Il Festival Monaco Dance Forum 2022 rinnova il suo impegno di ricerca artistica nel campo della danza. Ecco gli eventi principali della nuova edizione.
Nel Principato di Monaco il mese di dicembre è tradizionalmente dedicato alla danza. I Balletti di Monte-Carlo, eredi dei Balletti Russi, sono un campo di sperimentazione permanente e il Monaco Dance Forum, votato fin dagli inizi alla trasversalità di generi e culture, si prende cura di assolvere a questo compito attraverso la sua collaudata formula fatta di grandi spettacoli e di ricognizione colta e appassionata nei diversi territori dell’arte coreutica.
Invitate dal Monaco Dance Forum 2022 aprono il Festival quattro Compagnie internazionali. Prima in cartellone la Gauthier Dance//Dance Company Theaterhaus Stuttgart interpreta The seven Sins (10 dicembre 2022) nella Salle Garnier de l’Opéra de Monte-Carlo. Sette fra i più importanti ed innovativi coreografi contemporanei Aszure Barton, Hofesh Shechter, Marco Goecke, Marcos Morau, Sasha Waltz, Sharon Eyal, Sidi Larbi Cherkaoui hanno trasformato nel loro personale linguaggio poetico i sette peccati capitali per un diabolico, coinvolgente “tableau”.
Il 12 dicembre viaggio ai confini dell’Oriente con lo spettacolo Swayambhu, interpretato da Shantala Shivalingappa, la star della danza Kuchipudi che affascinò Bejart e Pina Bausch. Appuntamento il 14 dicembre nella Salle Prince Pierre del Grimaldi Forum quando la Compagnia Kors’ia interpreta Igra. Vincitore del bando Vivo d’Arte, Igra si ispira all’ambiguo e sorprendente Jeux coreografato nel 1913 dal mitico, prodigioso danzatore e coreografo Vaslav Nijinsky (1889-1918). Mattia Russo e Antonio De Rosa hanno immaginato un balletto sul vagheggiato rapporto amoroso tra un giovane e due donne su un campo da tennis, a moltiplicare turbamenti e sospensioni il racconto lascia spazio a una modernità fluida e conturbante.
Dopo il successo di Siena nel 2014 torna, molto attesa in Principato, la Compagnia La Veronal (16 dicembre Grimaldi Forum) con Sonoma. Scritta con precisione e furore dal pluripremiato Marcos Moreau, fondatore de La Veronal, il coreografo spagnolo vi butta dentro tutta la grazia e la rabbia che caratterizzano i suoi lavori; la sua confidenza con il teatro; il suo universo punteggiato di influenze pittoriche, letterarie, cinematografiche e con essi tutti i colori dell’umano. In Sonoma (il titolo fa riferimento a soma corpo e sonum suono), Morau segue il tema sviluppato in un precedente lavoro nato per il Ballet de Lorraine nel 2016, “Le Surréalisme au service de la révolution”, ispirato a Luis Buñuel e al mondo onirico del cineasta spagnolo, al suo pensiero critico e politico, al vissuto personale e alla passione per il tamburo, strumento del folklore di Calanda e di Aragona, fra ritmi folkloristici di splendida e folle vitalità.
In omaggio al Principato e ai Balletti Russi La Compagnia dei Balletti di Monte-Carlo interpreta Les Noces (17 e 18 dicembre, Grimaldi Forum), rilettura del divertissement firmato Bronislava Nijinska e Igor Stravinsky. La pièce è qui presentata assieme a Opus 40 di J.C. Maillot, appassionata ode alla giovinezza su musiche di Meredith Monk.
Fra le tante proposte del Festival esposizioni e performances, cicli di proiezioni, conferenze, ateliers, master classes, workshops esplorano lo stile dei coreografi invitati. Il 15 dicembre le Compagnie 6eSens e Dk-Bel portano la loro commovente riflessione sull’inclusività della danza a tutti i livelli. E per i cinefili sarà proiettato West Side Story di Robert Wise e Jerome Robbins (18 dicembre).
Bouquet finale dal 27 al 31 dicembre: sul palcoscenico della Salle des Princes del Grimaldi Forum i 50 ballerini della Compagnia dei Balletti di Monte-Carlo ripropongono il Faust di Jean-Christophe Maillot, opera magistrale che danza la morte, la vita, il desiderio di eternità. La sensuale pièce tratta del mito che più ha sedotto nel tempo scrittori, poeti, artisti, musicisti, cineasti mette in scena Faust, eroe romantico e moderno funestamente diabolico, la sua incessante lotta tra il bene e il male, il desiderio dell’eterna giovinezza, l’erotismo, la bellezza, l’amore, seguiti implacabilmente dalla colpa e dall’ espiazione.
Tappa fondamentale del suo lavoro di coreografo, per ridare nuova vita ad un’opera a carattere universale, J.C. Maillot ha concepito il balletto come una trilogia, una relazione triangolare fra i personaggi-chiave del mito, Faust, Margherita e Mefistofele. La prima parte è una sinfonia fortemente emotiva, vi è una grande enfasi che ben corrisponde alla personalità terrena e sanguigna di Faust. La seconda parte evoca invece qualcosa di aereo e puro che corrisponde all’ideale femminile impersonato da Margherita, per finire, il male assoluto, l’inferno di Mefistofele, l’espiazione di Faust e forse un possibile riscatto.