Il nostro scopo è di trasformare in realtà una frase che fu famosa nello scorso secolo qui in Italia, e anche all’inizio di questo: i maestri in tutte le scuole dicevano ad ogni bambino nel paese: l’Italia è un giardino.
Le parole di Joseph Beuys, 15 vacche e 20 maiali sono il fulcro attorno a cui poter analizzare l’attività culturale svolta da Geraldine Blais in occasione della mostra, da lei curata, L’Italia è un giardino. Di ricerche estetiche agresti, fruibile fino al 19 marzo 2022 a Bellano, presso il Circolo di ArchiViVitali.
Negli spazi espositivi trova un posto di rilievo, per fama e necessità dialettica, la potente opera Difesa della natura del maestro sciamano. Una piccola cartolina che per formato e affinità mediale rimanda a uno scatto disorientante, a una fotografia che rappresenta delle mucche, o meglio vacche, solcanti un ampio specchio d’acqua. L’immagine è stata creata dal fotografo Carlo Borlenghi e rappresenta l’ultima transumanza realizzata utilizzando un cumbàll, storica imbarcazione del Lago di Como.
Potente l’impatto metaforico che subito scaturisce dopo lo spaesamento per l’inattesa visione: paesi resi inospitali da catastrofi climatiche, spingono su barche precarie tutti coloro che cercano nel Paese giardino un viatico verso rigogliosi campi. L’intera mostra sviluppa un intenso dialogo fra opere d’arte e tematiche ambientali, rifacendosi a una natura in stretto e fruttuoso rapporto con l’uomo.
Quella ideata da Geraldine Blais non è però la solita esposizione empatica che cavalca tematiche oggi alla moda. La curatrice instaura un dialogo fisico con Joseph Beuys, come l’artista tedesco passa un periodo della propria vita fra bestie da fattoria, fino a spingere il proprio coraggio, la propria necessità e le proprio riflessioni fra i pastori, sulle vette montuose. Il tutto in maniera sincera, non parte per una vacanza da borghesia annoiata, è vita vera.
Qui la differenza, qui la competenza nel generare un dispositivo all’interno del quale il fruitore può vivere un’esperienza. Le opere raccolte forniscono nuovi significati, non sono autonome o slegate dal contesto, divengono segni fonetici di un canto evocato da Geraldine. La melodia si origina nel grande corridoio voltato che introduce il dialogo con il pubblico. Come già ottimamente proposto dal Circolo in altre mostre, questo luogo non risulta neutro, per l’occasione è invaso da una maglia metallica che si svolge sopra le teste dei passanti, lungo tutto il percorso, sostenendo paglia, fiori e strumenti provenienti dalla vita contadina, alcuni utilizzati dalla curatrice.
Vivendo gli spazi, approfondendo il progetto e il territorio, si esce dalle classiche dinamiche da mostra e ben si palesa la differenza fra emotività nei confronti di una natura in pericolo e calda affettuosità di chi opera, con gesti semplici e privati, per la salvaguardia e l’attribuzione di un significato profondo alla natura in cui abita, e di cui non è salvatore ma parte attiva.
Sfiorando l’eresia, la scelta delle opere si pone sullo stesso piano delle scelte allestitive e di collocazione ambientale. Il progetto poteva essere differente, presentare altri lavori pur mantenendo tutta la potenza di significato sviluppata da Geraldine. La mostra si fa dialogo che si allarga a Bellano, luogo duro, selvaggio e bellissimo; mondo differente da quello cittadino, quasi isolato anche se facilmente raggiungibile in treno da Milano.
Bellano e L’Italia è un giardino. Di ricerche estetiche agresti divengono due voci di uno stesso racconto, di un viaggio antico dove diversi attori, dal sindaco al parroco, paiono personaggi provenienti da romanzi di un passato recente ma proiettati verso un futuro reale e davvero sostenibile.
Questo contenuto è stato realizzato da Marco Roberto Marelli per Forme Uniche.
L’Italia è un giardino. Di ricerche estetiche agresti
a cura di Geraldine Blais
23 ottobre 2021 – 19 marzo 2022
ArchiViVitali, Spazio Circolo – Via Manzoni 50 – Bellano
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