
150 opere, tra dipinti e sculture, mobilia, porcellane, stampe ed un grande arazzo animano la mostra “Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi”
Nessuno è solito associare il periodo del 700 al nome degli Uffizi, eppure la mostra che ha da poco aperto dal titolo “Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi” resterà impressa ai visitatori proprio perché esula dall’idea stereotipata che abbiamo solitamente del Museo. Che primo al mondo si impose come museo moderno europeo.
Essenziale è ricordare, per essere consci del valore che la collezione, prima privata (fino al 1737 appartenne infatti ai Medici, divenne pubblica con Maria Luisa che assicurò il mastodontico corpus di opere “per ornamento dello Stato”), ha avuto nel tempo, è il fatto che il primo Rinascimento fosse stato riscoperto proprio nel corso del Settecento (come fa notare la curatrice della Pittura del Settecento delle Gallerie Alessandra Griffo).

Fu Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, a consentire nel 1769 ai cittadini, nel giorno del Patrono (San Giovanni), di visitare liberamente il museo, coerentemente con i mutamenti politici e culturali caratteristici dell’epoca.
Stupore e sgomento
Il percorso espositivo include opere di Giovan Battista Foggini, Sebastiano Ricci, Goya, Elisabeth Vigée le Brun, Anton Rafael Mengs, Marc Nattier. Passando da Tiepolo, Liotard, Giovanni Domenico Ferretti, Giuseppe Maria Crespi, Canaletto, e molti altri grandi nomi ancora. Il “Matrimonio mistico di Santa Caterina de’Ricci” di Pierre Subleyras, recente acquisizione, è visibile mentre viene restaurato, ed ovviamente desterà, come al solito in questi casi, tanta attenzione probabilmente la sala a tema erotico (con fonte d’ispirazione l’immaginario gabinetto erotico che De Sade descrisse nel romanzo “Juliette”).

Altra sezione degna di nota è quella in cui si affronta il concetto di “Sublime”, per cui il senso di stupore e sgomento si declina in panorami pittorici naturali, mentre si termina con opere legate al tema del Grand Tour (vale a dire quando l’Italia rappresentava un luogo da visitare per formare la sensibilità estetica di qualsiasi intellettuale), insomma, 150 opere, tra dipinti e sculture, mobilia, porcellane, stampe ed un grande arazzo, molte esposte per la prima volta in Galleria, altre non più visibili da oltre dieci anni a causa dei lavori di ampliamento del museo.

Un secolo sfaccettato
Non si tratta di una mostra ad uso e consumo del grande pubblico di turisti che invade la cittadina fiorentina, sebbene sia concepita anche per loro. È stata pensata a mio avviso per deliziare gli stessi fiorentini e gli italiani che decideranno di varcare la soglia del Museo. Che, sotto la direzione di Simone Verde, si conferma come un luogo unico al mondo del quale fare esperienza a prescindere dal background culturale, economico o di quant’altro genere. Una mostra comunque per tutti, studiata nel dettaglio, curata a regola d’arte (piacevole anche la soluzione “architettonica” e la disposizione nello spazio fisico adottata).

Il direttore Simone Verde chiosa: “‘Firenze e l’Europa’ ha lo scopo di ripercorrere attraverso la sua cultura estetica un secolo estremamente sfaccettato. Intrecciando la narrazione generale del contesto alla gestazione degli Uffizi quale primo museo moderno europeo. Un racconto complesso e ricco di sottotesti e sfumature che abbiamo costruito con pazienza e dedizione. Mettendo a disposizione del pubblico opere della collezione non visti da molti anni o addirittura mai esposti”.













