Il Padiglione Spagna festeggiava il centesimo anniversario dalla sua inaugurazione con la mostra Correcciòn – Correction, artista Ignasi Aballì, curatela di Bea Espejo
Cosa resterà della 59° Biennale di Venezia Il Latte dei Sogni, conclusasi domenica con l’eccezionale accesso di pubblico, oltre 800.000 visitatori? Resteranno nella memoria l’Arsenale con il padiglione italiano di Gian Maria Tosatti, quello Malta di Sassolino. E poi quello Singapore con l’interessante proposta di Shubigi Rao e il progetto collaterale di Hong Kong di Angela Su. Anche ai Giardini, oltre alla bella mostra del Padiglione centrale, sono risultati interessantissimi per ragioni differenti i padiglioni Australia, Danimarca, Polonia, Romania, Grecia, Belgio e Germania.
Ma da non dimenticare è anche il Padiglione Spagna, che festeggiava il centesimo anniversario dalla sua inaugurazione con la mostra Correcciòn – Correction. L’artista Ignasi Aballì, con la curatela di Bea Espejo, ha sviluppato un’osservazione ambientale minima notando che l’edificio è ruotato di appena 10° rispetto al vicino Padiglione Belgio. Annullando le distanze tra arte visiva e architettura. La mostra si apriva con sei guide turistiche per i particolari veneziani: i panorami, gli orizzonti, l’intonaco degli edifici…
L’artista ha creato un letto in cui il pubblico acquisisce un modo di vedere, la capacità di osservare il dettaglio, ciò che talvolta passa inosservato o si dà per scontato. Ci si muoveva verso lo spazio espositivo in cui l’ambiente era concretamente assestato e ruotato. L’intenzione, come suggerito dal titolo, quella di evocare l’ordine, il cosmo. Con una conseguenza paradossale, quella di generare il caos. Le pareti originali fuse con le nuove, creando spazi illogici ma affascinanti e sorprendenti…