In mostra oltre 200 ritratti di Gastel, da Barack Obama a Marco Pannella, a Germano Celant. E un progetto commissionato da Swarowsky
“È stato un sofisticato ritrattista del mondo. Non solo visi, ma corpi, mode, gioielli, tessuti, ambienti. Con un sorriso, faceva sembrare facile il gesto infallibile e preciso di un grande fotografo”. Il soggetto? È Giovanni Gastel (Milano, 1955 -2021), e a parlare è Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, che a neanche nove mesi dalla scomparsa rende omaggio al fotografo attraverso due mostre. “Genio generoso e scanzonato che Milano e l’arte hanno perso, troppo presto”, aggiunge Boeri.
The people I like, a cura di Uberto Frigerio, presenta oltre 200 ritratti che sono la testimonianza dell’immensa varietà d’incontri che ha caratterizzato la lunga carriera di Gastel. Da Barack Obama a Marco Pannella, Germano Celant, Mimmo Jodice, Roberto Bolle, Franca Sozzani, Monica Bellucci. “I ritratti non sono percepiti come semplici rappresentazioni della fisionomia umana, ma lasciano trasparire un significato interiore più vero. Lo scopo è quello di indagare ciò che va aldilà dell’esteriorità, cogliendo la complessità del soggetto”.
In parallelo, la piccola mostra I gioielli della fantasia, realizzata in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea, presenta uno dei primi lavori che ha dato a Giovanni Gastel la notorietà internazionale. 20 immagini di un più ampio progetto commissionato all’autore da Daniel Swarowsky Corporation nel 1991 per l’omonimo libro, tradotto in quattro lingue, e la mostra di gioielli del XX secolo, entrambi curati da Deanna Farneti Cera. “Giovanni Gastel dà vita a una reinterpretazione fantastica e immaginaria dei gioielli da cui emerge tutta la sua straordinaria vena creativa. Ritroviamo qui l’eleganza stilistica e i temi centrali della sua ricerca artistica, il dialogo sincretico tra il mondo degli oggetti e quello della figura umana. L’ironia, il corpo e la maschera, il travestimento e la metamorfosi: un filo rosso che accompagnerà per tutta la vita il suo itinerario creativo”.