Venezia 79, tutti i film in programma. Cinque gli italiani in Concorso, Crialese, Guadagnino, Amelio, Nicchiarelli, Pallaoro
Venezia 79, tutti i film in programma. Archiviato in tempo record il Festival di Cannes – vi ricordate chi ha vinto la Palma d’Oro? – i riflettori sono già tutti puntati sulla prossima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. In arrivo un Concorso sopraffino.
Le cose importanti. Diretta da Alberto Barbera la Mostra avrà luogo dal 31 agosto al 10 settembre, ovviamente al Lido di Venezia. A giudicare i film del Concorso principale una giuria presieduta da Julianne Moore e composta da Mariano Cohn, Leonardo Di Costanzo, Audrey Diwan, Leila Hatami, Kazuo Ishiguro e Rodrigo Sorogoyen. Madrina della Mostra, Rocío Muñoz Morales (boh).
Ad aprire questa edizione è stato chiamato Noah Baumbach con White Noise, tratto dall’omonimo romanzo (stra)cult di Don DeLillo, nel cast Adam Driver, Greta Gerwig, Raffey Cassidy, André Benjamin e Alessandro Nivola. A marchio Netflix (come il precedente Storia di un matrimonio).
In Concorso cinque registi italiani: Luca Guadagnino, Emanuele Crialese, Susanna Nicchiarelli, Andrea Pallaoro e Gianni Amelio. Molto atteso (dai più attenti) il ritorno di Crialese (Respiro, Nuovomondo), in Concorso con L’Immensità. Roma, anni 70: un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Adriana ha appena compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo della madre e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare ad un punto di rottura. «L’immensità è il film che inseguo da sempre – ha spiegato il regista – è sempre stato “il mio prossimo film”, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro. È un film sulla memoria che aveva bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa. Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e umano, con Penélope Cruz».
Grande curiosità anche per il nuovo film di Guadagnino, che torna a dirigere Timothée Chalamet dopo il successo di Chiamani col tuo nome, un coppia vincente. Bones And All è la storia del primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee, un solitario dall’animo combattivo; Luca Guadagnino ha dichiarato: «C’è qualcosa in coloro che vivono ai margini della società che mi attrae e mi emoziona. Amo questi personaggi. Il cuore del film batte teneramente e affettuosamente nei loro riguardi. Mi interessano i loro viaggi emotivi. Voglio vedere dove si aprono le possibilità per loro, intrappolati come sono nell’impossibilità che si trovano di fronte. Il film è per me una riflessione su chi si è, e su come si possa superare ciò che si prova, specialmente se è qualcosa che non si riesce a controllare in sé stessi. E da ultimo, ma non meno importante, quando saremo in grado di trovare noi stessi nello sguardo dell’altro?».
Gianni Amelio (Il ladro di bambini, La tenerezza) invece porta sul grande schermo la storia di Aldo Braibanti, interpretato da Luigi Lo Cascio, in Il Signore delle Formiche. In Italia l’omosessualità non è mai stata un reato, ma… Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”. Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma.
Susanna Nicchiarelli dopo Nico, 1988 (sezione Orizzonti) e Miss Marx (in gara per il Leone d’Oro), torna in Concorso a Venezia con un nuovo ritratto tutto al femminile, stavolta con Chiara. Assisi, 1211: Chiara ha diciotto anni, e una notte scappa di casa per raggiungere il suo amico Francesco: da quel momento la sua vita cambia per sempre. La storia di una santa, la storia di una ragazza e del suo sogno di libertà (avete capito, no?!).
Un ritratto al femminile anche per Andrea Pallaoro (Hannah, Coppa Volpi a Charlotte Rampling), in gara con Monica, nel cast Trace Lysett e Patricia Clarkson. Monica torna a casa per la prima volta dopo una lunga assenza. Ritrovando sua madre e il resto della sua famiglia, da cui si era allontanata da adolescente, intraprende un percorso nel suo dolore e nelle sue paure, nei suoi bisogni e nei suoi desideri fino a scoprire dentro di sé la forza per guarire le ferite del proprio passato. Parole chiave: abbandono, accettazione, riscatto e perdono.
Tra gli altri titoli da tenere d’occhio in Concorso a Venezia 79. In lizza per il Leone d’Oro anche Gli orsi non esistono (No Bears), il nuovo film di Jafar Panahi, il regista iraniano di Taxi Teheran e Tre volti da poco arrestato per le sue posizioni contrarie al regime ultraconservatore del presidente Ahmadinejad. Gli orsi non esistono ritrae due storie d’amore parallele. Due storie in cui gli amanti vengono osteggiati dalle forze della superstizione, dalle meccaniche del potere e da ostacoli nascosti e inevitabili. Al cinema dal 6 ottobre 2022.
Blonde di Andrew Dominik è tratto dall’omonimo romanzo del 1999 di Joyce Carol Oates, e racconta la vita Marilyn Monroe, qui interpretata da Ana de Armas, già vista in No Time to Die di Cary Fukunaga, Acque profonde di Adrian Lyne e Cena con delitto – Knives Out di Rian Johnson. Nel cast anche Adrien Brody (Arthur Miller) e Bobby Cannavale (Joe DiMaggio). Targato Netflix.
Le star. Cate Blanchett è protagonista in Tár di Todd Field (Little Children), nei panni di una compositrice; Brendan Fraser (La Mummia, Demoni e dei) è invece il protagonista di The Whale di Darren Aronofsky (Leone d’Oro nel 2008 con The Wrestler), storia di un uomo oltremodo obeso che cerca di recuperare l’amore e il rispetto di sua figlia (tratto dalla pièce teatrale di Samuel D. Hunter), Tilda Swinton è tornata a lavorare con Joanna Hogg (The Souvenir) che l’ha diretta in The Eternal Daughter. Lontano dal cinema dal 2015 Alejandro González Iñárritu (Birdman, Revenant) torna con Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades, trama ancora top secret, annunciato come progetto personalissimo, film in quota Netflix.
Fuori Concorso. Ricchissimo anche la selezione dei film presentati fuori Concorso. Tra questi Don’t Worry Darling di Olivia Wilde, Kapag wala nang mga alon di Lav Diaz (già Leone d’Oro nel 2016), Kõne taevast, film postumo di Kim Ki-duk (Leone d’Oro 2021), Master Gardener di Paul Schrader (che riceverà il Leone d’Oro alla Carriera), Pearl di Ti West (prequel di X, il film horror dell’estate, al cinema ora) e Siccità di Paolo Virzì.
Serie TV, cose mai viste. Siamo pronti a farci stupire, sia da Copenhagen Cowboy, miniserie di Nicolas Winding Refn (Drive, The Neon Demon), passato a Netflix dopo l’esperienza di Too Old to Die Young con Prime Video, e Riget: Exodus, terza stagione della serie cult di Lars von Trier, The Kingdom.
VENEZIA 79. TUTTI I FILM IN CONCORSO
All The Beauty and The Bloodshed, regia di Laura Poitras (Stati Uniti d’America)
Argentina, 1985, regia di Santiago Mitre (Argentina)
Athena, regia di Romain Gavras (Francia)
The Banshees of Inisherin, regia di Martin McDonagh (Regno Unito, Stati Uniti d’America)
Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades, regia di Alejandro González Iñárritu (Messico)
Bones & All, regia di Luca Guadagnino (Italia, Stati Uniti d’America)
Blonde, regia di Andrew Dominik (Stati Uniti d’America)
Un couple, regia di Frederick Wiseman (Stati Uniti d’America)
Chiara, regia di Susanna Nicchiarelli (Italia)
Les Enfants des autres, regia di Rebecca Zlotowski (Francia)
The Eternal Daughter, regia di Joanna Hogg (Regno Unito)
L’immensità, regia di Emanuele Crialese (Italia)
Khers nist, regia di Jafar Panahi (Iran)
Love Life, regia di Kōji Fukada (Giappone, Francia)
Les Miens, regia di Roschdy Zem (Francia)
Monica, regia di Andrea Pallaoro (Italia, Stati Uniti d’America)
Šab, dākheli, divār, regia di Vahid Jalilvand (Iran)
Saint-Omer, regia di Alice Diop (Francia)
Il signore delle formiche, regia di Gianni Amelio (Italia)
The Son, regia di Florian Zeller (Regno Unito, Francia)
Tár, regia di Todd Field (Stati Uniti d’America)
The Whale, regia di Darren Aronofsky (Stati Uniti d’America)
White Noise, regia di Noah Baumbach (Stati Uniti d’America) – film d’apertura
FUORI CONCORSO
Dead For a Dollar, regia di Walter Hill (Stati Uniti d’America)
Don’t Worry Darling, regia di Olivia Wilde (Stati Uniti d’America)
Dreamin’ Wild, regia di Bill Pohlad (Stati Uniti d’America)
The Hanging Sun, regia di Francesco Carrozzini (Italia, Regno Unito) – film di chiusura
Kapag wala nang mga alon, regia di Lav Diaz (Filippine, Francia, Portogallo, Danimarca)
Kõne taevast, regia di Kim Ki-duk (Estonia, Kirghizistan, Lettonia)
Living, regia di Oliver Hermanus (Regno Unito)
Master Gardener, regia di Paul Schrader (Stati Uniti d’America)
Pearl, regia di Ti West (Stati Uniti d’America)
Siccità, regia di Paolo Virzì (Italia)
>> Tutto il programma completo, con le sezioni collaterali, sul sito della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.