Fino al 31 ottobre 2022 a Roma la Galleria del Laocoonte e la galleria antiquaria W. Apolloni promuovono un omaggio all’arte di Fabrizio Clerici, del quale nel 2023 cadrà il trentesimo anniversario dalla morte
L’arte di Clerici espressa nei suoi ottant’anni di esistenza e la sua personalità hanno suscitato l’entusiasmo di grandi scrittori, da Leonardo Sciascia, Alberto Savinio, Dino Buzzati, a Jean Cocteau. La mostra si articola in cinque location per celebrare un artista di grande importanza non solo per Roma, che ha saputo celebrare e glorificare da par suo, ma anche e soprattutto per la maniera elegantissima con cui è riuscito a intrecciare la propria italianità nell’ordito del gran gusto cosmopolita dall’immediato dopoguerra in poi.
La grande pittura di Fabrizio Clerici – GALLERIA W. APOLLONI – Via Margutta 53/B
Nel contesto della galleria d’antiquariato W. Apolloni tra mobili e oggetti antichi sarà possibile ammirare diversi lavori. Tra tutti spicca il vasto dittico “Pro-Menade” (1973), dove il cavallo bronzeo dell’Artemision – un capolavoro ellenistico recuperato in mare, ora al Museo Nazionale di Atene – irrompe arroventato nella solitudine metafisica di una stanza vuota, raggiungendo una potenza d’immagine sovrannaturale, come se il demone equino de “L’Incubo” di Füssli fosse stato ridipinto da Magritte.
…alle Cinque da Savinio – GABINETTO DEI DISEGNI – Via Margutta 53b
Nel Gabinetto dei disegni adiacente alla Galleria W. Apolloni vengono esposti i 39 disegni originali che hanno dato vita a quel capolavoro del divertissement culturale di Fabrizio Clerici che è “…alle cinque da Savinio”. I disegni, tracciati a mano libera, quasi sempre con un pennarello rosso fine, provengono da un unico taccuino preparatorio per la celebre pubblicazione affidata nel 1983 all’edizione di Franca May. Si tratta di disegni che fanno rivivere l’antica amicizia fra Savinio e Fabrizio Clerici, che di quel volume illustrato fu l’autore delle tavole e il committente. Quando Clerici fece stampare il volume di illustrazioni “Alle Cinque da Savinio” con prefazione di Leonardo Sciascia, tutti videro, nel repertorio ornitologico in 48 tavole, in cui – uccelli di ogni razza interpretavano come in “tableaux vivants” le scene di vita quotidiana e le cerimonie di un’umanità borghese ormai scomparsa – un esercizio estremo nel genere dell’autoritratto: non nel rappresentare se stessi, ma tutti gli altri come se stesso.
La Grafica di Fabrizio Clerici – SPAZIO LAOCOONTE ANTICO/COONTEMPORANEO – Via Margutta 81
Nello spazio Laocoonte Antico/Contemporaneo è esposta una preziosa scelta di disegni e litografie di Fabrizio Clerici. L’opera più antica presente in mostra è un ironico “Autoritratto in veste di Generale Martinicano”(1932), in cui Clerici si presenta nella bizzarra uniforme di un caudillo da operetta. Tra gli altri lavori qui presentato, si segnalano una serie di litografie del 1942 dal segno grasso che ricorda il fare di Savinio, tra le quali vi è la struggente “Fine degli Omenoni” che immagina la rovina dei giganti di pietra che reggono la facciata del palazzo milanese che fu dello scultore Leone Leoni.
Eugene Berman e la Pittura Fantastica in Italia – GALLERIA DEL LAOCOONTE – Via Monterone 13
La prima sala della Galleria del Laocoonte è interamente dedicata all’arte di Eugene Berman, di cui si sono adunate una quarantina di opere tra disegni a china nera e inchiostro rosso, acquarelli, tempere e schizzi a matita. Si va dai “Capricci” che hanno per soggetto fontane immaginarie, ai paesaggi archeologici elaborati nel corso dei viaggi dell’artista in Italia e nel Medio Oriente, a figure di donne, evocazioni sognanti della propria moglie trasfigurata in figura mitologica, bozzetti per scenografie e costumi d’opera.
Oltre la sala dedicata a Berman, un’altra è dedicata agli artisti che con Berman e Clerici appartengono alla stessa “koinè” mentale, artisti cioè che hanno abitato lo stesso universo del sogno, della fantasia, e dell’immaginazione visionaria a cui questa mostra è dedicata. Si comincia, tra gli altri, con l’indiscutibile capostipite e iniziatore d’ogni surrealismo, il grande disegnatore Alberto Martini (1876-1954), già oggetto di mostre monografiche della Galleria del Laocoonte a Roma e a Londra. Vi sono poi Stanislao Lepri (1905-1980) e Leonor Fini (1907-1996), che con Clerici hanno costituito un’ideale costellazione artistica per gusti, affetti e bizzarrie. Andrea Spadini (1912-1983), figlio del pittore Armando, scultore e ceramista di grande abilità e di felicissima fantasia.
Il Fantastico Karel Thole – GALLERIA DEL LAOCOONTE – Vicolo Sinibaldi 5
L ’olandese Carolus Adrianus Maria Thole viene educato nella scuola d’arte del Rijksmuseum di Amsterdam. Grafico, illustratore, cartellonista, pittore d’affreschi e disegnatore di vetrate dopo la seconda guerra mondiale, lascia l’Olanda per trasferirsi a Milano nel 1958, nel pieno del “Boom” economico italiano.
In mostra una cinquantina di tempere di Thole all’interno del percorso espositivo dedicato a Clerici con il desiderio di mostrare da vicino la straordinaria tecnica pittorica con la quale l’artista olandese ha saputo padroneggiare un “medium” come la tempera come pochi hanno potuto ai tempi nostri. I trucchi delle avanguardie, cubismo, surrealismo, optical, pop, sono macinati nello straordinario eclettismo di Karel Thole fino ad ottenere un unico stile inimitabile e sempre coerente, capace di stupire e meravigliare lo spettatore.
FABRIZIO CLERICI, SURREALISMO E PITTURA FANTASTICA IN ITALIA
Una mostra promossa dalla Galleria del Laocoonte in collaborazione con la Galleria W. Apolloni
In cinque sedi a Roma:
Galleria W. Apolloni – Via Margutta 53b
Gabinetto dei disegni – Via Margutta 53b
Spazio Laocoonte Antico/Contemporaneo – Via Margutta 81
Galleria Del Laocoonte – Via Monterone 13
Galleria Del Laocoonte – Vicolo Sinibaldi 5