Rainer – Vedova: Ora. è il secondo capitolo del dialogo espositivo che intercorre tra i due artisti. É aperta al pubblico dal 23 aprile al 30 ottobre 2022, a Venezia, nelle due sedi espositive del Magazzino del Sale e dello Spazio Vedova, alle Zattere.
Arnulf Rainer (Baden bei Wien, 1929) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006), pur nelle differenze generazionali e formative, erano legati da una lunga amicizia e condividevano una concezione similare dell’esperienza artistica. La loro storia, che ha tracciato un pensiero forte e autentico nella ricerca artistica del dopoguerra, testimonia un’umanità attenta e sensibile che esprime, attraverso le loro opere, la fragilità della nostra esistenza e la sua bellezza come entità consapevole della propria imperfezione.
Già una volta si sono trovati accostati. Nel 2020, a Baden bei Wien, nella sede dell’Arnulf Rainer Museum, dove la mostra Arnulf Rainer & Emilio Vedova: ‘Tizian schaut’ ha offerto l’occasione di reinterpretare, tramite i due artisti, le relazioni che hanno segnato la storia tra Venezia e Vienna. Ora le loro orbite si incrociano nuovamente in laguna.
Nello Spazio Vedova, quello che fu lo studio del pittore, è raccolta una selezione di opere realizzate dall’artista tra il 1949 e il 1993 senza seguire un percorso cronologico, ma articolate in sezioni tematiche per orientare con chiarezza l’intera rassegna: Contro, No, Venezia muore, Allarme, Umano, Confine, Plurimo, Per. I titoli sono stati scelti sulla base di parole ricorrenti negli scritti e nei discorsi di Emilio Vedova, ed esprimono in modo adeguato la realtà vedoviana e l’attitudine fortemente partecipativa della sua opera, generatrice di accesi e contrastati dibattiti.
Al Magazzino del Sale trova spazio il lavoro di Arnulf Rainer. Dalla sua produzione, che copre un periodo di oltre 70 anni, sono state selezionate le croci degli anni ’80 e i Kosmos dei primi anni ’90. Per Rainer “la croce è una metafora del volto umano”: così come la fisionomia assume molteplici forme, anche le sue croci possono essere declinate in una varietà di configurazioni. Se le croci sono caratterizzate dall’individualità, i Kosmos condividono tutti la stessa forma circolare. Il cerchio è una metafora dell’infinito, ma anche della perfezione. La parola greca kosmos sta per universo, ma significa anche elemento decorativo, ornamento. Nei tondi, il colore è più denso, con alcuni piccoli particolari incastonati nella pittura.