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Ultimo spettacolo a Milano, l’installazione di Guido Segni per l’Edicola Radetzky

Guido Segni, Ultimo Spettacolo a Milano Photo credit Lorenzo Bacci
Guido Segni, Ultimo Spettacolo a Milano
Photo credit Lorenzo Bacci
Fino al 14 dicembre la frequenza cardiaca dell’artista Guido Segni risuonerà sulla darsena di Milano.

Una luce ad intermittenza rossa che illumina la sera della Darsena, un fascio di luce blu che scandisce la verticalità degli stativi su cui poggiano due faretti, come se questi fossero la vetta ultima di una scultura costruttivista. Un suono, attutito dai vetri e dal metallo, fuoriesce dall’Edicola Radetzky trasformandola in un club di cui viene celato l’accesso.

In Ultimo spettacolo a Milano, progetto di Guido Segni per Edicola Radetzky curato da Alessandra Ioalè e Andrea Tinterri, è il battito cardiaco di Segni ad essere protagonista, che monitorato dal cardiofrequenzimetro incorporato nel suo orologio digitale da polso e ritrasmesso in tempo reale, si manifesta nel contesto pubblico dello spazio di Edicola, che dal tramonto all’alba diviene la cassa di risonanza di una composizione algoritmica generativa in stile Psy-trance, la cui base non sono altro che i BPM riprodotti, come viene sottolineato dagli stessi curatori nel testo critico che accompagna l’installazione.

Guido Segni spettacolarizza la propria frequenza cardiaca, condividendo con il pubblico, in questo caso costituito principalmente dai numerosi passanti e dagli abitanti della zona, la scansione ritmica della propria quotidianità. È una sorta di diario in cui il suono e la luce rendono tangibile qualcosa che altrimenti rimarrebbe circoscritto alla gabbia toracica dell’artista. L’Edicola Radetzky fa da cassa di risonanza ponendosi in un luogo identitario della città, dove lo scorrere dell’acqua segnala un cambiamento continuo, quel fluire incessante e sempre diverso. Il ritmo cardiaco avverte ogni cambiamento d’umore, ogni attività fisica, ogni paura, ogni sorpresa che per la durata dell’esposizione sarà resa accessibile, anzi trasformata in evento.

Guido Segni, Ultimo Spettacolo a Milano
Photo credit Lorenzo Bacci

L’artista mette a disposizione il proprio corpo ma evitando di mostrarlo apertamente come la storia della performance imporrebbe. Dal corpo viene raccolto un dato in continua mutazione, un ritmo vitale reso tangibile attraverso una formalizzazione effimera. Guido Segni con il progetto Ultimo spettacolo a Milano segnala un atteggiamento ormai quotidiano, ossia la spettacolarizzazione delle nostre vite esposte al pubblico dominio, come costrette all’interno di vetrine, ma in questo caso l’artista sublima il processo epurandolo da ogni tipo di immagine. L’utilizzo del suono e della luce rende inaccessibile la forma del corpo e lo stesso ritmo cardiaco pur rilevando ogni nostra emozione o movimento, rimane iconograficamente muto. Gli stativi e i relativi faretti che stanziano all’interno dell’edicola vengono palesati per mostrare la costruzione di un processo, anzi più propriamente di uno spettacolo, sono strumenti funzionali ma che diventano monumenti inconsapevoli, totem che testimoniano una presenza.

Milano, città vetrina che trova sempre l’occasione per mettersi in mostra e fare festa, per esasperare ogni rituale mondano, Milano martellata dal ritmo di Guido Segni che concede il proprio cuore all’ultima spettacolarizzazione possibile, alla sua estremizzazione scenica.

La mostra sarà visibile fino al 14 dicembre, tutti i giorni dal tramonto all’alba.

Guido Segni, Ultimo Spettacolo a Milano
Photo credit Lorenzo Bacci
Guido Segni, Ultimo Spettacolo a Milano
Photo credit Lorenzo Bacci

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