Per la prima volta dopo il suo restauro esposto al Museo Diocesano di Milano il Presepe del Gernetto, realizzato da Francesco Londonio
Era destinato, in origine, a essere allestito durante il periodo natalizio occupando un intero salone di Villa del Gernetto, acquistata nel 1772 dal Conte Giacomo Mellerio. È da qui che prende il nome il Presepe del Gernetto, che in queste festività del 2023 prova a rubare a Napoli il trono delle rappresentazioni presepiali. Composto da circa 60 personaggi, dipinti su carta o cartoncino sagomati alti dai 35 ai 60 cm., è infatti visibile fino al 28 gennaio 2024 al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano.
La maggior parte delle scene sono state dipinte da Francesco Londonio (1723-1783), uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento, che proprio nella Villa del Gernetto, a Lesmo in Brianza, era solito passare lunghi periodi di villeggiatura. Un artista specializzato proprio in presepi, in scene campestri e raffigurazioni di animali. L’opera, entrata nelle collezioni del museo nel 2018, grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi, proviene dalla collezione Cavazzi della Somaglia. Ed è uno dei pochi presepi settecenteschi lombardi di questo tipo.
La mostra che vede al centro il Presepe del Gernetto, a cura di Alessia Alberti e Alessia Devitini, ripercorre la storia di questa particolare forma d’arte. Attraverso grafiche e dipinti dell’autore milanese, oltre al suo capolavoro, esposto per la prima volta dopo il suo restauro. Una tradizione diventata popolare, quella dei “presepi di carta”, che si diffondono a partire dal XVII secolo. Con figure dipinte a tempera o a olio su carta, cartone e su tavole di legno, e più tardi anche stampate. Queste sagome, di per sé bidimensionali, una volta collocate nello spazio in un contesto realizzato ad hoc acquistavano una teatralità e una sorta di tridimensionalità. Anche grazie alla presenza di un’ambientazione, di uno sfondo, di un sistema di quinte teatrali, divenendo di fatto un vero e proprio presepe.