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Arrival: la nuova fiera che vuole dire addio al vecchio “mood”

Arrival cofounders Crystalle Lacouture, Sarah Galender Meyer, Yng-Ru Chen. Photo Mel Taing/Courtesy Arrival
Arrival cofondatrici: Crystalle Lacouture, Sarah Galender Meyer, Yng-Ru Chen. Credits: Mel Taing/Courtesy Arrival
Altro che padiglioni affollati, luci accecanti e vendite-lampo. Arrival è la nuova fiera d’arte che cambia le regole del gioco. Inaugurata lo scorso weekend nei lussureggianti Berkshires, questa biennale su invito nasce da una semplice ma potente insoddisfazione: “Possiamo fare di meglio”, si sono dette Sarah Galender Meyer, Yng-Ru Chen e Crystalle Lacouture dopo l’ennesima esperienza “sterile” a una fiera tradizionale.

Così è nata Arrival, un evento che non solo mette l’arte al centro, ma la circonda di esperienze autentiche, pensate per rallentare il ritmo e nutrire davvero lo spirito creativo. La location? L’hotel Tourists a North Adams, trasformato per l’occasione in una galleria diffusa. Ogni stanza, ogni spazio comune, diventa una vetrina per una selezione curata di soli 36 espositori provenienti da New York, San Francisco, Atlanta, Cleveland e oltre. Tutti scelti da un comitato di “ambasciatori curatoriali” legati a istituzioni di prestigio come il Mass MoCA, il Clark Art Institute e Storm King.

L’atmosfera è quella di una staycation d’élite con sculture en plein air, incontri con curatori, concerti, una chef e una DJ in residenza, ma l’’ingresso è gratuito, grazie a un modello finanziario ibrido che combina quote calmierate e sostegno filantropico. Più che una fiera, Arrival è un manifesto. Non a caso, molti degli artisti presenti — come Fabiola Jean-Louis o Mel Chin — raramente partecipano a eventi fieristici. Le opere esposte, spesso installazioni concettuali e provocatorie, difficilmente troverebbero spazio nei formati più canonici.

“Non volevamo un altro circuito da ‘collezionista col cronometro’,” spiegano le fondatrici. “Qui si viene per conversare, esplorare, riflettere. E, magari, comprare.”

Ma Arrival non è solo una boccata d’aria per i galleristi stanchi delle fiere frenetiche. È anche un’occasione per valorizzare le realtà locali: collezionisti del New England, curatori del nord-est, artisti emergenti e visitatori curiosi si incontrano in un contesto che stimola relazioni durature e scambi reali.
Con cadenza biennale — prossima edizione nel 2027 — Arrival punta a diventare un nuovo punto di riferimento per chi cerca una relazione più profonda con l’arte. Un luogo dove si viene non solo per vedere, ma per sentire.

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