L’indomita Janette Beckman (Londa, 1959) riconosciuta come una delle più importanti street photographer, è celebrata dalla grandiosa monografia “Rebel: from Punk to Dior”, edita da Drago Edizioni, che raccoglie i lavori che si sono susseguiti in quarant’anni di carriera in cui la fotografa ha catturato l’indole più autentica di un’epoca attraverso momenti rivoluzionari di società, musica, moda e arte. Come dice Paulo Von Vacano di Drago Edizioni, “Rebel non è una canzone d’amore, ma un manifesto dello zeitgeist che ha catturato i cuori delle persone attraverso un viaggio fotografico che mi ha sempre colpito”. Il volume è stato pubblicato in concomitanza con l’omonima mostra a Fotografiska New York (fino al 10 gennaio 2022) pensata come una grande installazione fotografica che ripercorre i momenti salienti dello straordinario percorso di questa artista.
“Rebel: From Punk To Dior” è un libro sulla storia delle fotografie di Janette Beckman, partendo dalla scena punk in Inghilterra negli anni Settanta, per poi spostarsi a New York negli anni Ottanta, dove la fotografa ha documentato la nascita della cultura Hip Hop e underground. Punk e Hip Hop sono sottoculture affini, nascono infatti entrambe con spirito di rinnovamento da momenti di grande crisi sociale ed economica.
Ebbene sì, questo volume è un vero e proprio viaggio che racchiude il senso di tutto il lavoro di Janette Beckman nei mille aspetti dello spirito ribelle che si sono avvicendati nel corso degli anni. Racconta la fotografa come sia stato incredibile guardare a tutto il lavoro fatto in quarant’ anni, dal ritrarre le band, le persone per le strade, i concerti, fino alle situazioni più rischiose come venire a contatto con gang come la East L.A. Ma Janette Beckman non si è fermata a questo, infatti ha fotografato nel corso di decenni, le manifestazioni e le proteste sociali e politiche, da “Rock Against Racism” a “ Act Up”AIDS protest, “Women’s Rights” fino a “Occupy Wall Street” e al recente movimento “Black Lives Matter”, che, afferma l’artista” E’ la voce di una generazione che parla di centinaia di anni di razzismo, brutalità della polizia e ingiustizia sociale, sono loro i veri ribelli che stanno cambiando il mondo ora”.
Il lungo percorso di Janette Beckman è cominciato presto, negli anni Settanta a Londra, dove ha colto le sue prime suggestioni tra le strade, in un momento storico di forte recessione economica, dove i giovani londinesi erano stanchi, la povertà attanagliava la popolazione fino all’arrivo dell’era Thatcher: in questo clima nascevano tante sottoculture giovanili che rispecchiavano una reazione necessaria, una ribellione verso i vecchi sistemi di potere. L’artista studiava fotografia di giorno al London College of Communication, e la sera lavorava in un club giovanile a sud di Londra insegnando arte ai ragazzini, punk e mode, che spesso diventavano soggetti delle sue istantanee.
Viveva in uno squat con altri artisti impegnati con musica e arte. Amante di tutte le sottoculture giovanili dell’epoca, Janette Beckman ha fotografato Punk, Rockabillies, Skinhead, ragazzini ska, Mode, Teddy boys, fino all’entrata nella rivista “Sounds”.Qui l’editore Viven Goldman la incaricò di fotografare “ Siouxie and the Banshees” che si esibivano al Roundhouse, era il 1977. Riprendere “Siouxie and The Banshees” è stato un po’ come un battesimo del fuoco per l’artista che ben presto cominciò a collaborare anche con altre riviste, come “Melody Maker” e“The Face”. Ed è proprio per “Melody Maker” che, nel 1980, Janette Beckman venne in italia, a Milano col collega Paulo Hewitt, per incontrare e riprendere il gruppo“The Clash”. L’artista racconta l’atmosfera di quell’incontro, quando lei e il collega arrivarono al camerino, i membri della band erano palesemente strafatti e mentre rispondevano alle domande di Hewitt, la Beckman scattava foto in continuazione. Le fotografie di Janette Beckman sono brutalmente sincere, in ogni scatto ti senti partecipe della scena, è come entrarci veramente dentro, un talento eccezionale che nei suoi scatti ha sempre colto l’essenza autentica dei momenti e delle persone che ha immortalato.
Nel 1982 Beckman venne incaricata di fotografare il primo tour Hip Hop a Londa, il“New York City TrapTour”, un’esperienza che le cambiò la vita: vedere rapper, breakdancer, artisti dei graffiti esibirsi tutti sullo stesso palco la incuriosì molto, questi artisti avevano un atteggiamento e uno stile diverso rispetto ai punk britannici.Durante lo spettacolo serale la fotografa ha immortalato leggende della cultura hip hop come” Africa Bambaataa”, “Futura”, “Fab Five” e la crew “Rock Steady.” Fu così che l’artistadecise di trasferirsi a New York due mesi dopo: la stessa energia e eccitazione che c’erano sul palco pervadevano le strade, anche se il periodo storico non era fortunato, c’erano droga e disoccupazione, il divario sociale tra poveri e benestanti continuava ad aumentare, ma proprio da queste condizioni è nata la cultura Hip Hop, lo street style e la breakdance. Quando Janette Beckman si è spostata a New York, nel 1982 racconta che “Canzoni come “ Fight the power” dei Public Enemy che parlavano dell’essere neri in America, esprimevano il sentire di una generazione, erano suonate in stereo e nelle autoradio. Questi artisti dicevano ad alta voce messaggi che i ricchi bianchi nei loro quartieri non volevano sentire.”
L’artista non si è tirata certo indietro e quando ha cominciato a lavorare, nel 1983, per l’etichetta “Pop” e per la rivista“Paper” , si recava nel Bronx a fotografare artisti rap, coi quali instaurava un rapporto basato sullo scambio reciproco di esperienze, conquistandone la fiducia, e realizzando immagini splendide e sincere.
In quel periodo ha conosciuto il gruppo rap femminile “Salt-N-Pepa”, quando ancora non erano esplose nel panorama musicale. Per Janette Beckman queste artiste rappresentavano il potere femminile, scattò loro un sacco di foto, tra cui la più famosa, del 1987, dove la Beckman riuscì a catturare l’anima di ciò che erano “Salt-N-Pepa”: “donne giovani e vibranti in missione per conquistare un genere di musica dominato dagli uomini. E’ puro potere femminile”. Chi l’avrebbe mai detto che poi quell’immagine sarebbe diventata una delle più iconiche della storia della musica? E tante sono state le icone che sono state immortalate dall’occhio di Janette Beckman : Sex Pistols , The Police, Boy George, Debbi Harry, Slick Rick, Run-MDC, Ice cube, solo per citarne alcuni.
La Beckman ha allacciato importanti collaborazioni con marchi come Levi’s, Dior e Gucci. Racconta come Maria Grazia Chiuri, di Dior, la assunse per documentare la realizzazione della sua prima collezione perché amava le sue fotografie punk , e commenta “La moda ha uno spirito ribelle da Drapper Dan ad April Walker e ai marchi che vogliono che le persone si esprimano attraverso il proprio abbigliamento.”
Janette Beckman continua a celebrare il sovversivo col suo istinto infallibile e a riprendere manifestazioni e proteste, l’incrollabile spirito ribelle è vivo più che mai, dichiara infatti l’artista “Sono attratta dai ribelli, è la parola giusta. Si tratta di persone che seguono il proprio percorso. Sono le persone che si allontanano dal sentiero facendo le proprie cose indipendentemente dalle norme della società”.
https://www.dragopublisher.com
www.fotografiska.com/nyc
www.janettebeckman.com