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Jan Fabre per la prima volta in mostra a Milano a settembre

Jan Fabre Tivoli 1990 Bic ballpoint pen on serigraph / Penna a sfera bic su serigrafia 23,3 x 17,7 cm / framed: 116 x 91cm Jan Fabre Tivoli 1990 Bic ballpoint pen on serigraph / Penna a sfera bic su serigrafia 23,3 x 17,7 cm / framed: 116 x 91cm
 Jan Fabre Tivoli 1990 Bic ballpoint pen on serigraph / Penna a sfera bic su serigrafia 23,3 x 17,7 cm / framed: 116 x 91cm

Jan Fabre Tivoli 1990 Bic ballpoint pen on serigraph / Penna a sfera bic su serigrafia 23,3 x 17,7 cm / framed: 116 x 91cm

Con “I Castelli nell’Ora Blu” in arrivo a settembre la prima personale di Jan Fabre a Milano

Jan Fabre (Anversa 1958) è un artista, coreografo, regista teatrale e scenografo belga. In questo momento è in mostra in Sicilia. Fino al 4 novembre Agrigento e Monreale “Jan Fabre – Ecstasy & Oracles” propone una selezione di lavori sia noti che inediti in un percorso che si snoda tra siti archeologici, luoghi di culto, monumenti e biblioteche delle due città siciliane. Nel 2017 è stato al Madre di Napoli con l’opera “L’uomo che misura le nuvole” e nel 2016 al Forte di Belvedere di Firenze con “Spiritual Guards”.

A settembre arriva nel capoluogo lombardo, dopo è già stato in diverse occasioni ma nella veste di regista teatrale. L’esposizione si intitola “I Castelli nell’Ora Blu” ed è la prima mostra personale mai ospitata a Milano dell’artista. Curata da Melania Rossi, aprirà al pubblico il 22 settembre nel nuovo spazio BUILDING aperto in pieno centro (nel 2017).

In mostra una selezione di lavori – in gran parte mai esposti prima perchè provenienti dalla collezione dell’artista- realizzati da Jan Fabre dalla fine degli anni Ottanta, incentrati su due temi per lui particolarmente significativi: i castelli e l’Ora Blu.
Disegni, collage, film, opere fotografiche e sculture compongono un percorso nell’immaginario più ‘romantico’ e poetico, ma sempre radicale e simbolico, di uno degli artisti più interessanti della scena contemporanea.

Jan Fabre (Anversa, 1958)  è una delle figure più affascinanti, complete e complesse della ricerca artistica contemporanea. A partire dagli anni Settanta, ancora studente – prima presso l’Istituto di Arti Decorative e Belle Arti e poi presso l’Accademia di Belle Arti di Anversa – intraprende un percorso di ricerca interdisciplinare, dedicato all’esplorazione delle modalità espressive più idonee per raggiungere, attraverso tecniche, materiali e linguaggi sempre in evoluzione e mutamento, il dominio del corpo umano e delle sue manifestazioni. Sapiente utilizzatore delle potenzialità del teatro, attraverso l’espressione narrativa e la pratica della messa in scena Fabre esplora la vita umana e le sue multiformi declinazioni, combinando elementi come la danza, la musica, l’opera, la performance e l’improvvisazione in un dialogo incessante tra il pubblico e se stesso. Nel 1984, con l’invito a realizzare uno spettacolo per la Biennale di Venezia intitolato The Power of Theatrical Madness (maratona caratterizzata dalla contaminazione dei linguaggi visivi e performativi della durata di 4 ore e 20 minuti), la sua pratica improntata sull’idea di metamorfosi dell’esistente si impone a livello internazionale. Il rapporto con il corpo, che emerge dalle sue performance, è indissolubilmente connesso all’interesse per altre discipline e forme di conoscenza, a partire dall’idea di mutamento e interazione tra elementi percettivi sia del mondo sensoriale che di quello spirituale. Fabre permette così alla filosofia, alla religione e alla scienza di penetrare le sue opere, in cui incorpora e trascende, con un approccio contemporaneo, temi e concetti della tradizione fiamminga: il riferimento a artisti quali Hieronymus Bosch, Jan Van Eyck, Pieter Bruegel si rigenera attraverso una pratica dedicata alla celebrazione della fragilità e al contempo della solidità della bellezza dell’uomo e del mondo, nei suoi processi interconnessi.  L’artista stesso afferma: “Tutti possono essere modellati, curvati e formati con un sorprendente grado di libertà”. In tale contesto si colloca la sua produzione scultorea, in cui la proposizione di gesti comuni e azioni prive di plasticità si configura in monumentali calchi corporali in cui l’artista ritrae se stesso. Tra le mostre personali dell’artista figurano Homo Faber (KMSKA, Anversa, 2006), From the Cellar to the Attic – From the Feet to the Brain (Kunsthaus Bregenz, 2008, Arsenale Novissimo, Venezia, 2009), PIETAS (Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia, Venezia, 2011; Parkloods Park Spoor Noord, Anversa, 2012), Hortus/Corpus (Kröller-Müller Museum, Otterlo, 2011), Stigmata, azioni e spettacoli, 1976-2013 (MAXXI, Roma, 2013; MUHKA, Anversa, 2015; MAC, Lione, 2016). Fabre è stato inoltre il primo artista vivente a presentare un’estesa mostra personale al Louvre di Parigi (L’ange de la métamorphose, 2008). La serie The Hour Blue (1977 – 1992) è stata esposta al Kunsthistorisches Museum di Vienna (2011), al Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne (2012) e al Museo d’Arte di Busan (2013). Le due serie di mosaici realizzati con le elitre dello scarabeo gioiello, Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (2011-2013) e Tribute to Belgian Congo (2010-2013), sono stati mostrati al Pinchuk Art Centre di Kiev (2013) e al Palais des Beaux-Arts di Lille (2013), oltre che a ‘s-Hertogenbosch (2016) per la celebrazione del 500° anniversario di Hieronymus Bosch, anno in cui Fabre presenta una mostra all’Hermitage di San Pietroburgo. Nel 2016 inaugura anche la mostra Jan Fabre. Spiritual Guards, presso Forte Belvedere, Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio a Firenze, mentre è attualmente in corso Jan Fabre. Glass And Bone Sculptures 1977-2017, una retrospettiva dedicata ai lavori in ossa e vetro, in mostra presso L’Abbazia di San Gregorio a Venezia.

 

 

JAN FABRE – I Castelli nell’Ora Blu

a cura di Melania Rossi
22.09.2018 – 22.12.2018

BUILDING
Via Monte di Pietà, 23 – Milano
T. +39 02 890 94995
E. info@building-gallery.com

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