Print Friendly and PDF

Lartigue, il fotografo che inventò la felicità

« Anna la Pradvina, aussi appelée "La femme aux renards", Avenue du Bois, Paris, 1911 » Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL
« André Haguet, un cousin de Lartigue, Forêt de Rambouillet, 1938 »
Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

Fino al 30 marzo, la retrospettiva dedicata all’enfant prodige della fotografia francese Jacques Henri Lartigue arricchisce gli spazi della Fondazione Ferrero ad Alba

Bagnanti in topless a Cap d’Antibes, signore impellicciate al parco, attrici dallo sguardo languido. Gli scatti di Jacques Henri Lartigue (1894 – 1986) ci fanno ripercorrere il Novecento, specialmente la BelleÉpoque resa eterna dai suoi scatti in bianco e nero.

Dopo il successo di Venezia, Milano e Roma, la retrospettiva dedicata all’enfant prodige della fotografia francese approda negli spazi della Fondazione Ferrero ad Alba.

La mostra aperta fino al 30 marzo, è a cura di Denis Curti, Marion Perceval e Charles-Antoine Revol della Donation Jacques Henri Lartigue ed è realizzata con la collaborazione della Casa dei Tre Oci di Venezia e la Donation Lartigue.

Per la tappa cuneese l’allestimento conta su una collezione di scatti speciali che esaltano le bellezze del luogo. La famiglia della terza moglie dell’artista, Florette, era infatti originaria di Piozzo (CN) come possiamo vedere da alcuni scatti dell’epoca.

« Anna la Pradvina, aussi appelée “La femme aux renards”, Avenue du Bois, Paris, 1911 » Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

Nelle Langhe Lartigue amava trascorrere lunghi periodi di vacanza per scrivere, dipingere, e scattare fotografie.

In mostra troviamo 120 immagini racchiuse in un arco temporale che va dagli inizi più “amatoriali” fino alla consacrazione artistica del 1963 quando il MOMA di New York decide di dedicargli un’importante personale a cura di John Szarkowski.

Il percorso si apre con i primi tentativi del fotografo che scatta nell’intimità della sua famiglia, immortalando il fratello come la domestica che cade dalla bici.

Il percorso prosegue con gli anni ’20 e ’30 che furono per lui molto prolifici soprattutto per le serie più estetiche e posate.

Tra le foto più significative quelle in Costa Azzurra e quelle con Reneé Perle che fu una delle sue muse predilette nonché amante.

Lartigue, come dimostra il suo portfolio, viaggiò molto anche all’estero soprattutto per delle mostre di pittura, non molti sanno che il suo alterego con i pennelli era famoso per la sua predilezione per i fiori.

Di sala in sala, scatto dopo scatto, emerge come nella sua arte la dimensione sociale e la realtà individuale riescano a collimare perfettamente.

« Coco, Deauville, 1938 »
Photograph by Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL

Nonostante ciò, a parte qualche pubblicazione e degli altri lavori, per lungo tempo l’artista come fotografo rimase piuttosto anonimo né riuscì a sfondare come pittore.

La svolta avvenne negli anni ’60 a New York quando la mostra al MOMA lo inizia al grande pubblico.

Ha 69 anni ma è il suo momento: comincia ad avere successo e incontrare altri artisti, come Avedon che lo spinge a pubblicare un libro relativo alle attività degli anni ’20. Lartigue continuerà a dipingere ma sarà la fotografia a renderlo celebre in tutto il mondo come il fotografo che aveva inventato la felicità.

 

Jacques Henri Lartigue
17 febbraio – 30 marzo 2023
Fondazione Ferrero
Strada di mezzo, 44 – Alba (CN)

Commenta con Facebook