Primissime immagini e video dell’allestimento di Gian Maria Tosatti per il Padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia 2022
Ci eravamo detti ottimisti fin dai primi annunci, e non ci sbagliavamo. Eravamo positivamente impressionati dalla decisione (coraggiosa!) del Ministero della Cultura di presentare un Padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia affidato a un solo artista. Era ora che il nostro Paese seguisse le orme di realtà come Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Germania, che lo fanno invariabilmente da anni. E i risultati confermano il successo della scelta: nel merito, oltre che nell’accennato metodo. Il nome di Gian Maria Tosatti ha innescate molteplici riflessioni, positive o negative: ma difficilmente si potrà rilevare sulla sua serietà e prefessionalità (sì, ci vuole anche quella, eccome!). E l’installazione proposta spicca per la grande cura e l’integrità del concept.
“Finalmente l’Italia ha trovato il coraggio di puntare su un artista e presentarsi così sul palcoscenico globale’”, commentavamo – entrando primi visitatori – con il commissario del Padiglione Onofrio Cutaia. Ora ne siamo appena usciti, e ci perdonerete se le note critiche su “Storia della Notte e Destino delle Comete” – questo il titolo – sono per ora molto sommarie. Ma volevamo intanto farvi vedere subito immagini e video. “Una sequenza di spazi industriali originariamente adibiti a produzioni diverse custodiscono silenziosamente macchine ormai datate e in disuso, oggetti abbandonati e solitari”, anticipa il comunicato. “Non si percepisce nessuna traccia della presenza umana che un tempo li rendeva utili e funzionanti”.
E questo antico opificio ricostruisce magicamente una storia che è dentro ognuno di noi. Racconti di un’Italia vista tante volte nei film, o noi racconti di nonni o zii. Una storia fatta di lavoro, di dinamiche sociali che si costruiscono, di una vita che puoi ancora toccare ed annusare, invece che leggerla su uno schermo. L’evocazione cresce con l’assoluto silenzio, e con la forte componente olfattiva. E si esalta l’approccio critico di ogni visitatore, con la stupenda scelta di evitare qualsisasi supporto, didascalie, cartelli esplicativi. L’arte si manifesta quando noi riusciamo a sentirla, e nulla ci deve spiegare nulla… A presto per riflessioni più strutturate. Per ora voto 10!
