Mercanteinfiera – la fiera dell’antiquariato (ma non solo) di Parma – conferma le sue date (dal 12 al 30 marzo 2022) e presenta le due collaterali che, come ogni edizione, accompagnano l’evento.
Un turbinio di indecisione e rinvii continua ad avvolgere il comparto fieristico. Arte Fiera è saltata all’ultimo e punta maggio quale mese papabile dove posizionarsi (pare, addirittura in via definitiva). Attende insomma che la primavera arrivi a distendere il virus e gli animi. Come lei tante altre realtà, nazionali e internazionali. Fa rumorosa eccezione Mercanteinfiera, l’appuntamento fisso di Fiere di Parma dedicato ad antiquariato, design storico e collezionismo vintage.
La Fiera conferma infatti le date – dal 12 al 20 marzo – per la sua edizione primaverile. Con uno sguardo particolare al ‘900. 40 mila mq di superficie espositiva suddivisi in quattro padiglioni dove sfila tutta la storia dell’arte: dal ‘600 al 900, dal Barocco al Classicismo, dal Romanticismo al Realismo e all’Art Decò. Così tra gli spazi della fiera si alternano opere e rarità di ogni tipo, provenienti da epoche e realtà differenti, una accanto all’altra in un denso susseguirsi di suggestioni. Un antico orologio Cartel del 1800 firmato da Antoine Thiout Paris vicino a un quadro di Cesare Viazzi, un visore stereoscopico dei primi del ‘900 per vedere le cartoline in tridimensione accanto a un quadro del dissacrante performance artist austriaco Hermann Nitsch.
E ancora le grandi griffe dell’orologeria (Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, IWC ecc…), della moda vintage e del design storico: Gio Ponti, Colombo, Fornasetti, Arne Jacobsen, Riccardo Giovannetti o Gaetano Pesce. In questo modo Mercanteinfiera contribuisce a ridare vita a oggetti iconici del passato, espressione di grandi avventure ideative e produttive.
Le mostre collaterali in programma
Partivano i bastimenti. Home sweet home America
Curata da Massimo Cutò, giornalista e collezionista, la mostra racconta il viaggio dei migranti italiani che ai primi del ‘900 si imbarcavano per l’America. La mostra prevede tre sezioni: il fenomeno emigrazione, le navi e la traversata. Si va dai poster delle navi alle réclame dei prodotti italiani già simbolo di un pionieristico “Made in Italy”; dalle suggestive foto di famiglia incorniciate allo sgabello da sciuscià, il lustrascarpe, umile destino di molti italiani. E poi le coccarde, le temutissime schede sanitarie di Ellis Island che decretavano l’inizio o la fine del sogno. Tutto accompagnato dalle canzone malinconiche capaci di evocare una patria ormai lontana.
Olivetti #StoriadiInnovazione
Un percorso distinto in tre tappe – macchine da scrivere, macchine da calcolo, pc stampanti e registratori di cassa – che vuole essere una riflessione sul concetto di design secondo Adriano Olivetti. Ovvero una metafora di responsabilità verso l’ambiente, la gente, verso il destino del prodotto e della società.
In esposizione si possono così trovare i modelli M40 e Lettera 22, la macchina da scrivere portatile che ha conquistato grandi giornalisti e scrittori da Indro Montanelli a Oriana Fallaci, da Enzo Biagi a Ernest Hemingway. E poi la Olivetti Valentine nata nel 1968 dal progetto di Ettore Sottsass e Perry A.King, le macchine da calcolo Divisumma 24 e 18, Summa 19 e Programma 101, il calcolatore da tavolo ritenuto da una parte della storiografia informatica il primo vero personal computer della storia.