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Vitali e Galli, “Terra Rossa”: quando l’arte gioca su campi silenziosi

Terra Rossa, Velasco Vitali
Terra Rossa, Velasco Vitali
In un momento in cui l’Italia guarda intensamente ai campi in terra battuta – da Roma con gli Internazionali BNL d’Italia al Trofeo Bonfiglio di Milano per i nuovi talenti – c’è un altro tipo di torneo che si gioca silenziosamente, lontano dai riflettori e dalle urla del pubblico. È un incontro tra arti, non tra atleti. E si gioca su un terreno anch’esso in terra rossa, ma fatto di tele, fotografie, memoria.

Dal 21 al 24 maggio 2025, nella cornice di Palazzo delle Stelline a Milano (Corso Magenta 63), prende forma Terra Rossa, un progetto espositivo che mette a confronto due linguaggi visivi: quello pittorico di Velasco Vitali e quello fotografico di Nicola Galli. La mostra è ospitata e organizzata dagli studi legali BIPART e De Bedin & Lee, in collaborazione con la giornalista ed editrice Margherita Tizzi e la Galleria Antonia Jannone.

In un’epoca in cui il tennis è ovunque – nelle pubblicità in TV, sui social, oltre che nei circoli sportivi – Terra Rossa fa una scelta radicale: toglie i campioni, le folle, il sudore. Restano solo i campi. Vuoti, quasi immacolati. Campi che ancora non hanno conosciuto la fatica del gioco, o che l’hanno appena lasciata andare e ne custodiscono l’eco. È proprio in quel vuoto che nasce il racconto di questa mostra.

Terra Rossa, Velasco Vitali

Da un lato, Velasco Vitali costruisce i suoi campi con strati di colore, colature, polveri. Dal ricordo di un campo da gioco vicino a casa sua, nasce una superficie emotiva, irregolare, piena di silenzi. Nei suoi lavori il campo non è luogo di azione sportiva, ma spazio mentale: scenario per esplorare luoghi interiori e visioni dell’infanzia. Il gesto pittorico si fa corpo, evocazione, sedimentazione del tempo.

Di fronte, Nicola Galli risponde con lo sguardo preciso e sospeso della fotografia. Le sue immagini – realizzate al Tennis Club Milano Bonacossa, architettura simbolica firmata Giovanni Muzio – sono quasi sogni geometrici: archi, ombre, simmetrie metafisiche. Ogni scatto diventa una coreografia silenziosa tra ambiente e architettura, tra materia e estetica. Le fotografie sono state commissionate per il libro Dropshot, progetto editoriale che raccoglie riflessioni sul tennis come universo visivo, molto prima che sportivo.

La mostra sarà visitabile su prenotazione dal 21 al 24 maggio, scrivendo a arte@bipartlaw.com. Inoltre, il progetto si sposterà domenica 25 maggio, dalle 10 alle 18, presso Casa Conti Zanoletti Cavagna (via Aurelio Saffi 25), in occasione dell’iniziativa Cortili Aperti.

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