Partendo dalla dichiarazione dello stesso Afro di fronte alle opere di Piero della Francesca, Afro. Dalla meditazione su Piero della Francesca all’Informale, a cura di Marco Pierini, vuole ad indagare i rapporti tra Afro, la pittura classico-rinascimentale e i grandi maestri del passato, focalizzandosi in particolar modo sulla tematica della pittura murale, che occupa una posizione privilegiata nella produzione di Afro e che costituisce per molti aspetti ancora una ricerca inedita sull’artista.
Gli spazi della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, adiacenti la Chiesa di San Francesco – che conserva il famoso ciclo delle Storie della Vera Croce di Piero della Francesca e che costituisce la prima tappa e la premessa alla mostra di Afro –, ospiteranno un raffinato percorso di lavori appartenenti a una delle stagioni più interessanti dell’arte di Afro, che si riteneva un «pittore classico» e che, nel superamento del confine tra astrazione e figurazione, rielaborò il tonalismo veneto, la luminosità e le trasparenze del Tiepolo, i volumi del Mantegna, la spazialità e l’impassibile razionalità pittorica di Piero della Francesca.
Particolarmente coinvolgente e scenografica la sezione in mostra che approfondisce l’intervento di Afro per i lavori dell’Eur a Roma, anche attraverso video, documenti, fotografie e riviste. Tra i prestiti dell’Archivio Centrale dello Stato e di Eur S.p.A. i grandi cartoni preparatori (di altezza 6 metri ciascuno), rappresentanti le Scienze e le Arti, insieme al prezioso bozzetto preparatorio per Le attività umane e sociali, risalgono la genesi dell’opera che era stata progettata dall’artista per il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi del complesso architettonico dell’E42 di Roma. I cartoni preparatori in mostra, grazie al contributo di Magonza, con la Galleria dello Scudo di Verona, sono stati oggetto di restauro.
Di rilievo internazionale la presenza inoltre dei dipinti, tra cui il Ciclo delle Stagioni, che arrivano dal Comune di Rodi, e che saranno esposti per la prima volta in assoluto, grazie anche all’intercessione dell’Ambasciata d’Italia ad Atene. Afro si recò nell’isola di Rodi con Cesare Brandi nel 1938 e lì realizzò due cicli decorativi tematicamente differenti ma stilisticamente affini, presso la Villa del Profeta e il Grande Albergo delle Rose. Una profonda ricerca d’archivio, insieme alla stretta collaborazione internazionale tra il Comune di Arezzo, gli organizzatori e il Comune di Rodi, il Museum of Modern Greek Art di Rodi e l’Ambasciata hanno reso possibile di rintracciare le opere di Afro e mostrarle per questa occasione.