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Sede Vacante 2025: ecco come sono i quattro francobolli

Sede vacante 1939

Per l’ottava volta da quando esiste lo Stato della Città del Vaticano, cioè dal 1929, lettere e cartoline che in questi giorni vengono imbucate all’ombra del Cupolone sono affrancate con dei francobolli particolari che evidenziano che il Papato si trova in Sede vacante. Un unicum nel panorama postale mondiale

A parte la prima emissione, quella del 1939 uscita a seguito della morte di Pio XI, in occasione della quale non permettendo i tempi di procedere ad nuova emissione, si soprastamparono francobolli precedenti con la scritta: “Sede Vacante MCM XXXIX” sormontata, sempre in soprastampa, dal Padiglione della Camera Apostolica, costituito da due chiavi decussate (già presenti nelle carte valori utilizzate per accogliere la soprastampa) sormontate da un ombrello detto “basilica” che simboleggiava la protezione divina sul magistero e la funzione del Papa.

Sette, di fatto, tutti i valori dell’emissione numero uno, quella del 1929 con lo stemma pontificio,  utilizzati per la Sede vacante la cui validità postale fu limitata dal 18 febbraio (giorno di emissione) al 2 marzo 1939, giorno dell’elezione del nuovo Papa, nel caso specifico Pio XII. Alla cui morte, nel 1958, videro la luce tre francobolli con valori nominali rispettivamente da L. 15 (cartolina), L. 25 (lettera per l’Italia) e L. 60 (lettera per l’estero) e per illustrazione il tradizionale padiglione della basilica. Presente pure nelle due Sedi vacanti del 1963 e le due del 1978, quelle legate ai decessi di Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo I, nonché quella del 2005 per la morte di Giovanni Paolo II.

Nel 2013 e quest’anno, pur mantenendo la consueta illustrazione base, il numero dei francobolli è salito a quattro esemplari così da poter affrancare lettere e cartoline dirette nelle singole zone tariffarie: Italia; Europa e bacino del Mediterraneo; altri Paesi dell’Africa, Americhe, altri Paesi dell’Asia; Oceania.

Siccome il Vaticano ancora non ha fatto proprie le tariffe postali italiane in vigore dal 3 aprile, i valori facciali adottati per i quattro Sede Vacante 2025 sono: € 1,25, 1,30, 2,45 e 3,20. L’immagine, invece, è ripresa dal soffitto della Sala Clementina.

Oltre ad emettere francobolli, per la Sede Vacante il Vaticano conia anche apposite monete. Nel 1939 furono due, entrambe battute utilizzando l’argento con valori nominali da 5 e 10 lire. Più articolato, in questo caso, l’impianto figurativo: lo stemma del cardinale Camerlengo (nella fattispecie Eugenio Pacelli) sormontato dal simbolo della Camera Apostolica. Mentre il rovescio risultava occupato dalla Colomba dello Spirito Santo.

Anche in questo caso l’impostazione figurativa è stata ripetuta nelle successive coniazioni: nel 1958 e nel 1963, in entrambi i casi L. 500 d’argento, con il Camerlengo Benedetto Aloisi Masella. Doppia moneta d’argento pure per i due Conclavi del 1978 (morte di Paolo VI e subito dopo di Giovanni Paolo I), con Camerlengo il cardinal Jean-Marie Villot.

Tradizioni non rispettate per le due successive Sedi Vacanti. Quella del 2005, ricordata con un’intera Divisionale (l’insieme degli spiccioli in corso da 1c a 2 euro) che fece storcere il naso alla Commissione europea, con stemma del Camerlengo Eduardo Martínez Somalo.

Innovativa pure la Sede Vacante del 2013, Camerlengo il cardinale Tarcisio Bertone, legata non già alla scomparsa ma alle dimissioni del Papa, Benedetto XVI. Ben tre le monete battute: 2 euro, 5 euro d’argento e 10 euro d’oro.

Nulla al momento è invece dato sapere, salvo che il cardinale Camerlengo è Kevin Farrell, sulla celebrazione monetaria della Sede Vacante di papa Francesco. Da ottobre la Commercializzazione filatelico e numismatica è impegnata nel “rinnovamento delle attività” portato avanti nella massima segretezza.

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