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Barcolana 54 di Trieste: il manifesto di Matteo Thun è un inno alla gioia

Cristina Scocchia e Mitja Gialuz Presentano il Manifesto di Barcolana 54
Cristina Scocchia e Mitja Gialuz Presentano il Manifesto di Barcolana 54
La 54.a edizione della Barcolana di Trieste è in programma per il 9 ottobre 2022. La partenza della regata più grande che ci sia è prevista alle ore 10.00 e il percorso a vertici fissi di circa 15 miglia posizionato nel Golfo di Trieste.

Il tema che contraddistingue la questa edizione di Barcolana Sea Summit è quello della gioia. O forse sarebbe meglio dire quello del colore, che è ben rappresentato dal manifesto di Theo Thun.

Il manifesto di Matteo Thun per l’edizione del 2022 è una sintesi perfetta, oltre che della commistione tra arte, uomo e natura, dei valori profondi che stanno alla base della Barcolana. Per i navigatori le correnti sono delle variabili indipendenti di cui si deve tener conto per tracciare la rotta. Nel definire l’edizione 54, che arriva dopo due anni di pandemia, stiamo riscoprendo proprio quei valori, dalla curiosità alla vitalità, dall’inclusività al rispetto” racconta Mitja Gialuz, presidente della Società Velica di Barcola e Grignano. “In fondo, l’immagine evoca anche un orecchio e ci rammenta la necessità dell’ascolto. L’ascolto del popolo della Barcolana che vuole tornare a vivere appieno la magia della regata più grande del mondo”.

Il manifesto di Matteo Thun si erge a simbolo di trasversalità e inclusività e rappresenta un altro step nel patrimonio di Illy, art director di Barcolana.

A partire dal 2015 con un’opera di Michelangelo Pistoletto che metteva in rilievo la centralità di Trieste e il ruolo dell’Adriatico, passando per Gillo Dorfles (2016), Maurizio Galimberti (2017), Marina Abramović che, con lo slogan “Siamo tutti sulla stessa barca” inoltrava un messaggio di solidarietà, ma anche di corresponsabilità (2018), Olimpia Zagnoli con un fotogramma di Trieste (2019) e poi in mezzo alla pandemia, una donna di Lorenzo Mattotti in rappresentanza delle grandi donne che hanno partecipato all’evento Barcolana (la donna in barca è in questo caso metafora della donna all’interno della società), ogni opera ha contrassegnato a modo suo i messaggi di apertura e di internazionalità che caratterizzano l’evento.

Per l’occasione Matteo Thun ha ricreato la sua impronta digitale, creando un percorso di linee che imitano le correnti marine, fonti di energia che vibrano e ricreano motivi caleidoscopici pieni di colore.

L’artista è così riuscito a esemplificare la volontà di ristabilire connessioni, alle quali l’intera società ha anelato e che finalmente si ricostituiscono, anche grazie a messaggi di positività che rifuggono il grigiore del periodo pandemico. Alla sua 54esima edizione Barcolana si appropria di questo messaggio, nello spirito che ha sempre contraddistinto l’evento: superare confini, abbattere barriere.e

Guardando da vicino il rapporto che intercorre o che dovrebbe esistere tra artista e natura all’interno dell’arte contemporanea, Thun sostiene una pervasività così spiccata della natura nel nostro mondo che è impossibile ignorarla. Così la crisi climatica non è una faccenda esclusiva della politica o della comunità scientifica, ma pertiene anche all’artista che grazie alla sua creatività ha margine per sensibilizzare sull’argomento.

La Barcolana rappresenta per me la gioia dell’impegno umano. Volevo attingere all’ottimismo della Regata per creare un manifesto che parlasse alla nostra natura umana ed esprimesse l’importanza di imprimere nel nostro mondo il tocco umano, il rispetto, l’empatia e la spontaneità. L’impronta sulla tazza illy che ho disegnato 30 anni fa porta un semplice messaggio: lasciamo un’impressione positiva nel mondo” chiosa Matteo Thun.

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