La scorsa settimana, Basket of Wild Strawberries (1761) di Jean Siméon Chardin è stato venduto in asta da Artcurial al mercante d’arte di New York Adam Williams per 26,8 milioni di dollari, un record per l’artista.
O almeno, è stato così fino a quando il Louvre non ha deciso di reclamare l’opera. Sebbene il museo non disponesse dei fondi sufficienti per acquistare il dipinto asta, si è subito mobilitato per bloccare la vendita in quanto la tela è da considerarsi patrimonio nazionale. Dopotutto, è l’unica composizione in cui Chardin ha messo le fragole al centro del quadro.
Dunque, secondo la legge francese, non può lasciare il Paese. In particolare la Francia ha diritto di bloccare la vendita per 2 anni e mezzo. Il tempo necessario, nelle intenzioni, a trovare un compratore “interno”.
Una manovra non priva di lati oscuri e controversie, ma che in Europa trova largo utilizzo. Solo nell’ultimo periodo è successo in Spagna, dove addirittura il collezionista Jaime Botín è stato coinvolto in problemi legali dopo aver tentato di esportare la Testa di giovane donna di Picasso (1906) fuori dal paese. Peccato che l’opera fosse stata dichiarata tesoro nazionale.
Di recente, il Regno Unito ha vietato l’esportazione del Ritratto di Omai di Joshua Reynold (1776) dopo che l’Export Reviewing Committee ha affermato che il lavoro era di “eccezionale importanza” e “un lavoro significativo nello studio del colonialismo e dell’impero, dell’esplorazione scientifica e della storia del Pacifico”.
Come detto, ora il Louvre deve trovare i fondi per completare l’acquisto di Basket of Wild Strawberries. Ce la farà? Di certo si aspettava di potersi aggiudicare l’opera a un prezzo inferiore. Il record precedente per Chardin, per intenderci, era 8 milioni di dollari. Il Museo ogni anno destina circa il 20% della vendita dei biglietti al budget di acquisizione. Solitamente, la cifra accantonata è di $ 6 milioni – $ 7 milioni. Sufficiente per qualsiasi altro Chardin, ma non per questo.
Anche accumulando due anni di “risparmi” sembra improbabile che il Louvre riesca a mettere da parte fondi sufficienti per l’acquisto. Se non dovesse farcelo, può in ogni caso consolarsi con i 41 Chardin già presenti nella sua collezione.