negli anni la collezione Mattioli, per essere esposta, è stata costretta a viaggiare. Prima al Peggy Guggenheim di Venezia, dal 1997 al 2005. Terminato il prestito in laguna, le 26 preziosissime opere hanno cominciato un tour mondiale per musei, da Madrid a New York alla Russia, che proprio oggi le ospita al Museo Russo di San Pietroburgo, pronte a passare al Puškin di Mosca. Dopodiché tornerà finalmente in Italia per aggiungersi al nuovo percorso espositivo del Museo del Novecento. “Inseriremo le opere nel percorso evitando di stravolgere, ma con armonia” spiega Montaldo.

Sarà l’ennesima tappa del viaggio della Collezione verso casa? Teoricamente sì, in pratica chissà. Palazzo Citterio pare un’Itaca difficilmente raggiungibile. Ad agognarla ci sono altre due importanti collezioni, Jesi e Vitali, bloccate a Brera in attesa di tornare visibili al pubblico. Le due raccolte, insieme a quella Mattioli e Jucker, già di proprietà del Museo del Novecento, aspettano di essere riunite. O quantomeno esposte.

Carlo Carrà, Manifestazione interventista
Carlo Carrà, Manifestazione interventista
Mario Sironi, Composizione con elica
Mario Sironi, Composizione con elica

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