Al Teatro Franco Parenti di Milano è andato in scena (fino al 2 dicembre) lo spettacolo diretto da Daniele Abbado dedicato al poeta russo Vladimir Majakovskij (1893 – 1930)
“Majakovskij – L’incidente è chiuso” richiama la presenza del poeta russo attraverso ricordi personali, testimonianze, testi e frammenti che si uniscono per creare una narrazione inquieta. Immagini fotografiche e cinematografiche che danno corpo alla sostanza, cioè l’impressionante mole di versi del cantore della rivoluzione.
Majakovskij non fu, però, solo il poeta più amata del regime staliniano (almeno all’inizio) ma anche un animo sensibile e irrequieto in grado di plasmare arte, poesia e cinema.
Il procedimento impiegato nello spettacolo è quello del montaggio: si confrontano poesie, lettere, memorie e relazioni, mettendole quando in relazione quando in conflitto. Foto e video chiamate a riportare in superficie l’animo imbizzarrito, la penna affilata e l’ardore del poeta dei poeti russi del secolo scorso.
C’è un doppio filo rosso con eros e thanathos si fondono nella sua produzione, sono i versi per la morte del collega Esenin e l’amore folle, passionale, senza riserve per le sue donne ma soprattutto per Lili Brick, la musa indimenticabile.
«Majakovskij non riesce neanche a morire senza far casino», ha commentato qualcuno al suo spettacolare funerale con più di centomila persone che sfilano in corteo, a cui si sommano altre migliaia sui tetti delle case, affacciate ai balconi, o addirittura arrampicate sugli alberi e sui lampioni.
E così è il suo lascito che si muove tutto fra iperboli e passioni che difficilmente si riescono a contenere e che suo malgrado ha provato a domare con le parole.
I dettagli alla fine sono appena abbozzati, dominano i versi e l’ardore, del resto il defunto odiava i pettegolezzi.
Majakovskij
L’INCIDENTE È CHIUSO
21 Novembre – 2 Dicembre 2023
di Daniele Abbado, Giuliano Corti, Luca Scarzella
su testi di Vladimir Majakovskij
con Giovanna Bozzolo
regia Daniele Abbado
scene e luci Gianni Carluccio
regia video Luca Scarzella
suono Hubert Westkemper
drammaturgia Giuliano Corti