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Reenactments (Bacchus). Conversazione con Polys Peslikas in occasione della sua mostra a ICA Milano

Polys Peslikas Silver Olio su tela montata su legno, 2021/2022 25 x 35 x 0.5 cm Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara Polys Peslikas Silver Olio su tela montata su legno, 2021/2022 25 x 35 x 0.5 cm Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara
Polys Peslikas Silver Olio su tela montata su legno, 2021/2022 25 x 35 x 0.5 cm Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara
Polys Peslikas, Silver, Olio su tela montata su legno, 2021/2022, 25 x 35 x 0.5 cm. Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara
In occasione di Polys Peslikas. Reenactments (Bacchus), mostra realizzata a cura di Alberto Salvadori presso ICA Milano (dal 28 novembre al 23 dicembre 2022), Peslikas ha presentato per la prima volta dei lavori su carta sui quali stava lavorando da circa tre anni.

Per sviluppare reenactments, infatti, ci vuole uno studio ben preciso e organizzato. Ed è proprio in questi spazi che si muove la ricerca di Polys, tra la libertà della ricerca e qualcosa di atavico, di classico, immutato, che è lì e non può essere modificato. Per l’artista, il tempo presente è costituito da continui reenactments, tentativi eterni di riprodurre qualcosa che è già stato o successo, ma che finalmente non è come in origine.

Per la realizzazione delle sue opere, Peslikas si interroga innanzitutto sull’etimologia del lemma; un esercizio che determina variazioni di titoli, e dunque variazioni nella pittura stessa. Da questi innumerevoli tentativi di ricreare l’originale, traspare un tentativo di fallimento, che diventa fonte di immaginario nell’atto demiurgico del suo essere pittore. Infatti, secondo Peslikas, il desiderio di fallimento genera un nuovo presente, sotto forma di reenactments.

Polys Peslikas iç oglani Olio su tela montata su legno, 2021/2022 20 x 15 x 0.5 cm Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara
Polys Peslikas, iç oglani. Olio su tela montata su legno, 2021/2022, 20 x 15 x 0.5 cm. Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara

Il sottotitolo, dedicato a Bacco/Dionisio, allude a quella peculiarità del dio, l’unico nel pantheon greco, di essere nato metà divino e metà umano, e che appunto fallisce e sbaglia come umano ma che è al contempo venerato come dio. “Dentro Bacco, vi è un’aura extra che abbraccia e include diversi concetti, dal corpo al genere, dalla sessualità al fallimento, che si muovono mobili in questa loro liminalità ontologica”.

Nella presentazione dei suoi lavori troviamo opere senza cornice, quasi a voler uscire dallo spazio e a dialogare con il pubblico, interrogandosi e interrogandolo, mescolandosi con il lungo corridoio e le specifiche possibilità espositive.

Il suo punto di vista è edulcorato dallo studio di Pasolini e Tsarouchis, e in gran parte anche dai molteplici stimoli cyber del quotidiano. Per Peslikas, Pasolini non solo è stato folgorante per il suo attacco alla realtà fenomenica delle cose, ma anche per come è riuscito a trasferire esteticamente il suo pensiero sulla pellicola cinematografica.

Tsarouchis, d’altro canto, arranca più in profondità nell’opera di Polys. La prima immagine che l’artista ha visto sui libri di storia dell’arte è stata il ragazzo con la rosa, e le sue quattro variazioni relative alle quattro stagioni. “All’inizio ero confuso se fosse una fotografia o un dipinto, ma tempo dopo mi si è rivelata chiara la potenza di quelle immagini. Il loro valore queer emergeva se messo a confronto con la ricezione eteronormativa. I marinai di Tsarouchis, più avanti, hanno rappresentato per me un’altra grande reference nella cultura visuale queer”.

Polys Peslikas Reenactments (Bacchus) Exhibition view Fondazione ICA Milano, 2022 Courtesy Fondazione ICA Milano Ph. Andrea Rossetti
Polys Peslikas, Reenactments (Bacchus), Exhibition view, Fondazione ICA Milano, 2022. Courtesy Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

L’occhio voyeur di Peslikas riconfigura una certa visione del mascolino, risultato di una serie di fattori che attingono a più fonti; ma non sempre questa visione è queerizzata, poiché diventa istituzionalizzata.

Il termine queer implica un’apertura, e una volontà di apertura: non mi sento libero quando si inquadrano l’identità e i concetti legati al queer, poiché diventano etichettati. Percepisco l’apertura quando l’artista va in studio, e vi è l’incontro tra l’esistenza dell’artista e la vita stessa dello studio: lì è possibile rintracciare una certa libertà, che poi diventa propria in ciascun opera. C’è infatti una resistenza nell’open studio, dettata dall’energia creativa che l’artista vi apporta, e formata dalla memoria di ogni idea lì sorta. Torna il concetto di reenactment, poiché questo processo è sempre un reenactment: l’artista, come ogni essere umano, è vascello di oggetti e idee, diamo e riceviamo – le opere d’arte esistono poiché noi abbiamo bisogno di vederle”.

Alcuni suoi tentativi potrebbero per questo considerarsi iconoclasti, reduci dalla lunga tradizione figurativa alla quale Polys appartiene. Il suo occhio è sia feticizzante nel ricalcare e sottolineare le gestualità, sia feticizzato poiché le opere guardano l’un l’altra creando un gioco di ripetizioni suggestive, come uno specchio che altro non è che l’atto pittorico.

Nel momento in cui il nudo maschile è feticizzato, lo è perché è molto esposto. Sono corpi che non sono disponibili. A me piace invece pensare che ne dipingo sempre qualcuno disponibile, come per esempio i marinai. Ne sono di fatto attratto ma voglio evitare romanticismi, non mi interessa la melanconia queer. Piuttosto mi chiedo quanto sia messa in discussione la mascolinità queer, come poterla esplorare, e celebrare. Non la si vede molto spesso purtroppo”.

Polys Peslikas Elbow caught up into ornaments Olio su tela montata su legno, 2021/2022 40 x 20 x 0.5 cm Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara
Polys Peslikas, Elbow caught up into ornaments. Olio su tela montata su legno, 2021/2022, 40 x 20 x 0.5 cm. Courtesy of the artist and Vistamare, Milano / Pescara

Per Peslikas, c’è una distinzione netta tra dettaglio e frammento: il primo, appunto, afferisce a un’interpretazione feticizzata e costretta, incanalandosi in una dimensione iperstrutturata; mentre il secondo è più libero, sebbene porti con sé sensi e significati storici.

La mia pratica è costituita da frammenti di cultura, miscelata a sentimenti di esperienze, non sarebbe lo stesso se parlassimo di dettagli: Cipro è un’isola, l’idea del frammento è sempre stata presente nella mia vita a partire dal mio luogo di provenienza. Per realizzare un reenactment, per esempio, mi interessa di più il frammento che un dettaglio. Il dettaglio di un corpo non avrebbe lo stesso senso che avrebbe un frammento di un corpo. I frammenti possono essere indipendenti, possono avere vita propria se lontani dall’insieme: se prendessimo in analisi un torso di una statua, il frammento sarebbe indipendente, per il dettaglio dovremmo allontanarci per comprenderlo a pieno e dunque non avremmo una visione completa. Feticizzare il dettaglio ci ha allontanato dalla libertà di viverlo, come si è legati a esso si è legati a qualcos’altro che lo contiene”.

Frammenti tessuti, smembrati e reintessuti in più livelli che fungono da esercizio costante nella pratica pittorica di Peslikas; e che l’anno prossimo verranno trasformati e presentati in due nuove mostre ad Atene.

Ad Atene presenterò il risultato di ricerca legato a materiale fotografico d’archivio che ho esposto la prima volta nel 2004, per la sua presentazione dopo quasi vent’anni verrà pensata una nuova installazione, accompagnata da uno scratch book. Un’altra idea che accompagna il mio pensiero circa l’altra nuova mostra è visualizzata nell’idea di costituire una libreria, trasformando lo spazio in concessione, con un taglio curatoriale: un vero e proprio display su le diverse pratiche e media ai quali ho lavorato, dal 2008 circa, con un focus sul corpo”.

Questo contenuto è stato realizzato da Nicola Nitido per Forme Uniche.

https://www.instagram.com/peslikaspolys/

https://www.instagram.com/ica_milano/

https://www.icamilano.it/it/mostre/polys-peslikas-reenactments-bacchus

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