Meglio del 2019 ma peggio del 2022; benissimo il lusso, la grande pittura non delude. Il 2023 di Chistie’s è stato un anno complesso, ma non privo di grandi risultati.
La prospettiva inganna, sceglierla per bene è fondamentale. L’anno di Christie’s, a seconda di dove lo si guarda, restituisce verdetti quasi opposti. In particolare i 6.2 miliardi di fatturato assumono una consistenza diversa quando li si paragonano al risultato del 2019 (+7%), a quelli del 2022 escludendo l’eccezionale vendita della Paul Allen Collection (-7%) o a quelli del 2022 considerando la Paul Allen Collection (-25%). Le considerazioni vengono di conseguenza, inquadrando l’annata come superiore ai livelli pre-Covid, ma inferiore rispetto al 2022, in modo drammatico quando si conteggia anche l’asta record di Paul Allen.
Le ragioni possono essere molteplici, ma partono da un dato evidente: quest’anno non sono passati in vendita tanti lotti di qualità eccelsa. Calo fisiologico? Coincidenze sfortunate? Oppure i collezionisti hanno preferito non rischiare portando in asta opere di valore troppo alto in un periodo dove i buyers non sembravano inclini a follie? Certo è che non hanno fatto follie anche perché forse non c’erano le opere per cui valeva la pena rischiare. Un timore generalizzato ha quindi forse rallentato gli scambi, che non ha caso si sono fatti più intensi in forma privata, con le Private Sales cresciute del 5% rispetto al 2022 (1.2 miliardi), andando a rappresentare il 20% delle vendite totali (nel 2022 era il 14%). Con più calma e sicurezza, insomma, qualcosa si è venduto.
Come nel settore del lusso, che con 1 miliardo di dollari di fatturato ha raggiunto il suo apice da Christie’s. Segno che c’è voglia di diversificare, sia in chi compra che in chi vende: il lusso è il settore numero uno dove i nuovi buyers di Christie’s decidono di acquistare. Un successo costruito perlopiù durante la Luxury Week di Ginevra, quando la collezione di gioielli di Heidi Horten ha totalizzato 156 milioni di dollari, superando così la collezione di Elizabeth Taylor, venduta nel 2011 per oltre 137 milioni di dollari. Top lot The Sunrise Ruby, un anello con rubini e diamanti Cartier, aggiudicato per 13,5 milioni di franchi. Secondo posto per un anello firmato Bulgari con un grande diamante rosa, Fancy Intense Pink (9,1 milioni di franchi). Sulla stessa scia la maison ha venduto anche uno dei diamanti blu più rari al mondo, il Blue Royal, per la cifra record di 44 milioni di dollari. É il quarto diamante blu più prezioso mai venduto in asta.
Pur senza squilli o apici particolari, Christie’s ha poi concluso aggiudicazioni interessanti anche in ambito strettamente pittorico, come testimonia il doppio ritratto di Francisco Goya venduto a gennaio a New York per 16.6 milioni di dollari. Capitolo record inaugurato da Les Flamants di Henri Rousseau (43.5 milioni di dollari) e riempito da Alma Thomas (3.9 milioni di dollari), Agnes Pelton (3.4 milioni di dollari), Diane Arbus (1 milioni di dollari) e El Anatsui (2.2 milioni di dollari). L’apice è stato però raggiunto in novembre, con l’asta di arte moderna e contemporanea e i record per Richard Diebenkorn, Joan Mitchell, Arshile Gorky, Barbara Hepworth, Fernando Botero, Joan Snyder, Jenna Gribbon, Jia Aili e Ilana Savdie. Un’asta in cui dieci opere hanno superato i 20 milioni di dollari, compreso Le bassin aux nymphéas Claude Monet, venduto a 74 milioni di dollari, ovvero il risultato più alto ottenuto quest’anno dalla maison.
Dall’Asia sono due le grandi aggiudicazioni da segnalare: Nude on Tapestry di Sanyu (24.2 milioni di dollari) e A Flower di Kusama (10.1 milioni di dollari), il secondo prezzo più alto ottenuto dall’artista in asta. Anche da Londra sono arrivati importanti record – Michael Sweerts con una tela sconosciuta (16 milioni di dollari) e Paola Rego con Dancing Ostriches from Walt Disney’s ‘Fantasia’ (3.7 milioni di dollari). Tra le altre aggiudicazioni notevoli la coppia di vedute di Canaletto (12.2 milioni di dollari) e l’intera The Collection of Sam Josefowitz. In Francia Christie’s ha concentrato gli sforzi in ottobre, in un’art week sera effervescente da Paris+, che la casa d’asta ha saputo cavalcare con successo. Due i risultati memorabili: il record in asta per François-Xavier Lalanne e il suo Rhinocrétaire I, venduto per 19.4 milioni di dollari e Joan Mirò con Peinture (Femmes, lune, étoiles), che a 21.9 milioni di dollari è diventato il dipinto più costoso mai venduto in Francia.