
Dopo tre anni di restauro meticoloso, il Getty Museum presenta al pubblico Ercole e Onfale, straordinaria opera di Artemisia Gentileschi, sopravvissuta all’esplosione che nel 2020 ha devastato Beirut. Il dipinto, appartenente alle collezioni del Palazzo Sursock, riemerge oggi in tutto il suo splendore grazie a un lavoro di conservazione che ha richiesto competenza, pazienza e dedizione.
Tra i tesori colpiti dalla tragica deflagrazione – innescata dallo stoccaggio di oltre 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio – il Palais Sursock, storica residenza libanese, ha subito gravi danni strutturali. Tra le vittime culturali dell’esplosione: tele barocche, sculture, arredi. Ma soprattutto lei, Artemisia.
“È stato uno dei peggiori danni a cui abbia mai assistito” racconta Ulrich Birkmaier, restauratore senior del Getty, “e allo stesso tempo uno dei progetti più gratificanti della mia carriera. È stato come ricomporre un puzzle immenso, frammento dopo frammento”.
Il dipinto, realizzato tra il 1635 e il 1637 a Napoli, raffigura il celebre episodio mitologico in cui la regina Onfale umilia simbolicamente Ercole, rovesciando i consueti ruoli di genere: lei indossa la pelle del leone nemeo, lui tiene tra le mani un fuso da filatura. Una scena che parla di potere, desiderio e identità, come solo Artemisia sapeva fare.

Il lavoro di restauro ha richiesto un intervento strutturale profondo: la tela, lacerata da schegge di vetro e macerie, è stata rilinerata e sostenuta con una nuova intelaiatura flessibile. Attraverso analisi a raggi X, il team ha anche potuto recuperare dettagli perduti, ricostruendo zone danneggiate con rigore filologico.
Davide Gasparotto, curatore senior del Getty, sottolinea l’importanza del periodo napoletano dell’artista, spesso ingiustamente trascurato: “Artemisia fu una donna d’affari intelligente, capace di adattarsi a un mercato competitivo come quello partenopeo, ampliando il suo repertorio e portando avanti una produzione innovativa e ambiziosa”.
Ercole e Onfale è ora al centro della mostra “Artemisia’s Strong Women: Rescuing a Masterpiece”, in apertura il 10 giugno al Getty Center. L’esposizione riunisce cinque opere chiave dell’artista, tra cui Lucrezia, acquistata dal museo nel 2019 per 5,3 milioni di dollari, e una rara versione di Susanna e i vecchioni concessa in prestito da Dick Wolf, creatore di Law & Order.
Il viaggio del dipinto non finisce qui: dopo Los Angeles, la mostra si sposterà al Columbus Museum of Art in Ohio, prima del rientro definitivo dell’opera a Beirut, dove sarà nuovamente esposta al Palazzo Sursock, attualmente in fase di ricostruzione grazie all’iniziativa LiBeirut promossa dall’UNESCO.
Un ritorno alla luce, dunque, non solo per un capolavoro, ma per una città ferita e per la memoria di un’artista che ha fatto della resilienza femminile il centro della propria visione pittorica.













