
Milano. La nota Casa d’Aste Cambi conferma il suo ruolo di riferimento internazionale nel mondo delle arti decorative con la vendita dedicata ai vetri di Murano da collezione, in programma il 13 maggio.
Organizzate con cadenza semestrale, queste aste offrono una selezione di opere realizzate tra il 1890 e il 1990 dalle più importanti fornaci muranesi. Dal debutto nel 2016, il Dipartimento di Vetri di Murano del XX secolo ha raggiunto risultati di grande rilievo, superando spesso le performance delle principali case d’asta internazionali. Dal debutto nel 2016, il Dipartimento di Vetri di Murano del XX secolo ha raggiunto risultati di grande rilievo, superando spesso le performance delle principali case d’asta internazionali. Tra le aggiudicazioni più significative degli ultimi anni spiccano ricordano l’aggiudicazione a 33.8 mila euro di un raro vaso della serie Eldorado firmato da Dino Martens per Aureliano Toso, la vetrata a mosaico di canne colorate di Paolo Venini venduta a 17.6 mila euro, e l’importante vaso sferico Sommerso di Carlo Scarpa per Venini, battuto a 15.7 mila euro.
L’appuntamento è fissato per il 13 maggio nella sede milanese della maison, che anche questa volta si distingue nel panorama mondiale delle vendite all’incanto proponendo una selezione d’altissimo profilo dedicata al vetro artistico muranese del XX secolo. Un appuntamento che conferma l’impegno della maison nel valorizzare uno dei capitoli più affascinanti dell’arte italiana del Novecento.
Il catalogo dell’asta si presenta come una vera e propria esposizione museale, curata con rigore e sensibilità, capace di restituire la straordinaria varietà stilistica e tecnica della produzione muranese. Le opere provengono dalle più prestigiose fornaci dell’isola veneziana, firmate dai maestri che hanno trasformato il vetro in materia d’arte, riscrivendone il linguaggio attraverso forme audaci, colori vibranti e sperimentazioni tecniche senza precedenti.
Tra i pezzi più attesi, il Lotto 59, un raro vaso della serie Turchese e Nero disegnato da Tomaso Buzzi per Venini intorno al 1932. Alto 45,5 cm, questo elegante esemplare in vetro opalino incamiciato turchese si distingue per la sua silhouette slanciata e per i dettagli decorativi — il cordone nero a torciglione e il piede troncoconico — che ne enfatizzano la raffinatezza. La firma “Venini Murano”, incisa all’acido, ne certifica l’autenticità e la provenienza.
Poetico e visionario, il Lotto 39 porta la firma di Napoleone Martinuzzi, che per Venini realizzò intorno al 1929 un pesce fantastico in vetro pulegoso lattimo, animato da accenti in vetro blu trasparente. Con i suoi 25,5 cm di lunghezza, quest’opera incanta per la leggerezza e l’ironia, riflesso della sensibilità scultorea di Martinuzzi.
Audace e innovativo è il Lotto 147, un vaso antropomorfo in forma di corpo di donna, ideato da Fulvio Bianconi verso il 1950. In vetro soffiato modellato a caldo e leggermente iridescente, alto 33 cm, questo pezzo esprime la vena provocatoria e giocosa dell’artista, che ha rivoluzionato il design muranese con linguaggi vicini all’arte contemporanea.
Non mancano le sorprese, come l’originalissimo Lotto 7, L’Ermellino di Guido Balsamo Stella, prodotto da SAIAR Ferro Toso & C. intorno al 1930. Alto 25 cm, è un’opera in vetro soffiato iridescente, con campanula sommersa in vetro blu e minuziosi dettagli in pasta vitrea antracite. Nonostante alcuni restauri, rimane uno dei pezzi più affascinanti per invenzione formale e resa cromatica.
Chiude la parata il Lotto 146, un raffinato vaso cilindrico progettato da Thomas Stearns per Venini attorno al 1960. Alto 24 cm, questo oggetto si distingue per la base a incalmo blu e la decorazione a fasce orizzontali antracite, con l’elegante firma “Venini Murano Italia” incisa all’acido.














