
Chi non conosce Roberto Saviano? giornalista, scrittore e sceneggiatore napoletano, classe 1979. Con Gomorra (2006), il suo esordio, ha rivoluzionato il modo di raccontare la criminalità organizzata in Italia. Sotto scorta dal 2006 per le minacce ricevute dalla camorra, ha continuato a scrivere e a denunciare con coraggio. Ha pubblicato romanzi, reportage, saggi e collaborato con le principali testate internazionali. Quest’anno, per la casa editrice Einaudi, Saviano pubblica L’amore mio non muore , è il suo libro più personale, una dedica struggente a una ragazza che ha scelto di non abbassare la testa e per questo è morta.
Ma Saviano non si ferma alla pubblicazione del libro, L’amore mio non muore, diventa uno spettacolo teatrale che porta in giro nei più importanti teatri italiani. Il 4 giugno era in scena al Politeama di Genova, accolto da una platea piena che ha riservato allo scrittore-attore i più calorosi applausi dal momento in cui è apparso sul palco.
Roberto Saviano in questa sua performance si dimostra un ottimo intrattenitore. Lo fa con garbo, intelligenza, con la giusta intenzione di catturare il pubblico e riesce a pieno nel suo intento. Del resto quello che racconta prende il cuore di tutti: come si potrebbe rimanere insensibili all’ascolto di una narrazione di una storia vera e dimenticata, quella di Rossella Casini, una giovane donna che ha pagato con la vita il suo amore, il suo coraggio e il suo desiderio di giustizia?
Rossella era una studentessa fiorentina di Psicologia, figlia unica di una normale famiglia di città; la madre è una piccola commerciante che ha ereditato un po’ di soldi, il padre un pensionato. La sua vita scorre tranquilla tra l’università e gli svaghi giovanili, una vita normale da studentessa. Poi le cose cambiano, all’improvviso. Siamo nel novembre del 1977 e Rossella conosce Francesco Frisina, calabrese della Piana di Gioia Tauro, iscritto anche lui all’università. Francesco è un bel ragazzo, dal piglio deciso e dai modi franchi. Un vicino di casa che conoscerà meglio ad una festa. I due si innamorano, il loro non sembra affatto un fuoco di paglia, ma un amore vero, quello con l’A maiuscola.
In estate Rossella decide di andare coi genitori nel paese di lui, Palmi, dove avrà modo di conoscere anche la famiglia dell’amato. Persone accoglienti, all’apparenza affettuose, che però nascondono un terribile segreto. Rossella scopre presto che i Frisina sono legati alla potente ‘ndrina dei Gallico, da poco entrata in guerra con quella dei Condello. Quando le armi iniziano a sparare, invece di andarsene Rossella sceglie di rimanere, punta sull’amore tra lei e Francesco, convinta che questo amore possa addirittura fermare la faida. Non sarà così, certe cose sono più grandi dell’impensabile, sono più grandi di tutto. La sua decisione si rivelerà fatale. Il 22 febbraio 1981 Rossella Casini sparisce misteriosamente da Palmi dopo aver telefonato al padre e aver annunciato il suo rientro a Firenze. Nessuno la rivedrà più. Sebbene il suo corpo non sia stato ritrovato, è riconosciuta dallo Stato come vittima di ‘ndrangheta.
Saviano ha deciso di raccontare questa storia, rimasta un po’ nell’ombra dagli anni Ottanta, periodo in cui è accaduto il fatto e lo fa con la forza di sempre. Ci tiene a denunciare i fatti di mafia, lo fa da una vita, ma qui c’è qualcosa in più. Saviano denuncia l’importanza dell’amore che, come detta il titolo “non muore” neanche se muore il soggetto che lo prova o lo ha provato. Saviano come Rossella è convinto che l’amore possa essere più forte dell’odio e del sangue. E il suo spettacolo è portatore di questo pensiero.
Il racconto della triste vicenda della giovane fiorentina,”la straniera” per i calabresi, si intercala con versi di vari poeti amati dallo scrittore, in primis Mayakovsky, il grande poeta russo rivoluzionario morto suicida nel 1930, disilluso dal marxismo diventato stalinismo. I versi di Mayakovsky appaiono sul telo in fondo al palco e gridano l’amore, lo stesso amore che sentiva Rossella nei confronti di Francesco, un amore da cui è stata tradita e che l’ha condotta alla fine. Eppure è chiaro che Saviano a questo amore tanto libero quanto cieco crede e sembra invitare tutti a non trattenersi nell’amare. Perchè qualunque cosa fatta in nome dell’amore non è fatta invano.
Uno spettacolo che è un pugno alla stomaco, ma anche una carezza. Bravo davvero.














