E’ il ritratto di un visionario quello che emerge dalle parole e dalle immagini della presentazione (svoltasi il 10 dicembre 2013 al Teatro Franco Parenti di Milano) del volume Skira “Fabrizio Clerici nel centenario della nascita 1913-1993“.
Sono intervenute alcune personalità vicine all’artista come Eros Renzetti, suo assistente e ora all’Archivio Clerici; Fabrizia Clerici, la nipote dell’artista; Monica Roccon scenografa che ha approfondito per la tesi di laurea la sua carriera teatrale come scenografo; Rosanna Ruscio, docente all’Accademia di Brera che ha scritto un saggio sull’opera di Clerici tra arredamento e design e Rita Rocca, giornalista Rai che moderava l’incontro. L’intervento è iniziato proprio con l’audio di un’intervista da lei realizzata alcuni anni fa. Queste testimonianze hanno permesso di vedere Clerici come uomo e non solo come “Artista”. Aneddoti privati e cari, hanno avvicinato il pubblico in sala allo “Zio” e al “Maestro”, permettendo di cogliere l’uomo anche nella sua sfera privata.
“[…] mi illudo di vivere a un’altra età o latitudine,
benchè altrettanto ed anche più perdute;
ma questo è un motivo di più
per godere della nobiltà,
della insinuante acutezza del suo disegno,
che non scava nel confuso dell’inconscio,
ma ritrova e libera un’antica, profonda poesia.”
Da una lettera di Giulio Carlo Argan,
Roma 20/02/1956
Il volume commemora Fabrizio Clerici nel 2013, anno del centenario della nascita e del ventennale della morte e documenta la sua vita e le sue opere con materiali inediti, essenzialmente provenienti dall’Archivio Fabrizio Clerici di Roma e da altre istituzioni, fondazioni e archivi internazionali.
Clerici è una figura eclettica, non facilmente incasellabile in una corrente o gruppo. Lui stesso ha rifiutato l’etichetta di “surrealista” che gli è stata assegnata nel tempo, ritenendosi semmai un pittore del “realismo irreale” e un “visionario cartesiano“, perchè nei suoi dipinti tutto è regolato dalla prospettiva e da una ricerca dell’essenziale.
Per diversi anni non è stato compreso dalla critica che ha avuto difficoltà a “etichettarlo”: surrealista? Metafisico? Allievo di Savinio? Non era niente di tutto questo, anche se alcuni elementi possono avvicinarlo in qualche modo a tutte queste correnti. Ma in nessuna si può trovare a suo agio.
A testimonianza di come inizialmente non sia stato compreso, la monografia si apre con una stroncatura del grande Gillo Dorfles riguardo una mostra a cui ha partecipato a Milano nel 1946: “Il surrealismo è defunto: l’han proclamato ai quattro venti esteti, filosofi, letterati; […] ma da noi in Italia si potrebbe affermare che il surrealismo non è mai nato o è ancora da nascere […] Oggi, in pittura, il surrealismo italiano resta affidato a ben pochi nomi: Savinio, Leonor Fini, Stanislao Lepri, Fabrizio Clerici. Di quest’ultimo, il Naviglio ci offre una saletta gremita di numerosi disegni. Clerici è un raffinatissimo disegnatore e un arguto calligrafo […] E tutto questo mondo in dissoluzione è composto con mirabile stile, con tratto sicuro, con fine grafismo, ma a cosa ci mena? E’ purtroppo una creazione già spenta prima della sua estrinsecazione. E’ la chiave di un enigma già noto“.
(Da Arti Plastiche, in “Domus”, n° 216, dicembre 1946)
Il volume, ideato e curato dall’Archivio Fabrizio Clerici di Roma, è il risultato di due anni di lavoro e di ricerche ed è ricco di contributi di grandi personalità del mondo dell’arte, come Federico Zeri – con uno scritto inedito – e Giulio Carlo Argan. E ancora testi di Jean Cocteau, Cesare Brandi, Ines Millesimi, Gioia Mori, Rosanna Ruscio e Monica Roccon.
SCHEDA LIBRO
Titolo: Fabrizio Clerici. Nel centenario della nascita 1913-1993
Curatore: Archivio Fabrizio Clerici
Descrizione: 24 x 28 cm, 336 pagine, 244 colori e 50 b/n, brossura
Collana: Arte contemporanea
Editore: Skira
Argomento: Arte contemporanea
Lingua: Bilingue (italiano-inglese)
Anno: 2013
Isbn: 8857221151
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