“TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare” è il nome del progetto che rappresenterà l’Italia, curato dall’architetto Guendalina Salimei, che torna alla Biennale per la terza volta
“Humus originario e destino comune”, ma anche il mare indagato come “occasione nomadica, frontiera mobile e paesaggio interiore dell’uomo che ridisegna architetture liquide e città sommerse”: ecco uno stralcio di quello che sarà la poetica progettuale di Guendalina Salimei, nominata oggi dal Ministro alla Cultura Alessandro Giuli come curatrice del Padiglione Italia alla prossima Biennale d’Architettura, nel 2025.
“Con grande onore e gioia, desidero esprimere il mio sentito ringraziamento per essere stata scelta quale curatrice del Padiglione Italia. Questo incarico rappresenta un’importante opportunità per mettere al centro delle riflessioni architettoniche, tecniche e culturali il rapporto del nostro territorio con il mare: il Mediterraneo allargato ai vicini oceani. – ha dichiarato Salimei, aggiungendo – La centralità di questo rapporto strutturale con il mare, che incide sull’identità e sull’equilibrio ambientale del Paese, è stata a lungo trascurata. Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, impone la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio”.
La Commissione, presieduta da Angelo Piero Cappello e composta da Claudio Varagnoli, Paolo Desideri, Margherita Guccione e Renata Cristina Mazzantini, ha dichiarato: “La proposta curatoriale pone al centro della riflessione il tema del mare e la visione del Mediterraneo, un elemento forte della cultura italiana. Particolare attenzione è dedicata alla sostenibilità delle trasformazioni.”
Breve biografia de Guendalina Salimei
Laureata nel 1990 alla Sapienza, è professoressa associata presso il Dipartimento Architettura e Progetto della stessa facoltà, dove insegna “Progettazione architettonica e urbana”. Salimei non è nuova alla Biennale di Venezia: nel 2000 aveva già partecipato alla Mostra Internazionale d’Architettura e nel 2001 coordinò la sezione Architettura della Biennale del Mediterraneo. Nel 2005, il suo studio vince il concorso per la riqualificazione del porto di Napoli, specializzandosi nei progetti di waterfront. Nel 2008, di nuovo, Salimei partecipa all’XI Biennale di Venezia e è uno dei tre architetti italiani alla Biennale di architettura di Pechino. L’anno successivo vince il concorso per la riqualificazione del Corviale a Roma, un progetto complesso per recuperare spazi abbandonati, nonostante il progetto – alla fine – non fu realizzato. Nel 2010, presenta “E-picentro” alla XXII Biennale di Venezia, riflettendo sulla ricostruzione dell’Aquila, mentre nel 2012 il suo T-studio vince il concorso per Dao Viet Eco City in Vietnam, progettando una nuova città per 10.000 abitanti.