L’architetto Luigi Smecca racconta il concept del suo progetto per i Giardini del Massimo; ovvero la riqualificazione di una serie di spazi, fra interni ed esterni, restituiti di recente alla città di Palermo nel rispetto della splendida architettura Liberty del Teatro Massimo.
La buvette, la sala quadrata piena di affreschi, il bookshop e, infine, il giardino, sono stati rinnovati grazie a un intervento, oggetto di concessione da parte della Fondazione Teatro Massimo di Palermo e inaugurato nelle scorse settimane.
Il concept del progetto Giardini del Massimo
“L’idea sulla quale si è basato il progetto è la permeabilità tra interno ed esterno”, spiega l’architetto Smecca. “I concetti di giardino e dunque di decoro floreale, che sono stati alla base di molte scelte progettuali, evocano volutamente lo splendore del periodo Liberty e si manifestano attraverso elementi non soltanto decorativi, ma fruibili e funzionali. In linea generale, abbiamo puntato sulla valorizzazione dello spazio esistente, rispettandone il valore spaziale e storico e facendo in modo che questi ultimi guidino le scelte progettuali”, conclude Smecca.
Nella Sala delle Volte, che funge da buvette ma che può ospitare anche eventi culturali, lo studio Luigi Smecca Architetti ha collocato due banconi, rivestiti frontalmente con ceramiche smaltate decorative che richiamano alla mente i colori e i decori del Liberty, uniti da un coronamento verde smeraldo. Mentre nella Sala dei Dipinti, dove si svolge la ristorazione, l’intervento è stato più soft, nel rispetto degli affreschi in stile pompeiano che decorano tutto l’ambiente, ma con un occhio all’esterno: il giardino (dove prosegue il servizio di ristorazione) è ben visibile dalle ampie vetrate, caratteristiche di un luogo che, a partire dalla fine dell’Ottocento e per decenni, è stato il caffè letterario dell’intellighenzia palermitana.
Prosegue Smecca: “A ispirare il progetto è stato innanzitutto il Teatro stesso: la storia, le maestranze, l’innovazione, l’ecclettismo dello stile, i decoratori, i pittori, gli schizzi degli architetti Giovan Battista ed Ernesto Basile. Una sontuosa decorazione interna con arredi, elementi in ferro, pitture e sculture, si contrappone alla struttura spaziale semplice e ad una volumetria chiara, armonica e geometrica”.
Per il giardino, l’architetto Smecca ha pensato di arricchire l’intervento con quattro installazioni a forma di foglie che, grazie a un delicato meccanismo mobile di luci e ombre, riparano i tavolini esterni. E appare come una casuale ma gradevole simmetria che proprio nella platea del Teatro Massimo sia presente un antico soffitto detto “a petali”, concepito per essere aperto e consentire il ricambio d’aria durante l’intervallo delle rappresentazioni.