Si intitola Capricci la mostra che Gladstone Gallery dedica a Salvo nella sua sede di Bruxelles. Oli, pastelli e opere su carta tutte incentrate sulle invenzioni architettoniche e paesaggistiche del pittore italiano, sempre più apprezzato da critica e mercato. Dal 9 novembre al 10 dicembre 2023.
Prima le mostre nelle gallerie nazionali, poi i successi sul mercato locale e internazionale. Ora, con la mostra alla Gladstone Gallery, arriva anche la grande vetrina europea. Il percorso di Salvo verso i vertici del sistema artistico è ancora lungo, ma di certo la strada è quella giusta. Ci sarà tempo per le mostre museali e le aste a sei zeri. Per il momento – e che momento! – l’artista italiano è protagonista di un’importante monografica in Belgio.
La mostra della Gladstone Gallery si concentra sulla fase pittorica di Salvo, probabilmente la migliore, ed in particolare sulla sua interpretazione del genere del capriccio. In architettura, un capriccio è un edificio stravagante, frivolo o buffo, progettato più come espressione artistica che a scopo pratico. La pittura adotta il termine per indicare uno uno stile artistico molto diffuso nel Rinascimento e continuato nel Barocco, quando nella pittura venivano combinati insieme in modo spesso stravagante elementi come edifici, rovine archeologiche e altri elementi in combinazioni immaginarie e spesso bizzarre.
Salvo, dopo un debutto artistico nel clima vivace dell’Arte Povera torinese della fine degli anni ’60, e quindi legato alla sperimentazione concettuale di temi e materiali, negli anni ’70 si indirizza verso la pittura figurativa, interpretandola però in chiave del tutto personale. Al suo centro proprio il capriccio architettonico e paesaggistico, con rovine, colonne e paesaggi greci e romani che si uniscono a suggestioni moderne od orientaleggianti.
Gladstone attinge, grazie alla collaborazione con Archivio Salvo, a una selezione di oli, pastelli, carte (ma anche ceramiche) che esplorano e approfondiscono la passione dell’artista per questo particolare genere. Una tematica del resto vicino alla storia, alle civiltà antiche e alla loro eredità sul presente, ovvero quel che ha mosso l’interesse dell’artista anche ai tempi dell’Arte Povera.
Ma, al di là dei contenuti, quel che rende Salvo unico è il suo stile colorato, gonfio, saturo, leggero. Per certi versi quasi illustrativo, sintetico, essenziale, eppure pregno di brillantezza e sfumature. Con una sapiente distribuzione di forme ed elementi, spesso essenziali, Salvo riusciva a pennellare atmosfere precise, sia ambientali che sentimentali. Oppure, mischiando riferimenti e ispirazioni, a generare situazioni inedite, imprecise ma molto suggestive. In mostra, da Gladstone, c’è da aspettarsi entrambe.