Il restauro delle Procuratie, voluto e finanziato dalla proprietà, ovvero dalle Assicurazioni Generali, è firmato dall’architetto inglese David Chipperfield
“Il progetto dimostra come si possano conservare, tutelare e valorizzare con successo i beni culturali innestando architettura contemporanea di qualità”. Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha commentato la presentazione del restauro delle Procuratie Vecchie di piazza San Marco, a Venezia. Per la prima volta in cinque secoli di storia, apre al pubblico lo storico complesso, che corre dalla Torre dell’orologio al Museo Correr. Il restauro, voluto e finanziato dalla proprietà, ovvero dalle Assicurazioni Generali, è firmato dall’architetto inglese David Chipperfield. Cinque anni di lavori per intervenire sugli oltre 12 mila metri quadrati, distribuiti su tre piani. Che ora ospiteranno anche un auditorium, una caffetteria, uffici e spazi per l’arte.
“Questo è uno dei tabu che più dobbiamo superare in Italia”, ha proseguito Franceschini. “Riconoscere che parte della bellezza dei nostri luoghi d’arte sta nella sovrapposizione di stili tra loro: il Medioevo sull’Impero Romano, il Rinascimento sul Medioevo, il Barocco sul Rinascimento. Nei secoli in Italia tutto s’è mescolato e sovrapposto ed è evidente dall’architettura delle nostre Chiese e palazzi. Questo processo, però, s’è fermato nel Secondo Dopoguerra quando siamo stati persuasi che l’intervento di architettura contemporanea di qualità fosse quasi uno sfregio rispetto all’esigenza di tutela del bene architettonico. Quella decisione fu sbagliata perché, invece, si può innestare arte artica con quella contemporanea, finanche nei centri storici, quando l’intervento è fatto bene, come nel progetto di recupero e restauro realizzato qui alle Procuratie Vecchie di Venezia”.
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