La mostra Canova, gloria trevigiana. Dalla bellezza classica all’annuncio romantico racconta il rapporto tra lo scultore e la città, oltre che la sfaccettata opera di uno degli artisti più celebri di sempre. Dal 14 maggio a 25 settembre 2022 al Museo Bailo di Treviso.
Canova e Treviso è una relazione tanto profonda quanto poco discussa. “Nato trevigiano”, a Possagno, è a Treviso che nacque il suo mito. Grazie alla riscoperta critica della sua opera, ma anche alle leggende che circolavano in città. Come quella che lo vede realizzare, da bambino prodigio, una scultura a forma di leone da un pezzo di burro per sopperire a una mancanza durante un banchetto a casa casa Falier ad Asolo.
Inoltre, Treviso fu prima nelle celebrazioni dopo la morte. Nel 1823 commissionò la realizzazione di un busto a Luigi Zandomeneghi e un componimento musicale a Gioachino Rossini (queste musiche accompagneranno il visitatore in mostra). E ancora, quando nel dopoguerra ancora certa critica disprezzava Canova, Luigi Coletti rispondeva con la prima grande mostra monografica. Per capirne la portata basti pensare che, era il 1957, secondo centenario della nascita, e quella trevigiana fu l’unica mostra in Italia a indagare criticamente tutta l’opera dello scultore.
Ideale prosegue di questa tradizione è la mostra Canova, gloria trevigiana. Dalla bellezza classica all’annuncio romantico. A cura di Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello e Nico Stringa, l’esposizione completa una sorta di trilogia con le recenti rassegen di Napoli (che indagava il rapporto con l’antico) e Roma (la bellezza). Canova e la bellezza dell’antico, ma anche Canova come contemporaneo annunciatore romantico.
E difatti il confronto antico-moderno è portato alla sua massima espressione. Apollo del Belvedere a confronto con il Perseo trionfante, il Gladiatore Borghese a confronto con il Creugante. Restando sulle sculture eroiche, la mostra propone un inedito: il gesso preparatorio del Cavallo del gruppo Teseo in lotta con il centauro di Vienna.
La mostra lascia poi emergere la modernità romantica. Dalle stele funerarie (in mostra quella Falier e Volpato) alle meditazioni sulla figura femminile afflitta. Siamo nel campo delle Maddalene, ma anche dei gruppi gentili e amorosi (Amore e Psiche). E ancora i ritratti, le incisioni, le celebrazioni canoviane, la fotografia, altri gessi e armi: un percorso ricco di oltre 150 opere, sviluppato in 11 sezioni.
Infine una riflessione amorosa. Che tipo di amore corrispose tra Antonio Canova e Marianna Angeli Pascoli, bellissima contessa trevigiana? Un affetto piuttosto intimo, almeno guardando un piccolo cammeo con il ritratto di lui che si adagia sul seno di lei nel busto scolpito da Luigi Zandomeneghi.