A Palazzo Galeano, Lodi, dopo Marcello Maloberti, nome tutelare del progetto Platea, va in scena l’arte di altri giovani talenti, coordinati da Francesca Grossi. Fino a fine settembre è la volta di Vittoria Viale e, a seguire, Giulio Locatelli.
L’arte pubblica allarga i suoi confini e si presenta con un nuovo volto e una vetrina display per donare al pubblico più ampio la fruizione della creatività degli artisti. Siamo nel centro di Lodi, all’esterno del secentesco Palazzo Galeano, e Platea è la nuova associazione culturale nata nel 2020 e presieduta da Claudia Ferrari insieme a un gruppo di appassionati di arte e architettura che si sono dati l’obiettivo di sostenere artisti talentuosi presentandoli attraverso un nuovo dispositivo espositivo.
Ha esordito Marcello Maloberti, lodigiano di nascita e nome noto in ambito internazionale. Con un gesto generoso ha inaugurato Platea, presentando in un progetto concepito con la Galleria Raffaella Cortese la monumentale installazione fotografica Trionfo dell’Aurora del 2018 e una performance. Ha dato il via a una nuova concezione creativa e l’esposizione passa nelle mani dell’arte personale di giovani esponenti. A partire da Vittoria Viale in mostra fino a fine settembre e poi a seguire in ottobre Giulio Locatelli, Silvia Berry a novembre e Vittoria Mazzonis, che a dicembre chiuderà il 2021.
Responsabile del coordinamento degli artisti emergenti è Francesca Grossi, 23 anni, laureata in Pittura e Arti Visive. A lei spetta spiegare ad Artslife il significato profondo di Platea e il talento dei giovani che, uno dopo l’altro, saranno i nuovi fruitori della vetrina di palazzo Galeano, spazio insolito e di grande impatto per mostrare creatività e progettualità.
“Platea per la mia esperienza personale – sono giovanissima, ho solo 23 anni – è stata un’occasione fondamentale. Parlo anche a nome degli artisti che sono stati coinvolti in questo progetto. Ci è stata data la possibilità di interfacciarci con una realtà molto particolare, cioè di esporre dei lavori all’interno di una vetrina, visibile 24 ore su 24, da strada con la possibilità di confrontarsi direttamente con un’opera. Ed è stato difficile per tutti noi ideare le opere, perché non è facile ragionare tenendo conto della distanza che questa vetrina inevitabilmente crea, ma rappresenta anche, secondo noi, il punto di forza dello spazio”.
Marcello Maloberti ha inaugurato la vetrina display per Platea?
Platea ha coinvolto questi giovani artisti con la presenza di Marcello Maloberti che è stata fondamentale per la realizzazione di tutto il progetto perché ha proprio rappresentato il suo ruolo di nome tutelare. Ci ha seguito, ci ha consigliato, ci ha accompagnato nella realizzazione dei lavori e il nostro rapporto con lui è stretto perché è stato il nostro professore in Università ed è stato piacevole confrontarsi con una persona del genere.
Un altro lato positivo è che Platea ha permesso di creare un dialogo continuo, con tutte le figure che facevano parte dell’organizzazione. Con Marcello Maloberti, Claudia Ferrari, la direttrice dell’associazione Platea e tutti i suoi componenti che non hanno lasciato mai nulla al caso. È stato un continuo dialogo. E anche il nostro gruppo di giovani ha ampliato questo dialogo”.
La prima mostra, quella di Vittoria Viale dura fino al 23 settembre. La Viale, classe 1998, ligure si è laureata nel 2020 in Arti Visive alla NABA a Milano. La sua pratica artistica prende spunto dall’attenzione allo spazio nelle sue implicazioni espressive e comunicative. E come si esprime in questa occasione?
Vittoria Viale, la prima dei giovani artisti e protagonista del primo episodio artistico, dopo Maloberti, ha interagito con lo spazio di Platea ragionando sull’ambiente dello studio d’artista. Lei ha una pratica molto particolare che si concentra principalmente sulla raccolta di elementi che esistono già per darne una nuova fruizione. E lo fa attraverso i medium del disegno, della scultura, dell’installazione e dei video. Il suo lavoro consiste in una continua produzione, incessante per poi arrivare a un’installazione finale. Ha selezionato alcuni elementi per trasportarli all’interno dello spazio Platea, ricreando il suo concetto di ambiente e di studio d’artista.
Per portare lo spettatore a immergersi nella sua dimensione creativa e mostrando quello che è il suo processo di lavoro. E infatti all’interno dell’installazione si può vedere una parte di scultura, un disegno che lei ha fatto direttamente a parete utilizzando la griglia della finestra già esistente e realizzando un frottage a parete. Poi c’è un video prodotto in loop. Una sua peculiare caratteristica è lasciare anche i segni del suo processo creativo come gesso o ruggine, tutti elementi che sono volutamente esposti per portare lo spettatore a immedesimarsi ed entrare nel suo mondo creativo.
E dopo Vittoria Viale sarà la volta dell’intervento artistico di Giulio Locatelli a fine di settembre.
Giulio Locatelli inaugura il 29 settembre con un’altra installazione site specific. Lavora molto con la carta e il filo, interagisce con questi due materiali e lavora sul concetto di accumulo e sedimento. E metterà in relazione la carta, elemento primario della sua installazione con la vetrina che si trova di fronte alla biblioteca e ci sarà il collegamento tra il materiale che utilizza e il luogo installativo.
La cosa interessante di questi quattro artisti è che hanno delle pratiche completamente differenti e perciò la vetrina continuerà a mutare. Ci saranno continue trasformazioni e non si vedrà mai niente di simile rispetto all’opera precedente. E questa è un po’ la forza di questi artisti messi in relazione.
Quattro artisti diversi solo per la loro espressione creativa?
Sono veramente diversi uno dall’altro. È stato fondamentale un continuo confronto. Da due anni si è creata una contaminazione incessante di idee tra i vari artisti e si sono contaminati l’uno con l’altro e, anche se si tratta di esposizioni personali, è come se fosse una collettiva prolungata.
Dopo Giulio Locatelli è il turno di Silvia Berry e poi Vittoria Mazzonis a dicembre. E in seguito?
Ci sarà un breve periodo di stop e a primavera ricomincerà un nuovo ciclo con un altro artista affermato e un altro gruppo di giovani artisti che presenteranno le loro creazioni. Un nuovo ciclo che manterrà questo format con l’obbiettivo di promuovere l’arte giovane, come è nell’intento di Platea.
Come è stata accolta questa nuova idea artistica a Lodi?
Oltre al mondo dell’arte è stato interessante ed emozionante vedere come la città di Lodi ha apprezzato Platea. Si sentiva la necessità di qualcosa di nuovo che portasse arte e cultura nel centro di Lodi.