Dal 17 Maggio all’8 settembre 2024 saranno ospitate 1300 opere per 1300 metri quadrati di spazio che la Triennale di Milano ha scelto per festeggiare il centenario dalla nascita di Roberto Sambonet, con una mostra dal carattere antropologico, come suggerisce Enrico Morteo, curatore della personale “Teoria della Forma” aperta nelle sale della Triennale.
La Curatrice di architettura e rigenerazione urbana della Triennale Nina Bassoli ci racconta è strutturata l’esposizione, descrivendo un approccio simile a quello che Sambonet viveva nel suo creare quotidiano, ossia quel “modo di fare le cose tenendo insieme tutti i pezzi, mantenendo la vita e la relazione al centro del progetto”.
La radice delle opere di Roberto Sambonet, che era solito sistemare in ordine di correlazione gli elementi su carta, gli schizzi e i progetti, per poi depositarli in scatole della stessa misura. Come un tentativo di riassumere il proprio lavoro, concentrandolo, dividendolo per categorie che se si osservano non sono slegate fra loro, ma risultano così più ordinate all’osservatore.
La mostra è suddivisa in 3 sezioni atematiche ma strutturate, tra le quali tutto il lavoro di Roberto è trasversale, e riesce ad evadere dall’etichetta di stile. A lui non interessava una definizione -dice Morteo– ma ora che lui non c’è più ci è sembrato logico trovare il filo conduttore delle sue opere.
Dopo il suo viaggio in Brasile l’arte di Sambonet è stata profondamente segnata, e il suo disegno assume il ruolo di uno strumento del fare, piuttosto che del raccontare. La sua ricerca oscilla tra pittura, grafica, design e visionarietà, tra geometria e colore, tra Milano e il Brasile.
Sambonet usa un metodo concettuale per tenere in piedi una rappresentazione figurativa. Dalle bozze dei vasi alle molte riproduzioni dei bicchieri concentrici, come anche ai suoi profili psicologici, i suoi disegni vanno oltre il racconto del soggetto per narrare la storia del “rappresentato” nel tempo, come mediante i numeri.
All’ingresso della mostra troviamo forse la parte più intima di quest’antologica, una raccolta di cartoline postali ingiallite che Roberto Sambonet inviò al figlio lontano. Un primo esempio di mail-art, stando a guardare le miriadi di disegni e colori che le decorano, le quali lasciano però l’amaro di un viaggio privato nel dolore di un padre distante.
Sull’allestimento la cura di Daniele Ledda ha compiuto un eccellente lavoro di sintesi del concetto, partendo dalla collaborazione con la curatrice dell’Archivio pittorico Roberto Sambonet, Elisa Camesasca, che ci ricorda proprio essere l’archivio un punto di partenza e un traguardo, perché porta alla luce le difficoltà del gestire il materiale in esso contenuto. Secondo Elisa, le fotocopie tirate in rosso erano per Sambonet una sorta di menabò delle future esposizioni.
Così Ledda riesce ad immedesimare il pubblico tra pannelli di legno e fogli di carta, senza denaturare nulla della memoria dell’artista, ricordandoci che la sostenibilità è al primo posto, in questo caso grazie all’uso di materiali di recupero dai magazzini della Triennale di Milano. I curatori hanno tradotto magistralmente l’idea che Sambonet aveva di sé liberando il suo intrinseco senso.
La mostra prosegue verso l’ultima sezione con le sue pitture di mari cangianti, nelle quali Roberto si concentra sullo studio della forma dell’acqua e i suoi riflessi, e chiude con un memoriale alla sua collaborazione con il Sole 24 Ore, in cui le sue passioni per i gusti e i sapori sono pretesti per narrare di incontri e scoperte. Come citato da un numero di Arte in Tavola (1985-87) “La cucina è passione e colore, ricordo e progetto, forma e invenzione. La scrittura è metafora di esatte geometrie e di inattese similitudini, di veloci sintesi. Il divertimento sta tutto nel ricombinare le regole e disegnarne le conseguenze.”
Un’esposizione imperdibile, che volge omaggio ai grandi del ‘900 da Ettore Sottsass a Enzo Mari, da Alessandro Mendini a Gae Aulenti, tutti accomunati dalla loro versatilità artistica.
Roberto Sambonet. La teoria della forma – Triennale Milano
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DOVE SI SVOLGE
Triennale Milano – Curva Primo Piano
Viale Emilio Alemagna 6, 20121 Milano (Mi)