Dal 24 aprile al 4 giugno 2024 Mucciaccia Gallery presenta nella sede di Mucciaccia Gallery Project, Roma, Visions, la prima mostra in Italia in una galleria privata di Emma Talbot (1969, Stourbridge, Regno Unito).
10 dipinti su seta e 14 disegni tratteggiano l’immaginario creativo di Emma Talbot, artista di fama internazionale che trova la prima personale in una galleria italiana da Mucciaccia Gallery Project, a Roma. Appuntamento che segna un’ulteriore svolta nella carriera della pittrice, che proprio in Italia aveva già raccolto due dei suoi più grandi traguardi: il primo posto al Max Mara Art Prize for Women nel 2020 e la partecipazione alla mostra centrale – The Milk of Dreams – alla Biennale di Venezia del 2022.
Prossima tappa, Roma, dove ritroveremo in mostra il suo linguaggio femminile materializzato su tele con figure semplificate, motivi mitologici, suggestioni intime ed evocazioni ritmiche. Al contenuto della mostra ci introduce Wells Fray-Smith, curatrice del Barbican Center di Londra che nel testo critico inserito nel catalogo edito Dario Cimorelli Editore scrive: ”Visions continua l’accurata analisi del paesaggio interiore, del pensiero e dell’emozione personali dell’artista. I dieci dipinti su seta sono episodi a sé stanti di un’unica narrazione, che racconta la duplicità e insieme la complementarietà di ciò che è politico e ciò che è personale. Proprio come nelle storie e nelle immagini di visionari come Hildegard van Bingen prima di lei, i dipinti colorati di Emma Talbot ci sfidano a immaginare che potrebbe esserci un’altra via, ricordandoci che anche di fronte all’atrocità, alla crisi climatica e alla sofferenza, esistono sempre la bellezza, la speranza e la curiosità”.
Nelle parole di Talbot stessa, poi, troviamo un’ulteriore conferma di questa poetica: “Visions è una serie di opere dipinte su seta, che esplorano la capacità di sintonizzarsi con un modo di pensare che va oltre la normalità, di riconoscere una voce o un segno che alimenta l’immaginario dello spettatore. Le mie figure sono molto spesso in caduta libera o fluttuanti, si allungano o precipitano, nel tentativo di instaurare una connessione con qualcosa che può sostenerle“.
La pittrice inoltre, in una conversazione con Catherine Loewe entra direttamente nel merito di alcune opere: “Nel dipinto Ancients, ad esempio, due figure sembrano allo stesso tempo cadere e arrampicarsi in uno spazio decorato da motivi etruschi, quasi come se scavassero alla ricerca di un’archeologia misteriosa per mettersi al riparo di un radioso e protettivo sguardo antico. I miei dipinti riflettono sul desiderio emotivo di essere guidati verso un futuro sicuro, sui nostri legami con la natura, con gli antenati, con la tecnologia e con l’amore”.
A suggellare lo spessore dell’iniziativa, infine, è Giulia Abate, direttore artistico di Mucciaccia Gallery Project: “Emma Talbot, con le sue trame intessute di luce e colori, incarna l’anelito a ricercare un’ispirazione che trascende le linee e le forme, nel tentativo di ricondurci a un terreno comune di sensazioni e sentimenti ancestrali”.