Dopo sette anni di esistenza in formato itinerante, la Galerie T&L apre una sede al 61 di rue de la Verrerie a Parigi, nel cuore del Marais
Per questo nuovo spazio di 150 m2, con un programma di mostre che metteranno in dialogo l’arte degli anni ’50-’70 e la creazione contemporanea, con un particolare interesse per i diversi approcci alla figurazione.
Fondata nel 2015 da Tancrède Hertzog e Léopold Legros su un modello nomade, la galleria cambia modello senza mutare identità. I due giovani galleristi hanno scelto di posare le valigie nel Marais che conoscono bene, senza rinnegare il gusto per i viaggi e l’avventura: oltre al programma parigino, la galleria continuerà ad organizzare mostre “fuori le mura”, in Francia e in Italia, durante i mesi estivi.
Situato a due passi dal Centre Pompidou e dall’Hôtel de Ville, il nuovo spazio è stato occupato per molti anni dalla Galerie Patricia Dorfmann. La stessa Galerie T&L vi ha già organizzato due mostre nel 2022, dedicate a Ivan Messac e Christian Babou.
Da Galerie T&L assicurano che «Questa nuova sede nel Marais consentirà di organizzarne un numero maggiore di mostre, per alternare il programma tra artisti storici e creazione contemporanea e quindi sostenere meglio gli artisti rappresentati».
La prima mostra di Galerie T&L al 61 di rue de la Verrerie è intitolata “The Age of Reason?” e aprirà dal 15 marzo all’8 aprile 2023. I galleristi la considerano un “autoritratto” dei sette anni di storia della galleria. Riflette il doppio DNA della galleria, ovvero la riscoperta di artisti storici e il parallelo sostegno alla scena attuale. Così Hertzog e Legros hanno scelto opere tra quelle dei principali artisti che hanno esposto dal 2015. L’allestimento mescolerà opere dagli anni ’30 a dipinti degli anni ’70 e recenti. Fiore all’occhiello della mostra, il polittico in sette parti di Ivan Messac, “Les chieurs” (1972), che presto entrerà a far parte delle collezioni di un grande museo. In mostra anche opere di Leonardo Cremonini, Christian Babou, Stanley William Hayter e Maxime Biou, François Malingrëy e Anahita Masoudi.