Riccardo Muti dirige il nuovo allestimento del Don Giovanni di Mozart al Teatro Regio di Torino, dal 18 al 26 novembre. La regia è firmata da Chiara Muti
Riccardo Muti è sicuramente l’ultimo divo della musica colta. Un personaggio straordinario che appena entra in scena, anche se non sale sul podio, cattura l’attenzione di tutti e avvolge dentro la sua aura mitologica. Un mito ormai: dopo i colossali direttori d’orchestra scomparsi, resta lui. Già, lui solo è l’ultimo dei grandi per quella inconfutabile sapienza, intelligenza e ironia che ne fanno una persona speciale. Eccezionalità dimostrata anche alla presentazione della nuova produzione del Don Giovanni di Mozart al Teatro Regio di Torino, avvenuta giovedì 10 novembre presso il Foyer del teatro.
All’incontro erano presenti anche la figlia del Maestro, Chiara Muti, che cura la regia dell’opera, il Sovrintendente del Teatro Regio Mathieu Jouvin, il Direttore artistico Sebastian F. Schwarz, il Condirettore Generale di Reale Mutua Massimo Luviè e gli interpreti dell’opera, coi quali Muti si è intrattenuto amichevolmente prima di iniziare la conferenza.
“Che devo dire?” sono state le prime parole pronunciate dal Maestro, quando è stato invitato a prendere la parola. Ma di cose da dire ne aveva tante. In primis ha ringraziato il Sovrintendente e gli sponsor per avere consentito questa nuova produzione: “Se non ci sono soldi non si può fare nè Don Giovanni, nè Don Pasquale” ha detto scherzosamente con la schiettezza che lo contraddistingue e poi ha iniziato a mettere in luce le peculiarità del capolavoro mozartiano evidenziando soprattutto l’importanza del possesso del testo.
“Il possesso del testo in Mozart è fondamentale. Nella Triade Dapontiana il testo significativo è quello che sta sotto. Mozart è pieno di allusioni erotiche e la comprensione del testo che dialoga con la musica è fondamentale per capire il gioco continuo tra musicista e librettista. Mozart ci ha fatto un grande regalo con la Triade Dapontiana che sceglie la lingua italiana per queste sue magnifiche opere”.
Muti ha anche puntualizzato quanto oramai troppo spesso la regia sia diventata troppo invasiva rispetto a musica e canto. ”Quello che fanno molti registi di oggi non mi piace, come non mi piace il fatto che oggi per nuova produzione si pensi sempre al fatto registico. E la musica, la direzione, i cantanti dove stanno?…Ho chiesto a mia figlia di fare la regia dell’opera perché è cresciuta in un certo ambiente. Ha sempre fatto regie molto confacenti alla musica, che la rispettano”.
Chiara Muti infatti nel suo intervento ha fatto presente di avere avuto come maestro Giorgio Strehler. “Lui diceva sempre di essere un direttore d’orchestra mancato. Io come lui ho la pretesa di andare a cercare l’incanto. Il pubblico vuole questo dal teatro. E noi abbiamo il dovere di dare questo. Qui a Torino incontro solo sorrisi, per questo speriamo che il frutto del nostro lavoro dìa un Don Giovanni degno di Mozart e Da Ponte e anche dei sorrisi di chi crede in noi”.
Prima di chiudere la conferenza Muti non ha dimenticato di rimarcare il suo impegno affinchè la cultura italiana non sia dimenticata dalla politica e non si spenga. “Ci sono regioni d’Italia che non hanno nè orchestra, nè teatri. Come è possibile? Le orchestre RAI sono state smantellate, una vergogna! In America quando si parla di Europa si guarda solo a Germania e Austria, l’Italia viene menzionata solo per i Vincerò il cui acuto finale viene tirato da qualche tenore per mezz’ora, ma il canto comprende anche Monteverdi, Pierluigi da Palestrina, uno dei massimi compositori di musica polifonica sacra”.
Ma se l’ardore del Maestro forse non arriva a dovere sul tavolo dei Ministri è ascoltato senza dubbio da chi lavora con lui, i giovani, che da anni sono il suo massimo impegno e anche in questa occasione come accaddel’anno scorso, rivolgendosi ai giovani seduti in prima fila e a chi era seduto con lui, ha chiuso con “avete dimostrato di essere molto al di sopra dell’ottimo, di essere un’eccellenza importante non solo di Torino, ma anche dell’Italia”.
Il nuovo allestimento di Don Giovanni, sicuramente lo spettacolo di punta della Stagione 2022 del Teatro Regio, è realizzato in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo. Protagonista delle cinque recite dal 18 al 26 novembre è un cast di altissimo livello: Luca Micheletti, Jacquelyn Wagner, Mariangela Sicilia, Giovanni Sala, Alessandro Luongo, Francesca Di Sauro, Leon Košavić e Riccardo Zanellato.
Il Don Giovanni sarà diffuso in diretta giovedì 24 novembre alle ore 20 su Rai Radio3; la trasmissione sarà condotta da Susanna Franchi. Per desiderio del Maestro Riccardo Muti e del Sovrintendente Mathieu Jouvin, il Teatro Regio devolve l’incasso della prova generale di mercoledì 16 novembre alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus di Candiolo.
18-26 NOVEMBRE 2022